--- BLOG IN ALLESTIMENTO ---
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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

sabato 30 settembre 2023

Antonella Sacco: 10 racconti brevi

Antonella Sacco: 10 racconti brevi

Formato: Kindle (462 KB)
Pagine: 38
Editore: autoprodotto
ASIN: B00RMZZ3VC

Acquistato e letto l'8 aprile 2015

Sinossi
10 e più testi su temi diversi, brevi e brevissimi; spunti per riflettere sulle cose della vita.

La mia recensione
È un gran bel libro: breve con racconti brevi… ed è un vero peccato perché alcuni di loro (i più riflessivi) avrebbero meritato davvero di essere sviluppati in un libro vero e proprio. Un plauso anche alla loro autrice per il modo di scrivere: semplice e non stancante… proprio come piace a me!
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Libri (e fumetti) letti nel mese di settembre 2023… e quelli da leggere ad ottobre

I libri (ed i fumetti) che ho letto e recensito a settembre 2023:
30: Pyun Hye-Young - The Hole
15: Zagor, albo n. 749 (698) - La maledizione degli Incas
14: Julia, albo n. 300 - Le mie vacanze romane
6: Michael McDowell - La casa. Blackwater, vol. 3
4: Umberto Galimberti e Ludwig Monti - Le parole di Gesù
3: Martin Mystère, albo n. 402 - La sequenza dell'immortalità
2: Nicola Gratteri e Antonio Nicaso - Fuori dai confini: La 'ndrangheta nel mondo

Ed i libri in lettura per ottobre (ma non necessariamente in quest'ordine… e non è neanche detto che siano questi):
Mirko Zilahy - Nostra signora delle nuvole [già in lettura]
Paula Hawkins - A occhi chiusi
Giorgio Faletti - Pochi inutili nascondigli
Giulio Andreotti - I diari degli anni di piombo

Hye-young Pyun: The hole

Hye-young Pyun: The hole

Titolo originale: í™€
Formato: ePub (362.5 KB)
Pagine: 147
Editore: Mondadori (26 settembre 2023)

Data di acquisto: 27 settembre 2023
Letto dal 29 al 30 settembre 2023

Sinossi
Dopo un tremendo incidente automobilistico, costato la vita a sua moglie, Oghi si sveglia dal coma, paralizzato e sfigurato. È la suocera, vedova e ora devastata anche dalla perdita dell'unica figlia, a prendersi cura di lui. O meglio, dovrebbe prendersene cura. In realtà la donna lo trascura e lo lascia giornate intere solo nel letto. Il suo mondo si riduce ai confini della claustrofobica stanza da cui non può muoversi, dove le giornate passano lentissime, nell'ossessione del ricordo della moglie, una donna sensibile e intelligente che non è mai riuscita a realizzare i propri desideri, tranne uno: coltivare il giardino davanti a casa. E poi un giorno Oghi si accorge che la suocera sta estirpando tutto ciò che la figlia aveva piantato con tanto amore, scavando compulsivamente buche sempre più ampie e profonde. È per finire ciò che lei aveva iniziato, si giustifica. Cosa vuol dire? La storia di un uomo che, nel momento più tragico della sua vita, scopre inaspettatamente chi era davvero la donna che amava e quanto le sia costata la vita assieme a lui.

L'incipit del libro
Lentamente aprì gli occhi. Era accecante. Qualcosa lampeggiò nei chiarore. Li richiuse. Li riaprì. A fatica. Con sollievo. Era vivo. Il fastidio agli occhi e lo sforzo fisico per sollevare le palpebre ne erano la prova. Sui pannelli del soffitto, una serie di neon a distanza regolare. Un ospedale. Solo in un ospedale poteva servire tutta quella luce.
Provò a tirare su la testa: niente. Riusciva a ruotare le pupille, però.
«Signor Oghi?»
Una voce. Di donna. Dapprima offuscato, nel suo campo visivo si precisò a poco a poco un camice bianco. Gli si avvicinò quella che doveva essere un'infermiera. Emanava un odore. Non un buon odore. Acido. Come appena dopo mangiato. Ma quindi che ora era? Voleva dirle qualcosa. Dove si trovasse, inutile chiederlo. Sapeva già la risposta: dove, se non in un ospedale? Di certo non stava vivendo un'esperienza extracorporea. Perché l'odore della donna lo sentiva eccome.
«Ci siamo svegliati?»
Esaminato da vicino il viso, l'infermiera schiacciò un pulsante dietro la testata del letto.
«Se aspetta un attimo, sta arrivando il medico. Sa dove si trova?»

La mia (brevissima) recensione
"Come fa la vita a ribaltarsi di colpo? A precipitare, a svanire, a ridursi a niente? E se quello era il piano che la vita aveva in serbo, lui aveva collaborato senza saperlo?".
Mi ha profondamente deluso! Trama piatta e monotona (non succede niente di niente).
Voto: ⭐ (1 su 5)

Stephen King: Stagioni diverse

Stephen King: Stagioni diverse

Titolo originale: Different Seasons
Formato: Kindle (1446 KB)
Pagine: 371
Editore: Sperling & Kupfer (29 aprile 2014)
ASIN: B00K03U084

Data di acquisto: 24 giugno 2015
Letto dal 22 al 31 marzo 2015

Sinossi
Un quartetto di racconti in bilico tra l'orrore e l'avventura, l'incubo e la fantasia. Il riscatto di un uomo condannato ingiustamente per omicidio. Il morboso rapporto tra un adolescente e un ex nazista. Quattro ragazzini alla ricerca del cadavere di un coetaneo. Una donna che partorisce in circostanze surreali. Quattro storie da brivido, agghiaccianti e paradossali, che hanno per protagonisti mostri moderni. Tre di questi racconti hanno ispirato i film "Le ali della libertà", "L'allievo" e "Stand by me".

La mia recensione
Come ho già detto in altre mie recensioni, sto leggendo tutti i libri di Stephen King in ordine cronologico e con Stagioni diverse siamo arrivati al 1982. Questo libro non è il solito romanzo alla King ma una raccolta di quattro racconti che spaziano tra horror, avventura e soprannaturale (ed ecco spiegato il titolo del libro) con di tre di essi che sono diventati anche dei film.
Il libro non è maluccio (passatemi il temine) ma, forse per il fatto di essere spezzettato in vari racconti non mi ha proprio entusiasmato. Veniamo, quindi, ad una rapida recensione delle quattro storie: il libro si apre con Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank (da cui è stato tratto il bellissimo film "Le ali della libertà" con Tim Robbins e Morgan Freeman) ed è l'unico racconto che mi è davvero piaciuto e rapito nella sua lettura. Originale anche la trama: un uomo onesto, ingiustamente accusato dell'omicidio della moglie, trova l'occasione del riscatto della propria vita… nell'evasione dal carcere! Racconto ben scritto e ben strutturato con King abile anche a condensare in poche pagine un tentativo di evasione durato venticinque anni.
Il secondo racconto del libro Un ragazzo sveglio, poi diventato film con il titolo "L'allievo", è iniziato sotto ottime premesse (si parla dell'incontro di un bambino con un ex gerarca nazista rifugiatosi sotto falsa identità negli Stati Uniti) ma è terminato in un nulla di fatto! Io invece, da come si stava sviluppando la trama, mi sarei aspettato una strage finale o qualcosa di simile.
Il terzo racconto L'autunno dell'innocenza - Il corpo (che ha ispirato il famoso film "Stand by Me - Ricordo di un'estate") è stato il peggiore dei quattro: trama piatta (quattro adolescenti che, di nascosto dalle loro rispettive famiglie partono alla ricerca del corpo di un loro coetaneo sparito nel nulla), per giunta spezzettata anche da altri sotto-racconti che con la trama principale non hanno nulla a che fare e che mi hanno dato l'impressione di essere stati messi lì solo per allungare il brodo.
E anche Il metodo di respirazione, il racconto che chiude il libro, mi ha dato le stesse impressioni; cioè trama piatta ed anonima e, anche qui, divisa in due distinte sottotracce (un uomo è invitato in un club in cui si raccontano storie soprannaturali, ed una di esse parla di un medico che riesce a far partorire una donna appena decapitata in un incidente stradale).
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

Robert Harris: Fatherland

Robert Harris: Fatherland

Titolo originale: Fatherland
Formato: copertina flessibile
Pagine: 350
Editore: CDE su licenza Mondadori (maggio 1993)

Data di acquisto: giugno 1993
Letto dal - al 31 marzo 2015

Sinossi
1964, la Germania ha vinto la guerra, l'Impero tedesco si estende dal Reno agli Urali, Hitler sta per compiere 75 anni, e il presidente americano Joseph Kennedy annuncia una visita a Berlino per negoziare la distensione. Ma l'Impero scricchiola… Il corpo di un gerarca nazista affiora da un lago, Xavier March è incaricato delle indagini.

