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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

mercoledì 18 ottobre 2023

Benedetta Tobagi: Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre

Benedetta Tobagi: Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre

Formato: ebook (2984 KB)
Pagine: 302
Editore: Einaudi (7 ottobre 2010)
ASIN: B005VOG0EK

Data di acquisto: 10 ottobre 2013
Letto dal 4 al 10 maggio 2016

Sinossi
"Hanno ucciso papà. Ma queste cose succedono nei film, non può essere vero. I compagni dell'asilo non mi credono. Allora insisto: Hanno ammazzato papà, gli hanno sparato, bum! bum!, con la pistola e mimo con le dita la forma dell'arma. Una P38". Walter Tobagi è stato ucciso a Milano il 28 maggio 1980. Gli hanno sparato sotto casa alcuni membri di una semisconosciuta formazione terroristica di sinistra, la Brigata XXVIII marzo. Tobagi era un giornalista del Corriere della Sera, era uno storico e il presidente del sindacato dei giornalisti lombardi. Quando è morto aveva trentatre anni, il figlio Luca sette, Benedetta tre. Si può dire che Benedetta non ha conosciuto il padre, di lui conserva solo alcuni fotogrammi di ricordo, qualche sguardo ritrovato e una grande incolmabile mancanza.
Una volta cresciuta, ha deciso di andare alla scoperta di questo padre immensamente amato, e ne ha raccolto ogni traccia. Per ricostruirne la figura pubblica e privata, Benedetta ha scavato fra le carte professionali come fra quelle intime. Ha riletto i suoi libri, gli articoli di giornale, le pagine di diario, gli appunti in cui il Tobagi storico riflette sulla situazione politica e le lettere sentimentali dove, giovane studente, cerca di affascinare una ragazza misteriosa. Ha ascoltato i ricordi di chi lo ha conosciuto: i famigliari, gli amici, i politici, i colleghi del Corriere, la gente che lo ha incontrato solo di passaggio e i molti personaggi, a volte ambigui o restii, che hanno incrociato la sua storia. Ha letto e studiato gli atti processuali, con rabbia, amarezza e tanta voglia di capire un periodo complesso come gli anni '70; ancor più difficile da comprendere per chi in quegli anni nasceva. E lo ha analizzato con rigore, cercando il distacco dello storico.
Ne nasce un libro tenero e terribile, in cui si muovono figure e personaggi, buoni e cattivi, potenti e innocenti; in cui riecheggiano voci forti e silenzi senza fondo, gioie famigliari perdute e ferite mai rimarginate. E dove si intrecciano analisi storiche lucide e dettagliate e, per questo, spesso desolanti. Il racconto possiede una forza narrativa che fa parlare i vuoti, una voce solida e vibrante che scandaglia i confini tra zone di luce e zone d'ombra, alla ricerca di una verità che sembra sempre sfuggire dalle mani.

La mia recensione
Libro dall'alto valore storico ed affettivo (visto che la figlia ricorda il padre che non ha quasi conosciuto), ma… per me che amo leggere tutt'altro genere è stato di una pesantezza unica! Troppi nomi (tra protagonisti della scena politica e giornalistica italiana, tra buoni e cattivi e tra assassini e assassinati) e troppe date da ricordare. In più di un'occasione ho perso il filo del discorso e son dovuto tornare indietro di venti/trenta pagine.
Voto: ⭐⭐ (2 su 5)

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