Titolo originale: The Godfather
Formato: copertina rigida
Pagine: 451
Editore: Dall'Oglio (prima edizione 1970)
Data di acquisto: 27 ottobre 2012
Letto dal 13 al 19 agosto 2015
▪ Sinossi
Protagonista del Padrino è Don Vito Corleone, capo delle cinque famiglie che esercitano il loro potere nel mondo della mafia newyorchese. Il Padrino è uomo d'onore con un preciso codice morale, generoso con gli amici quanto implacabile con i nemici. Dalla casa di Long Island, circondato da una famiglia patriarcale, comanda il vasto impero sotterraneo della malavita americana: gioco, corse di cavalli, prostituzione, neppure il mondo di Hollywood sfugge alla sua influenza.
Don Vito è un uomo ragionevole, ma per chi rifiuta di ragionare a modo suo, la punizione è rapida e crudele, di una crudeltà raffinata che se non toglie all'avversario la vita lo priva della volontà di reagire.
Il Padrino è un romanzo ricco di tensione e di colpi di scena, ma anche un documento, tuttora incredibilmente autentico, di una società violenta che non esita di fronte al ricatto, all'omicidio e alla tortura per imporre le proprie leggi. I legami della famiglia, i rituali del rispetto, gli intrecci tra potere politico e malavita, gli spietati regolamenti di conti, la vita quotidiana dei boss e dei loro sicari, il ruolo dei "consigliori", la capillare organizzazione degli affari illeciti, gli amori, i matrimoni, i funerali, i tradimenti e le vendette: Mario Puzo ha messo vita e verità in ogni più piccolo particolare realizzando un affresco narrativo di grande impatto, un romanzo che è da tempo divenuto un classico.
▪ La mia recensione
Il Padrino, bellissimo ed epico capolavoro di Mario Puzo del 1970 ha, per così dire, il potere di portarti a fare il tifo per i cattivi per eccellenza: i mafiosi! Tutta la trama delle 450 pagine del libro, può essere estremamente sintetizzata in una spietata guerra (tra tradimenti e sesso… e senza esclusione di colpi) tra la famiglia newyorkese dei Corleone e le rivali Barzini e Tattaglia. Contemporaneamente, e quasi in maniera paradossale, leggiamo anche della voglia di pace armata, in stile Guerra Fredda, tra i Corleone (capeggiati prima da Don Vito, il Padrino per eccellenza, e, dopo la sua morte, l'unica naturale di tutto il libro, dal figlio minore Michael) e tutte le altre famiglie mafiose americane.
Come avrete certamente capito, il libro tratta un argomento sempre e purtroppo attuale: la mafia e tutto ciò che questo termine lascia facilmente intuire con le sue tante diramazioni politico-affaristiche. L'opera, ovviamente visto il tema trattato, è infarcita di personaggi siciliani… eppure il mio personaggio preferito si è rivelato essere Tom Hagen, figlio adottivo (ma mai ufficializzato) di Don Vito Corleone e suo principale consigliere ma, soprattutto, vera e propria mente organizzativa di tutto l'impero criminale della famiglia Corleone: mai schierato in prima linea nei conflitti a fuoco e sempre al suo posto (ossia, affianco o un passo indietro a Don Vito prima e a Michael dopo); tutto lasciava intendere che sarebbe stato un ottimo traditore o informatore delle famiglie rivali… eppure, lui di origini tedesco-irlandesi e unico non siciliano tra i Corleone, con la sua spregiudicatezza, il suo sangue freddo davanti a situazioni molto gravi e rischiose e la sua grande abilità organizzativa, si è dimostrato molto più siciliano di tanti altri siciliani veraci apparsi nel libro.
▪ Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)
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