La mia recensione
Ho riletto questo libro dopo quasi un quarto di secolo dalla mia prima volta; avevo dimenticato quanto fosse bello e, in un certo senso, anche istruttivo. La lettura, anzi rilettura, è stata talmente piacevole che, nonostante le sue quasi 400 pagine, è andato giù tutto d'un fiato e nel corso di un'intera notte. Si tratta di un giallo fantapolitico/fantastorico (e chi segue le mie recensioni sa che è proprio il mio genere preferito) ambientato in una Germania mai esistita ma che avrebbe certamente visto la luce se Hitler ed il nazismo avessero vinto la Seconda guerra mondiale… con tutto ciò che ne sarebbe conseguito!
Ma veniamo a noi. Questo libro, lo dico senza tanti giri di parole, è un capolavoro… con luoghi e palazzi vari descritti davvero in modo magistrale da Robert Harris. Ed ottima la trama, molto ben articolata e sviluppata sino all'epilogo finale con la sua sconvolgente verità! Ah, nel libro incontriamo anche un certo mondo politico corroso da malaffare, tangenti e corruzioni: notate qualche analogia con l'attualità della nostra epoca?
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

venerdì 29 settembre 2023

Agatha Christie: Le fatiche di Hercule

Agatha Christie: Le fatiche di Hercule. Hercule Poirot, vol. 27

Titolo originale: The Labours of Hercules
Formato: Kindle (776 KB)
Pagine: 211
Editore: Mondadori
ISBN-13: 978-8804508519

Data di acquisto: 25 marzo 2015
Letto dal - al -

Sinossi
Durante una visita di cortesia il dottor Burton porta la conversazione sull'insolito nome di Poirot, e su come alcuni dei nomi che i genitori danno ai loro figli non si rivelino adatti agli stessi (il contrario della locuzione latina nomen omen). Poirot ammette la sua ignoranza in merito e successivamente la discussione prosegue toccando altri argomenti. L'investigatore sul finire della conversazione manifesta la propria intenzione di ritirarsi dalle scene, dopo aver risolto ancora pochi casi; affermazione che non è creduta dal dottor Burton il quale sostiene che Poirot sia una prima donna, impossibilitata a lasciare la sua professione, sebbene le sue non possano certo definisci fatiche di Ercole. L'investigatore, punto sul vivo, decide, dopo essersi informato, di seguire in maniera simbolica il proprio omonimo antecedente, accettando quindi solo casi che presentassero qualche attinenza con le stesse.

La mia recensione
Avevo già letto un altro libro di Agatha Christie con le avventure di Hercule Poirot e ne ero rimasto abbastanza deluso. Questo libro, invece, mi ha completamente preso ed affascinato, tanto da averlo letto in un colpo solo (nel corso di un'intera notte). Qui non abbiamo solo un'avventura dell'affabile detective ma diversi racconti che lo vedono protagonista, uniti tutti da una caratteristica abbastanza singolare e curiosa: Poirot, per farla breve, prima di ritirarsi cerca di rifare le dodici gesta del suo più famoso e mitico omonimo (Ercole e, appunto, le dodici fatiche); ma mentre l'eroe mitologico usava i muscoli, in queste nuove fatiche l'eroe moderno usa… cervello, astuzia ed intuito!
Come sempre, non vi rovino la trama ed il finale (anzi, i finali), ma lasciatemi dire che la lettura è molto fluente e, anche se i racconti sono abbastanza brevi, non mancano i classici colpi di scena in stile Agatha Christie.
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

giovedì 28 settembre 2023

Wilbur Smith: Figli del Nilo

Wilbur Smith: Figli del Nilo. Il ciclo egizio, vol 3

Formato: Kindle (1072 KB)
Pagine: 654
Editore: Longanesi (16 ottobre 2010)
ASIN: B0065N8SSC

Acquistato a febbraio 2015
Letto dal 2 al 14 marzo 2015

Sinossi
Densa come una nube di sabbia sollevata dal khamsin, il vento che tutto avvolge nel suo turbine, è la minaccia che incombe sull'Egitto dopo la morte del saggio e glorioso Faraone Tamose. Una minaccia che si nutre non solo del sangue del popolo egizio, che arrossa i campi di battaglia nell'interminabile guerra contro gli Hyksos, gli invasori stanziati nel nord del Paese, ma anche del suo animo, corroso da individui sprezzanti della volontà divina, come Naja, il crudele e ambizioso reggente.
Un uomo soltanto sa che quel khamsin generato dall'odio e dall'inganno deve essere disperso, altrimenti l'intera civiltà egizia sarà annientata: quell'uomo è Taita, l'anziano eunuco che ormai da anni vive nel deserto, in assoluta solitudine, affinando le sue arti magiche e custodendo la tomba dell'adorata regina Lostris.
Ed è proprio Lostris, apparsagli in sogno, a richiamare Taita all'azione: soltanto sotto la sua guida, infatti, il giovane principe Nefer, figlio di Tamose, potrà percorrere la difficile strada che lo condurrà verso il suo destino di Faraone in un Egitto nuovamente riunito e in pace.
Costretti a fuggire dalla loro patria, Taita e Nefer dovranno combattere insieme il pericolo incombente, ognuno con le proprie armi: Taita il mago diventerà terra, acqua, aria e fuoco, piegando gli elementi alla sua volontà e affrontando le ombre del male con arcani riti; Nefer il principe diventerà un guerriero, imparando che nulla è più letale della forza che vibra nell'animo dei giusti…

La mia recensione
Terzo capitolo della serie egizia di Wilbur Smith incentrata sulla figura di Taita, lo schiavo tuttofare che, da schiavo eunuco, diventa persona libera e punto di riferimento per i vari faraoni che si sono succeduti nel corso della sua vita. In questa nuova avventura, quello che tutti ormai definiscono mago e stregone (ma, in realtà, Taita è solo un medico all'avanguardia ed un attento osservatore), deve affrontare la minaccia rappresentata da due falsi faraoni e contemporaneamente, districarsi tra varie peripezie, tradimenti, inganni, maghi e falsi dei ed istruire (non prima di avergli salvato la vita) il giovane faraone Nefer Seti, discendente della bellissima regina Lostris, già incontrata nel primo libro della saga.
Romanzo davvero appassionante che, quindi, cattura il lettore e, nonostante le sue 600 e passa pagine, lo sprona ad andare avanti nella bellissima lettura. L'unico appunto che mi sento di dare al libro è che (sperando di non rovinarvi la lettura) le scene di sesso e stupro vengono descritte con troppa dovizia di particolari!
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Andrea Camilleri: Il gioco della mosca

Andrea Camilleri: Il gioco della mosca

Formato: copertina flessibile
Pagine: 104
Editore: Sellerio Editore (6 ottobre 1997)
ISBN-13: 9788838913877

Data di acquisto: 2 ottobre 2020
Letto dal 4 al 7 giugno 2021

Sinossi
Si tratta di microstorie, ciascuna delle quali è all'origine di un modo di dire, di una "frase celebre" facente parte di una vera e propria mitologia familiare e cittadina, risalente agli anni dell'infanzia dell'autore, quando Porto Empedocle si chiamava ancora Molo di Girgenti. "Non posso in coscienza affermare che le cose qui scritte appartengano esclusivamente alla mia fantasia… quasi tutte mi vennero raccontate da coloro che sono i veri autori di queste pagine, cioè i membri della mia famiglia, paterni e materni".

L'incipit del libro
A beddruzza o' papà. La pallina al papà. A commentare un'azione che può apparire disinteressata, altruista, ma che in realtà è assai redditizia per chi la compie. Gnazio Spidicato faceva il contabile nello scagno di mio nonno che si occupava di commercio di zolfi. Aveva uno stipendio minimo, a casa l'aspettavano moglie e cinque figli piccoli, di cui tre gemelli. Certamente doveva fare salti mortali per nutrire la numerosa famiglia e lui pubblicamente si vantava di farli, a destra e a manca raccontando come alla lettera si levasse il pane di bocca per darlo ai suoi, come il suo unico nutrimento fossero i suoi famigliari che mangiavano.

La mia brevissima recensione
Il gioco della mosca è una sorta di dizionario siciliano-italiano dei detti e dei proverbi del "variegato" mondo di Andrea Camilleri. Ma è anche, e soprattutto, una descrizione di piccole gag e piccoli avvenimenti della giovinezza del maestro stesso. Lettura piacevole e a tratti anche divertente ma, alla lunga, monotona e spossante.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

Cormac McCarthy: Cavalli selvaggi

Cormac McCarthy: Cavalli selvaggi. Trilogia della frontiera, vol. 1

Titolo originale: All the Pretty Horses
Formato: ePub (454.2 KB)
Pagine: 304
Editore: Einaudi (7 ottobre 2010)
ASIN: B005VOHBBQ

Data di acquisto: 6 agosto 2023
Letto dal 21 al 28 settembre 2023

Sinossi
Texas, 1949. Lacerato ogni legame che lo stringeva alla terra e alla famiglia, John Grady Cole sella il cavallo e insieme all'amico Rawlins si mette sull'antica pista che conduce alla Frontiera e più in là al Messico, inseguendo un passato nobile e, forse, mai esistito. Attraverso la vastità di un territorio maestoso e senza tempo, i due cowboy, cui si aggiunge il tragico e selvaggio Blevins, intraprendono un viaggio mitico che li porterà fin nel cuore aspro e desolato dei monti messicani. Qui la vita sembra palpitare allo stesso ritmo dei cavalli bradi e gli occhi di Alejandra possono «in un batter di cuore sconvolgere il mondo».
Con una narrazione che all'asciuttezza stilistica di Hemingway unisce la ritmicità incantatoria di Faulkner, McCarthy strappa al cinema il sogno western e lo restituisce, con sorprendente potere evocativo, alla letteratura.

L'incipit del libro
La fiamma della candela e la sua immagine riflessa nello specchio si contorsero e si raddrizzarono quando entrò nell'ingresso e di nuovo quando chiuse la porta. Si tolse il cappello, avanzò lentamente facendo scricchiolare il pavimento di legno sotto gli stivali e rimase in piedi, vestito di nero, davanti allo specchio scuro nel quale i pallidi gigli si protendevano dall'esile vaso di cristallo. Nel freddo corridoio alle sue spalle, alle pareti rivestite di legno erano appesi i ritratti, incorniciati sottovetro e fiocamente illuminati, di alcuni avi che conosceva solo vagamente. Abbassò lo sguardo sul mozzicone di una candela gocciolante, lasciò l'impronta del pollice nella cera tiepida colata sul ripiano di quercia e guardò quel viso smunto affondato tra le pieghe del raso funebre, i baffi ingialliti e le palpebre sottili come carta. No, non era sonno. Non era affatto sonno.

La mia (brevissima) recensione
"Perché il mondo fosse a posto o perché lui fosse a posto nel mondo, si sarebbe accorto che mancava qualcosa e sarebbe andato in giro continuamente e dovunque finché non si fosse imbattuto in un cavallo, e allora avrebbe capito subito che il cavallo era e sarebbe stato sempre quel che cercava".
Non dico che questo romanzo mi ha deluso, ma poco ci manca… Cavalli selvaggi è scritto veramente bene (e ci mancherebbe altro visto lo spessore dell'autore) ma la trama, quel poco di trama che c'è, è davvero lentissima e senza alcun acuto di sorta: seguiremo le peripezie dell'adolescente John Grady Cole che, volendo ricalcare le orme dei cowboy dei tempi andati, spezza i legami con la sua famiglia e, insieme all'amico Lacey Rawlins, parte in sella ad un cavallo per il Messico. Quasi subito a loro si aggrega Blevins, un bambino vagabondo e strano (possiede solo il cavallo che cavalca, una pistola alla cintura ed i vestiti che indossa). Ed è per colpa sua (forse aveva rubato sia il cavallo che la pistola, la cosa non verrà mai chiarita) che John e Rawlins ne passeranno davvero di tutti i colori, fino a vedere la morte in faccia.
Molto bella la "fotografia" della Frontiera americana e del paesaggio messicano. Ma è troppo poco per farmi amare un romanzo piatto e noioso. Pensa te: la parte che ha un po' suscitato il mio interesse è la brevissima ma intensa storia d'amore tra John Grady e Alejandra, la giovane figlia di un proprietario di un ranch.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

mercoledì 27 settembre 2023

Andrea Camilleri: Il birraio di Preston

Andrea Camilleri: Il birraio di Preston

Formato: copertina flessibile
Pagine: 248
Editore: Sellerio Editore Palermo (6 aprile 1995)
ISBN-13: 9788838910982

Data di acquisto: 30 giugno 2020
Letto dal 7 al 14 ottobre 2020

Sinossi
Camilleri inventa poco delle vicende che trasforma sulla pagina in vorticosi caroselli di persone e fatti. Qui il fatto vero, conosciuto dalla celebre Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1875-76, è il susseguirsi di intrighi, delitti e tumulti seguiti alla incomprensibile determinazione del prefetto di Caltanissetta, il toscano Bortuzzi, di inaugurare il teatro di Caltanissetta con una sconosciuta opera lirica, "Il birraio di Preston". E anche in questo attenersi al fondo di verità storica c'è probabilmente un senso preciso: in Sicilia non serve attendere che la storia si ripeta per avere la farsa. La storia, per i siciliani, si presenta subito, al suo primo apparire, con la smorfia violenta e assurda della farsa.

L'incipit del libro
Era una notte che faceva spavento, veramente scantusa. Il non ancora decino Gerd Hoffer, ad una truniata più scatasciante delle altre, che fece trimoliare i vetri delle finestre, si arrisbigliò con un salto, accorgendosi, nello stesso momento, che irresistibilmente gli scappava. Era una storia vecchia, questa della scappatina di pipì: i medici avevano diagnosticato che il picciliddro era lento d'incascio, cioè di reni, fin dalla nascita e che quindi era naturale che si liberasse a letto. Ma il padre, l'ingegnere minerario Fridolin Hoffer, da quell'orecchio mai aveva voluto sentirci, non si dava pace d'avere messo al mondo un figlio tedesco di scarto, e quindi sosteneva che non si trattava di cure ma di kantiana educazione della volontà, per cui ogni mattina che Dio mandava in terra si metteva a ispezionare, sollevando coperta o lenzuolo a secondo di stascione, il letto del figlio e, infilata la mano inquisitoria, al subito immancabile vagnaticcio reagiva con una potente timbulata al bambino la cui guancia colpita a vista d'occhio pigliava a gonfiarsi come un muffoletto di pane ad opera di lievito di birra.

La mia recensione
"Vogliamo mannàrisi a farsi fottere il mondo? Eccomi in prima fila! Ma pirchì? Per comu? Per quale scascione? Nun me n'importa nenti di nenti. Appena c'è da fare danno, ruvina, minnitta, mi viene la smania, ci devo essere puro io".
Come già sapete, sto leggendo tutte le opere di Andrea Camilleri in ordine cronologico… e questo romanzo, sino a questo momento, è il migliore del maestro. Che dire…? Un capolavoro in cui si rivela tutto il suo genio e la sua capacità di "modellare "la lingua italiana.
Il birraio di Preston è un romanzo corale, coinvolgente e divertente (giuro: ridevo da solo!) contro il potere e l'ordine costituito: infatti, siamo nel dicembre del 1854 e durante (ma anche prima e dopo) l'inaugurazione del teatro cittadino di Vigata, assistiamo ad una mezza rivolta popolare in cui, tra varie divertenti situazioni (alcune al limite del paradosso), succede veramente di tutto e di più.
Tra i tanti personaggi che affollano il libro, spicca maggiormente la figura del delegato Puglisi, una sorte di commissario Montalbano ante litteram.
Particolarità molto interessante del romanzo è il fatto che lo si può iniziare a leggere partendo da qualsiasi capitolo senza che il filo logico del romanzo stesso ne risenta.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Anna Russo: Il baffo del dittatore

Anna Russo: Il baffo del dittatore

Formato: Kindle (248 KB)
Pagine: 67
Editore: A New Life (21 dicembre 2012)
ISBN-13: 9781301253173

Data di acquisto: 26 agosto 2013
Letto il 24 febbraio 2015

Sinossi
Se lo avessero saputo non lo avrebbero mai catturato, anzi si sarebbero ben guardati dal farlo. Il fatto è che lui quel giorno sembrava un cane e loro presero il cane. Quel giorno faceva molto freddo. Era una settimana che faceva un freddo così e la gente non ne poteva più. In realtà la gente non ne poteva più di molte cose, ma di tutte le altre era proibito lamentarsi. Così tutti finivano per lamentarsi esageratamente del freddo, concentrando sulle condizioni atmosferiche tutte le loro pene. Era per il freddo che non c'era il pane, sempre per il freddo che non c'era il latte. Per il freddo la carne non c'era più da molto tempo e ancora a causa del freddo la gente spariva. Così grazie al freddo potevano parlare di tutto quello che volevano, perché tutto quello che volevano dire non si poteva dire: era vietato. Ma a lui (quello che sembrava un cane) di tutto quello che era vietato non importava un bel nulla e niente e nessuno avrebbe potuto impedirgli di dire quello che pensava. Lui aveva una vecchia pelliccia grigia, non aveva alcun nome e aveva cinque anni e a parte questo non aveva altro. Anzi non è vero, un nome lo aveva, ma se adesso lo dico suonerebbe troppo strano, così lo saprete solo tra qualche pagina. In realtà era un nome che ciascuno interpretava a suo modo, ma comunque lo rese sempre riconoscibile…

La mia recensione
Libricino di appena 67 pagine che è una vera e propria (bellissima) fiaba per bambini e, vista la sua morale, anche (e soprattutto) per grandi. Si parla della guerra (in questo caso della Seconda guerra mondiale), ma vista da un'angolazione davvero particolare: quella dei cani. Con la loro smisurata fedeltà ed il loro grandissimo coraggio. Come detto prima, il libro è davvero eccezionale, ma se proprio vogliamo trovargli un difetto, dico subito che io ne avrei fatto un libro vero e proprio e non un volumetto di 67 pagine.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

martedì 26 settembre 2023

Andrea Camilleri: La forma dell'acqua

Andrea Camilleri: La forma dell'acqua. Montalbano, vol. 1

Formato: copertina flessibile
Pagine: 173 pagine
Editore: Sellerio Editore (10 marzo 1994)
ISBN-13: 9788838910173

Data di acquisto: 17 luglio 2019
Letto dal 6 al 9 agosto 2020

Sinossi
Il primo omicidio letterario in terra di mafia della seconda repubblica, un omicidio eccellente seguito da un altro, secondo il decorso cui hanno abituato le cronache della criminalità organizzata, ha la forma dell'acqua ("Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. "Qual è la forma dell'acqua?". "Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"). Prende la forma del recipiente che lo contiene. E la morte dell'ingegnere Luparello si spande tra gli alambicchi ritorti e i vasi inopinatamente comunicanti del comitato affaristico politico-mafioso che domina la cittadina di Vigata, anche dopo il crollo apparente del vecchio ceto dirigente. Questa è la sua forma. Ma la sua sostanza (il colpevole, il movente, le circostanze dell'assassinio) è più antica, più resistente, forse di maggior pessimismo: più appassionante per un perfetto racconto poliziesco. L'autore del quale, Andrea Camilleri, è uno scrittore e uno sceneggiatore che pratica il giallo e l'intreccio con una facilità e una felicità d'inventiva, un'ironia e un'intelligenza di scrittura che, oltre il divertimento severo del genere giallo, appartengono all'arte del raccontare. Cioè all'ingegno paradossale di far vedere all'occhio del lettore ciò che si racconta, e di contemporaneamente stringere con la sua mente la rete delle sottili intese.

L'incipit del libro
Lume d'alba non filtrava nel cortiglio della «Splendor», la società che aveva in appalto la nettezza urbana di Vigata, una nuvolaglia bassa e densa cummigliava completamente il cielo come se fosse stato tirato un telone grigio da cornicione a cornicione, foglia non si cataminava, il vento di scirocco tardava ad arrisbigliarsi dal suo sonno piombigno, già si faticava a scangiare parole. Il caposquadra, prima di assegnare i posti, comunicò che per quel giorno, e altri a venire, Peppe Schèmmari e Caluzzo Brucculeri sarebbero stati assenti giustificati. Più che giustificata infatti l'assenza: i due erano stati arrestati la sera avanti mentre tentavano di rapinare il supermercato, armi alla mano.
A Pino Catalano e a Saro Montaperto, giovani geometri debitamente disoccupati come geometri, ma assunti in qualità di «operatori ecologici» avventizi in seguito al generoso intervento dell'onorevole Cusumano, per la cui campagna elettorale i due si erano battuti corpo e anima (esattamente nell'ordine: il corpo facendo assai più di quanto l'anima fosse disposta a fare), il caposquadra assegnò il posto lasciato vacante da Peppe e Caluzzo, e precisamente il settore detto la mannara, perché in tempi immemorabili pare che un pastore avesse usato tenervi le sue capre. Era un largo tratto di macchia mediterranea alla periferia del paese che si spingeva quasi fin sulla pilaia, con alle spalle i resti di un grande stabilimento chimico, inaugurato dall'onnipresente onorevole Cusumano quando pareva che forte tirasse il vento delle magnifiche sorti e progressive, poi quel venticello rapidamente si era cangiato in un filo di brezza e quindi si era abbacato del tutto: era stato capace però di fare più danno di un tornado, lasciandosi alle spalle una scia di cassintegrati e disoccupati. Per evitare che le torme vaganti in paese di nìvuri e meno nìvuri, senegalesi e algerini, tunisini e libici, in quella fabbrica facessero nido, torno torno vi era stato alzato un alto muro, al di sopra del quale le strutture corrose da malottempo, incuria e sale marino, ancora svettavano, sempre più simili all'architettura di un Gaudi in preda ad allucinogeni.

La mia recensione
"Il questore aveva sostenuto che ogni morte, anche la più abietta, conservava sempre una sua sacralità. Montalbano aveva ribattuto, ed era sincero, che in ogni morte, magari in quella di un Papa, non arrinisciva a vederci niente di sacro".
Un importante politico locale viene trovato morto, e con i pantaloni abbassati, in aperta campagna, in un luogo dove sono solite appartarsi le prostitute. Ecco, questo è il primo mistero da risolvere per il commissario Salvo Montalbano, il personaggio (letterario e televisivo) nato dalla penna del maestro Andrea Camilleri.
In questa prima avventura del commissario, la fa da padrona l'ironia e la maestria del maestro che, letteralmente, sbeffeggia il potere politico che si erge a difesa di se stesso. La storia, per dirla tutta (ed in tutta onestà), non è niente di eccezionale: è solo un incessante ripetizione di scenette/macchiette tra Montalbano e gli altri personaggi (e tra un colpo di scena e l'altro), sino all'epilogo finale.
Le due caratteristiche principali di questo romanzo sono sia il linguaggio misto italiano-siciliano utilizzato da Camilleri (pare ostico ma ci si fa presto l'abitudine a leggere e comprendere certi vocaboli), e sia il fatto che non si parli mai di Mafia, anche se in alcuni passaggi la si "intravede" comunque.
Libro consigliato a chi ama i gialli non impegnativi e chi vuol accostarsi alle avventure del commissario Montalbano.
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

lunedì 25 settembre 2023

Clara Sánchez: Le mille luci del mattino

Clara Sánchez: Le mille luci del mattino

Formato: copertina rigida
Pagine: 263
Editore: Garzanti Libri (5 febbraio 2015)
ISBN-13: 978-8811682981

Data di acquisto: 4 febbraio 2015
Letto dal 18 al 24 febbraio 2015

Sinossi
Madrid. La luce si riflette sulle immense pareti a specchio del palazzo. Emma guarda dalla sua scrivania il mondo che si perde in quell'intenso bagliore. Fare l'impiegata in una grande azienda non è mai stata la sua aspirazione. Ma Emma deve ricominciare dopo il fallimento della sua storia d'amore e del sogno di diventare una scrittrice. Il posto di assistente è arrivato al momento giusto.
Eppure quel lavoro non è come se l'aspettava. Il suo capo, Sebastiàn Trenas, passa le giornate a leggere libri: nessuna telefonata, nessuna riunione. Emma non riesce a spiegarselo, ma il suo sesto senso le suggerisce di non fare domande… Fino a quando, mettendo in ordine certe vecchie carte, smuove qualcosa che doveva rimanere nascosto.
Da allora tutto cambia: Trenas perde la carica di vicepresidente e dopo pochi giorni muore. Emma si sente in colpa e ha paura di quello che le sta accadendo intorno. Perché nulla è come appare. E ora che due oscuri personaggi, due fratelli manager di successo, hanno sostituito il suo capo, la ragazza è convinta che i suoi sospetti siano fondati e che sia necessario scavare nel passato.
Un passato che parla di bugie e segreti, di amori clandestini e di adozioni difficili. Solo in sé stessa Emma può trovare il coraggio per svelare il mistero.
Perché c'è chi vuole che su ogni cosa ricada il silenzio. Un silenzio a cui Emma ha deciso di dare finalmente una voce.

La mia (brevissima) recensione
Il primo lavoro di Clara Sanchez che mi ha letteralmente deluso. Primo: trama piatta che più piatta di così non si può; secondo: vai avanti nella lettura sperando che prima o poi succeda o accada qualcosa e… niente! No Clara, così non ci siamo proprio!
Voto: ⭐⭐ (2 su 5)

Andrea Camilleri: La bolla di componenda

Andrea Camilleri: La bolla di componenda

Formato: copertina flessibile
Pagine: 124
Editore: Sellerio Editore Palermo (20 giugno 2018)
ISBN-13: 978-8838913686

Data di acquisto: 30 giugno 2020
Letto dall'11 al 13 luglio 2020

Sinossi
"Componenda" significa accordo, compromesso, transazione intesa a sanare un contenzioso tra parti. Fa pensare all'accordo tra due privati o, quando non privati, a pattuizioni di poteri occulti, torbidi, segreti. Tutto il contrario della posizione di uno stato di diritto che non compone, ma garantisce imparzialmente contro i torti. E invece, in Sicilia almeno, non si è dato nella storia potere che non si ritenesse parte di una componenda, di fronte ad altri poteri, a danno di chi, per modestia, per debolezza, per isolamento, non riusciva a garantirsi con nessun potere. E lo Stato italiano si aggiusterà a questa pratica tradizionale, nei confronti del brigantaggio, della mafia e dei tanti prepotenti.

L'incipit del libro
"Travagliari" - o meglio "travagghiari" - in siciliano significa semplicemente lavorare, senza fare differenza tra lavoro pesante, spaccareni, e lavoro leggero o di sola testa e magari di piacimento. In italiano invece le cose cangiano di radica: sempre e comunque travagliare implica grave pondo di fatica, sforzo, doloranza, si usa dire infatti del travaglio del parto oppure, in discorsi superni ci si compiace del travaglio dell'anima.

La mia (brevissima) recensione
"In Sicilia, parliamo solo di cose concrete, di fatti, non lasciamoci coinvolgere nel gioco delle supposizioni, delle insinuazioni, delle allusioni, delle mezze frasi, del detto e non detto. I siciliani in questo campo ambiguo sono maestri".
Andrea Camilleri è un affabulatore come pochi. Ed in questo libretto (datato 1993) ce ne dà ampia prova. Il maestro, usando come suo solito, un linguaggio semplice, colorito e tagliante, ci spiega il "metodo Sicilia" applicato al resto d'Italia; ossia, le cose dette e non dette in chiave "malandrinaggio". Tutto qui!
Libro divertente ed istruttivo ma che, in alcuni punti, è molto "soporifero" e ripetitivo.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

Terry Goodkind: Debito di ossa. Prequel de "La Spada della Verità"

Terry Goodkind: Debito di ossa. Prequel de "La Spada della Verità"

Formato: Kindle (1526 KB)
Pagine: 88
Editore: Fanucci Editore (19 gennaio 2012)
ASIN: B00C3HI4XS
Acquistato e letto il 22 febbraio 2015

Sinossi
Al Mastio del Mago si presenta Abby, una giovane abitante di un piccolo villaggio invaso dalle truppe di Panis Rahl. La guerra con il D'Hara sta mietendo numerose vittime nelle Terre Centrali, e Zeddicus Zu'l Zorander è impegnato, in qualità di Primo Mago, a contrastare gli incantesimi e le atrocità del nemico. Abby però arriva a esigere l'adempimento di un'antica promessa, il pagamento di un debito di ossa che Zedd aveva contratto con la madre della giovane: in virtù di quell'antico e potente legame, Abby chiede al Primo Mago di salvare Coney Crossing dai crudeli soldati che l'hanno occupato, prendendo in ostaggio tutta la sua famiglia. Ma quando Zedd riesce a raggiungere il villaggio, scopre di essere caduto in una trappola preparata apposta per lui dalle forze di Panis Rahl, che lo sottoporrà al più terribile dei ricatti…

La mia recensione
Questo breve libricino (appena 88 pagine) è sì solo un prequel della saga della Spada della Verità ma, a mio modesto parere, è fatto e scritto davvero bene. Lo scopo dell'opera (con le sue magie, i suoi tradimenti e le sue rivelazioni) è fare da apripista alla saga vera e propria e per far conoscere uno dei suoi personaggi chiave (tutti gli altri non sono ancora nati): il mago Zeddicus. Beh, che dire? Se lo scopo di Terry Goodkind era stupirmi e stimolarmi a leggere gli altri 11 volumi della Spada della Verità… ci è pienamente riuscito!
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

----- La Spada della Verità - Piano dell'opera -----
- Prequel: Debito di Ossa (1998)
- Volume 1 (La prima regola del mago): L'assedio delle tenebre (1998) / La profezia del mago (1999)
- Volume 2: Il guardiano delle tenebre (1999) / La pietra delle lacrime (2000)
- Volume 3: La stirpe dei fedeli (2000) / L'Ordine Imperiale (2000)
- Volume 4: La profezia della luna rossa (2001) / Il tempio dei venti (2001)
- Volume 5: L'anima del fuoco (2002)
- Volume 6: La fratellanza dell'Ordine (2003)
- Volume 7: I pilastri della creazione (2004)
- Volume 8: L'impero degli indifesi (2005)
- Volume 9: La catena di fuoco (2006)
- Volume 10: Fantasma (2007)
- Volume 11: Scontro finale (2008)

domenica 24 settembre 2023

Andrea Camilleri: La stagione della caccia

Andrea Camilleri: La stagione della caccia

Formato: copertina flessibile
Pagine: 154
Editore: Sellerio (10 marzo 1994)
ISBN-13: 978-8838910180

Data di acquisto: 22 novembre 2019
Letto dal 27 al 30 novembre 2019

Sinossi
In un libretto su una strage di stato a ridosso della rivoluzione siciliana del 1848, pubblicato qualche anno fa (monografia storica, ma scritta con la grazia e l'umorismo del narratore), Camilleri ripeteva un'idea a lui evidentemente molto cara. Che i siciliani sono "tragediatori", sono paghi cioè soltanto quando possono finalmente fondere insieme la vita e la scena, recitare, appunto sulla scena della vita, ciò che succede loro veramente tornando in illusione a comandare sulla sorte e mutandola in sogno. Di questo teatro della vita Camilleri mostra di amare soprattutto il lato di commedia; e commedia - racconto della commedia che un paese siciliano di fine Ottocento inscena vivendo una catena di morti e un amore cocciuto - è La stagione della caccia. Ma non commedia dell'arte, farsa di macchiette; al contrario, genere alto, in cui ciascuna delle parti in gioco è un personaggio scolpito (con un brio che dà tenace divertimento) nell'atto in cui svolge il suo gioco delle parti. Camilleri spiega di aver tratto l'idea del romanzo (che avrebbe potuto essere piegato linearmente a intrigo giallo, e lo è invece a sorpresa, tortuosamente) da una battuta registrata nella famosa "Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1876". All'interrogante, che chiedeva se si fossero verificati fatti di sangue in un paesino, veniva risposto: "No. Fatta eccezione del farmacista che per amore ha ammazzato sette persone". Come a dire: non è successo nient'altro che un sogno. Il sogno che questo libro viene a raccontare.

L'incipit del libro
Il pacchetto a vapore che faceva navetta postale da Palermo, il «Re d'Italia» - ma dai siciliani testardamente continuato a chiamare «Franceschiello» per un miscuglio di abitudine, luffarìa e omaggio al re borbone che aveva istituito il servizio - attraccò, spaccando il minuto, alle due del dopopranzo del capodanno del 1880, nel porto di Vigàta.

La mia recensione
"La femmina è lo scarso rimpiazzo di una buona minata".
Non ho visto l'omonimo telefilm del 2019 quindi il libro me lo sono "gustato" fino in fondo. Si parla di vendetta. Il famosissimo proverbio dice che "la vendetta è un piatto che va servito freddo"… e così è per questo bel romanzo di Andrea Camilleri. La stagione della caccia è un giallo storico (siamo nella Sicilia di fine '800) decisamente "sui generis": piacevole ed ironico (si ride proprio dei morti, e delle loro morti, che incontreremo strada facendo nella lettura).
La particolarità di questo romanzo breve è il suo essere corale: siamo in una Vigata, la futura location delle indagini di Montalbano, piena zeppa di tanti personaggi (uno più simpatico dell'altro… anche quelli un po' antipatici!), con Alfonso "Fofò" La Matina che assurge a personaggio principale solo nel finale.
Una sola cosa mi ha lasciato un po' perplesso (e per questo ho tolto una "stella" dal mio voto): sul finire della storia, che bisogno c'era di introdurre un nuovo personaggio, l'ufficiale di polizia appena trasferito a Vigata, quando in paese c'era già il delegato Portera, peraltro già vicinissimo alla soluzione del giallo?
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

Alessia Gazzola: Una lunga estate crudele

Alessia Gazzola: Una lunga estate crudele. L'allieva, vol. 4

Formato: copertina rigida
Pagine: 313
Editore: Longanesi (29 gennaio 2015)
ISBN-13: 978-8830440968

Data di acquisto: 21 gennaio 2015
Letto dal 14 al 18 febbraio 2015

Sinossi
Alice Allevi, giovane specializzanda in medicina legale, ha ormai imparato a resistere a tutto. O quasi a tutto. Da brava allieva, resiste alle pressioni dei superiori, che le hanno affidato la supervisione di una specializzanda… proprio a lei, che fatica a supervisionare se stessa! E lo dimostra anche la sua tortuosa vita sentimentale.
Alice, infatti, soffre ancora della sindrome da cuore in sospeso che la tiene in bilico tra due uomini tanto affascinanti quanto agli opposti: Arthur, diventato l'Innominabile dopo troppe sofferenze, e Claudio, il medico legale più rampante dell'istituto, bello e incorreggibile, autentico diavolo tentatore. E infine, Alice resiste, o ci prova, all'istinto di lanciarsi in fantasiose teorie investigative ogni volta che, in segreto, collabora alle indagini del commissario Calligaris. Il quale invece dimostra di nutrire in lei più fiducia di quanta ne abbia Alice stessa.
Ma è difficile far fronte a tutto questo insieme quando, nell'estate più rovente da quando vive a Roma, Alice incappa in un caso che minaccia di coinvolgerla fin troppo. Il ritrovamento dello scheletro di un giovane attore teatrale, che si credeva fosse scomparso anni prima e che invece è stato ucciso, è solo il primo atto di un'indagine intricata e complessa.
Alice dovrà fare così i conti con una galleria di personaggi che, all'apparenza limpidi e sinceri, dietro le quinte nascondono segreti inconfessabili. Alice lo sa: nessun segreto è per sempre. E chi non impara a tenere a bada i propri segreti finisce col lasciarsene dominare… fino al più tragico e crudele dei finali.

La mia recensione
Una lunga estate crudele è il quinto libro (che diventa il sesto se consideriamo anche il breve ebook Un regalo inatteso) della serie con protagonista Alice Allevi. Questa volta la brillante/pasticciona specializzanda in medicina legale è costretta ad indagare nel mondo del teatro tra vari personaggi ed attori che, forti del loro mestiere, ti lasciano il dubbio se siano sinceri o meno anche nella loro vita reale!
In questo nuovo capitolo, la nostra eroina appare molto più matura e brava nel suo mestiere e, non a caso, l'ispettore Calligaris in alcune situazioni la lascia libera di agire. Viceversa, in campo sentimentale, Alice mostra tutta la sua fragilità non riuscendo a sbrogliare la matassa del suo cuore diviso tra gli storici amori Arthur e Claudio Conforti ed il nuovo arrivato Sergio Einardi.
Insomma, visto che in questo libro si parla di teatro, possiamo ben dire che la vita sentimentale di Alice appare sempre più una tragedia… e non dico altro per non rovinare il finale a chi ancora deve leggere il libro.
Beh, ma una cosa sulla brava Alessia Gazzola bisogna proprio dirla: io sono un grande appassionato di gialli e thriller e, anche se qui non troverete mai scene di sangue e morti troppo violente, il suo modo garbato di scrivere riesce lo stesso a prenderci per mano ed a metterci in condizione di indagare accanto ad Alice.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Andrea Camilleri: La strage dimenticata

Andrea Camilleri: La strage dimenticata

Formato: copertina flessibile
Pagine: 88
Editore: Sellerio Editore (giugno 2019)
ISBN-13: 978-8838913884

Data di acquisto: 11 agosto 2019
Letto dal 20 al 22 novembre 2019

Sinossi
I moti del 1848 in Sicilia come pretesto per rivalse trasformistiche da parte del notabilato: in questo contesto si svolgono due efferate stragi sulle quali le autorità si affrettarono a stendere un velo di silenzio. La prima strage avvenne a Porto Empedocle, dove il maggiore Sarzana si liberò in un sol colpo di 114 detenuti, soffocandoli e bruciandoli vivi in una cella comune; la seconda ebbe luogo a Pantelleria, dove ad opera di mafiosi e proprietari furono giustiziati 15 contadini in base a pretestuose accuse. Sulla scorta dei ricordi tramandati dalla sua famiglia, e consultando residue documentazioni, Camilleri fa rivivere quei tetri episodi in un racconto amaramente umoristico.

L'incipit del libro
C'era fra i libri di mio nonno, una tragedia in versi (e naturalmente in cinque atti) che io, ancora caruso, più che leggere, quasi quasi mi mangiai avidamente: si intitolava La tragica storia di Issione ed autore ne era, come dichiarava la copertina, il cavalier Artidoro Scibetta, notaro, mi pare di ricordare, in Aragona.

La mia (brevissima) recensione
"U cumannari è megghiu du futtiri - Comandare è meglio che fottere".
Breve libretto di neanche 90 pagine dedicato ad una strage un po' troppo frettolosamente finita nel "dimenticatoio revisionistico" della Storia con la S maiuscola.
La ricostruzione storica del maestro Camilleri si legge molto velocemente e fa molto riflettere; ma, e lo dico in tutta onestà, non mi è piaciuta e non mi ha entusiasmato per niente: Camilleri, nel narrarci un episodio di sangue, ha usato un linguaggio quasi da "macchietta siciliana" certamente non adatto ai tragici avvenimenti che si stanno narrando.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

Frank Schätzing: Breaking News

Frank Schätzing: Breaking News

Titolo originale: Breaking News
Formato: copertina rigida
Pagine: 1.014
Editore: Casa Editrice Nord (6 novembre 2014)
ISBN-13: 9788842925224

Data di acquisto: 28 dicembre 2014
Letto dal - al 12 febbraio 2015

Sinossi
Afghanistan, 2008. È l'occasione della sua vita, lo scoop che lo farà entrare nell'empireo dei giornalisti d'inchiesta: essere testimone diretto del blitz che dovrebbe portare alla liberazione di tre occidentali sequestrati dai talebani. È un azzardo, eppure Tom Hagen deve scommettere. E perderà.
Tel Aviv, 14 maggio 1948. Quando David Ben Gurion annuncia la nascita dello Stato d'Israele, per Yehuda Khan e Arik Scheinerman è un sogno che si realizza. Giovani, istruiti e ambiziosi, non vedono l'ora di mettersi al servizio del loro Paese. Yehuda, che studia agraria, vuole rendere fertile il deserto; invece Arik pensa alla carriera militare e, chissà, magari anche a quella politica: un giorno, Israele avrà bisogno di un leader forte e carismatico che possa realizzare un altro sogno. La pace.
Tel Aviv, 2011. Da quella maledetta notte di tre anni prima, da quel blitz che, per colpa sua, era finito in tragedia, Tom Hagen si sente un fallito, come uomo e come giornalista. Finché non si materializza davanti a lui una preziosa, forse unica, occasione di riscatto: la possibilità di pubblicare un dossier sulle attività illegali del governo israeliano. Hagen sa che quel dossier è come un fiammifero gettato nella polveriera del Medio Oriente. Ma non può immaginare la violenza dell'esplosione che lo travolge: nel giro di poche ore, si ritrova solo, in fuga, braccato da spie e assassini. E mentre ogni luogo diventa una trappola e ogni passo rischia di farlo cadere nell'abisso, capisce che la verità (tutta la verità) si nasconde nel passato di due famiglie che hanno attraversato la storia d'Israele.
Perché nel passato è già scritto il presente e, forse, il futuro del mondo intero.
Acclamato dalla critica come il capolavoro di Frank Schätzing, Breaking News unisce slancio epico e avventure mozzafiato, decisioni epocali e sacrifici quotidiani, la disperata ricerca della normalità e la costante maledizione della guerra. Parla di ieri, di oggi, di domani. Parla di tutti noi, dei segni che lasciamo nel mondo.
E, dopo averlo letto, non guarderete più la Storia con gli stessi occhi.

La mia recensione
Uno dei migliori libri di Frank Schätzing (per me il migliore in assoluto resta sempre Il Quinto Giorno), ricco di suspense e di colpi di scena a ripetizione che tengono incollato il lettore alle sue tante (anche troppe) pagine.
In questo libro troviamo ben due trame che, via via che la lettura avanza, si intrecciano con la storia (reale ed inventata) di Israele: nella prima troviamo un giornalista che, caduto in disgrazia, trova l'occasione del riscatto; nella seconda abbiamo la storia di un'intera famiglia che va dalla fondazione di Israele sino ai giorni nostri.
Come detto, le due storie si intrecciano quando spunta fuori che Ariel Sharon è entrato in coma non per un ictus ma per un tentativo di omicidio. Non aggiungo altro per non rovinare la lettura a chi ancora lo deve leggere… ma fatelo perché ne vale davvero la pena!
Chiudo con quello che, a mio avviso, è l'unica nota stonata: ci sono troppi personaggi secondari che fanno perdere il filo del discorso e che con la trama vera e propria non hanno nulla a che vedere.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Andrea Camilleri: Un filo di fumo

Andrea Camilleri: Un filo di fumo

Formato: copertina rigida
Pagine: 148 pagine
Editore: Sellerio Editore (giugno 2019)
ISBN-13: 9788838913389

Data di acquisto: 11 agosto 2019
Letto dal 24 al 28 agosto 2019

Sinossi
"Nel 1980, come racconta Andrea Camilleri, Livio Garzanti volle pubblicare questo mio romanzo risolvendo le perplessità di alcuni suoi eminenti collaboratori. Mi domandò però, quasi a guardarsi le spalle, un glossario. Comprendendo le sue taciute ragioni, principiai a compilarlo di malavoglia: poi, a poco a poco ci pigliai gusto e me la scialai. Il romanzo viene ora ristampato a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se ora lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte.
Lo spunto di Un filo di fumo me lo diede un volantino anonimo, trovato tra le carte di mio nonno, che metteva in guardia contro i maneggi di un commerciante di zolfo disonesto. Per il resto, nomi e situazioni sono da addebitare alla mia fantasia. Allora, quando uscì, il romanzo piacque a mia madre: lo dedico alla sua memoria".

L'incipit del libro
Lo fanno correre da Ponzio a Pilato, il cavaliere Ignazio Xerri tutto zucchero e miele e naturalmente fàvuso, che uno lo capisce da come mette le mani, da come si ingiarma a guardarsi la punta delle scarpe.
"Sul serio, sono mortificato, ma ho i magazzini vacanti. Al suo posto, provare per provare, farei un salto da Michele Navarrìa"
e don Michele Navarrìa, incazzato com'era sempre per niente, magari perché il sole spuntava il mattino e calava la notte
"No, manco un grammo ch'è un grammo, di sùlfaro. Ho i magazzini sciutti all'osso".
e lui ancora più affannato, perso per strada l'aplombo che sudando sangue s'era guadagnato in Svizzera, quando suo padre aveva avuto la bella pensata di mandarlo a studiare chimica per fargli fare col sùlfaro lo stesso preciso miracolo di Gesù col pane e coi pesci.

La mia recensione
Questo romanzo di Andrea Camilleri, forse perché non è il mio genere, mi ha lasciato decisamente con l'amaro in bocca. In questo libro si parla di invidia e vendetta… perciò se mi date un'opera del maestro Camilleri che non sia un giallo (indipendentemente dalla presenza del commissario Montalbano), so già che resterò deluso.
Romanzetto che si legge in poco più di un paio di giorni (vabbè, io me la son presa comoda ed ho impiegato qualche giorno in più), ironico e divertente ma con un crescendo di avvenimenti che quasi quasi sfocia nel serioso. Qui compare per la prima volta Vigata, l'immaginario territorio delle future inchieste del commissario Montalbano. Molto belli i riferimenti alla storia reale.
Quello che proprio non mi è piaciuto è la caratterizzazione dei personaggi: alcuni mi son sembrati troppo ridicoli, se non delle vere e proprie "macchiette" siciliane.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

venerdì 22 settembre 2023

Elia Muratore: Dàimona

Elia Muratore: Dàimona

Formato: Kindle (397 KB)
Pagine: 240
Editore: ilmiolibro self publishing (2 dicembre 2014)
ASIN: B00L0XZY5W

Data di acquisto: 5 dicembre 2014
Letto dal - al 1° gennaio 2015

Sinossi
Dàimona, urban fantasy ambientato a Torino, narra le vicende di Gigliola Iorga e Giulia Gala, madre e figlia, che agiscono nello stesso luogo ma in tempi diversi, portando avanti la lotta contro i demoni che ogni notte infestano la città. La storia evolve su due binari paralleli, il passato della madre e il presente della figlia, in un crescendo di sorprese e decisioni difficili, fino a giungere a un epilogo inaspettato, in cui il bene e il male si scambieranno di ruolo…

La mia recensione
Ho scoperto questo libro per puro caso grazie a Twitter… e devo dire che ne è valsa la pena. Scritto davvero bene e con un linguaggio fresco e asciutto che facilita lo sviluppo della trama farcita da molti personaggi secondari. Cinque stelle più che meritate… anche in presenza dell'unico neo del racconto: avrei chiuso meglio la parte del rapporto tra la protagonista e suo padre. O, magari (lo auguro di cuore all'autrice), dovremo aspettare il seguito?
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Andrea Camilleri: Il corso delle cose

Andrea Camilleri: Il corso delle cose

Formato: copertina flessibile
Pagine: 160
Editore: Sellerio Editore (6 novembre 1998)
ISBN-13: 9788838914720

Data di acquisto: 17 luglio 2019
Letto dal 5 all'8 agosto 2019

Sinossi
Un paese della Sicilia, trent'anni fa. Vito è un solitario, soprannominato "ombra", anche se la sua vita ombre non ne ha. Una sera subisce un attentato. Un errore di persona? Secondo il maresciallo è un avvertimento, ma Vito non capisce. Cosa si vuole da lui? Perché è minacciato? Lo capirà tardi, e l'amara verità gli darà il coraggio che non pensava di possedere. Primo romanzo di Camilleri il cui titolo prende spunto da una frase di Merleau-Ponty, "il corso delle cose è sinuoso", frase che si adatta a una certa realtà siciliana, una realtà che sembra sfuggire dalle mani dell'osservatore, intessuta di moventi umani elementari ma oscuri, di gesti cerimoniali che alludono a una seconda natura, a un'ipotesi dell'uomo non misurabile con i parametri della logica.

L'incipit del libro
- Che tramonto bello! - fece il maresciallo Corbo scostando per un attimo il fazzoletto che teneva premuto sul naso. - Ce ne sono, dalle parti tue, tramonti così?
Il carabiniere Tognin avrebbe voluto rispondere di sì a parole, dire che dalle parti sue forse ce n'erano di meglio, ma era di Venezia, a certi spettacoli non era ancora abituato e sentiva di tanto in tanto uno strizzone di vomito che gli contraeva lo stomaco. Fece solo un cenno affermativo con la testa.
Effettivamente il tramonto era da godersi. Lontano, a ponente, verso il mare distante qualche chilometro, la sagoma frastagliata di Capo Rossello spiccava controluce, scura, sullo specchio calmo, arrossato, mentre da levante cariche nuvole d'acqua arrancavano verso il paese appena visibile ai piedi della collina sulla quale loro si trovavano. Un contrasto netto, tagliato col coltello, che aumentava il disagio di Tognin abituato a un paesaggio più morbido e pacifico.

La mia recensione
"La gente parla macari quando non dovrebbe, si figuri se uno si intesta a mettere olio alla ruota: i fatti che vuole sapere va a finire che si annegano in un mare di supposizioni, ipotesi, dicerie, pettegolezzi… meglio lasciar perdere, egregio amico mio, una cloaca, un pozzo nero".
Tranne che per Il diavolo, certamente e Segnali di fumo, non avevo letto nient'altro di Andrea Camilleri. Ironia della sorte, mi son deciso a comprare il suo primo romanzo (questo qui) proprio il giorno della sua morte
Il corso delle cose è, come ho appena detto, il primo romanzo del maestro Camilleri (è datato 1978 ed è fortemente influenzato da Sciascia e Pirandello, i suoi "maestri" e fonti d'ispirazione), ma già possiamo trovare i primi semi di quella che diventerà ben presto la saga di Montalbano: il paesaggio e le atmosfere siciliane, i termini dialettali (qui ancora ridotti all'osso) e, soprattutto, l'immancabile "pettegolezzo" tipico delle regioni meridionali (dove tutti sanno di tutto anche se nessuno ha visto o sentito niente).
Bella la trama con un mistero apparentemente senza soluzione… che non sarà risolto né dall'incolpevole protagonista e né dal commissario dei carabinieri (poi, con Montalbano, entrerà  in scena la Polizia)… ma dal semplice scorrere degli eventi! Il corso delle cose, appunto.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

giovedì 21 settembre 2023

Corradino Marzo e Vito D. Amodio: I governi della Repubblica. Storia dei Presidenti del Consiglio, vol. 1

Corradino Marzo e Vito D. Amodio: I governi della Repubblica. Storia dei Presidenti del Consiglio, vol. 1

Formato: copertina flessibile
Pagine: 388
Editore: Lupo (28 maggio 2014)
ISBN-13: 978-8866671893

Data di acquisto: 11 settembre 2014
Letto dal - al 16 dicembre 2014

Sinossi
Del primo appassionato cinquantennio di vita politica della Repubblica, questo libro offre una ricostruzione puntuale e imparziale, articolata per legislature e centrata sulla figura dei presidenti del Consiglio che si sono via via alternati nella guida del Paese. Una storia tormentata e alimentata da continui giochi di potere, a volte difficili da decifrare anche per gli addetti ai lavori. Le vicende che vanno dalla fine del regime fascista alla ricostruzione, dal centrismo al Centrosinistra, fino alla crisi del sistema dei partiti, sono qui narrate con uno stile sobrio e asciutto, ma non privo di aforismi e aneddoti che alleggeriscono la tradizionale pesantezza della prosa storica. Adottando un genere storiografico semplice ed essenziale come quello degli antichi storici e riproposto dal grande giornalista Indro Montanelli nella sua Storia d'Italia, si ottengono risultati sorprendenti. Uno stile a volte scintillante rende piacevole e accattivante la lettura di questo primo tomo, quasi come un giallo che si legge tutto d'un fiato. Inusuale e anzi originale nella metodologia storiografica utilizzata, quella che vede nel presidente del Consiglio la sintesi degli equilibri politici raggiunti, il libro è già proiettato a raccontare nel prossimo tomo l'ulteriore e drammatica storia politica del nostro Paese, quella che va dal 1994 in poi e che segna la transizione dalla prima alla seconda Repubblica.

La mia recensione
Questo libro ripercorre i primi 50 anni della nostra Repubblica con una bella e precisa ricostruzione… ma non imparziale! Infatti, uno dei due autori (parlo di C. Marzo), è stato un esponente di spicco del vecchio Partito Socialista pugliese… e, leggendo questo volume, lo si capisce sia da come elogia i governi di Bettino Craxi e sia, in piena Tangentopoli, da come si erge a difesa del PSI e (quasi) contro il pool di Mani pulite. Ad ogni modo, basta saperlo prima e non ci si pensa più. Riviviamo, perciò, gli ultimi giorni del fascismo e la turbolenta nascita della Repubblica, assistiamo alla trasformazione industriale dell'Italia ed al suo boom economico… ma anche agli anni del terrorismo e alla lenta e dolorosa agonia della Prima Repubblica. Libro, quindi, che mi sento di consigliare assolutamente.
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

Anna Linda Callow: La lingua che visse due volte

Anna Linda Callow: La lingua che visse due volte. Fascino e avventure dell'ebraico

Formato: Kindle (744 KB)
Pagine: 156
Editore: Garzanti (11 aprile 2019)
ASIN: B07PYXCXYK

Data di acquisto: 12 ottobre 2019
Letto dal 18 al 27 gennaio 2020

Sinossi
Attraverso le sorprendenti peripezie di una lingua, un viaggio nella storia e nella letteratura di una cultura millenaria.
Nella Bibbia il Dio della Genesi crea la luce e ordina il cosmo parlando ebraico, e all'ebraico ricorre Adamo per dare un nome a tutti gli esseri viventi. L'ebraico è il più antico idioma al mondo a essere utilizzato in maniera pressoché identica da millenni, e attraverso liturgie e traduzioni è penetrato in molti lessici europei, italiano compreso: oggi è la lingua ufficiale di uno stato (Israele) e quella di una religione. Ma la sua vicenda è stata tutt'altro che lineare: per molti secoli è rimasto sostanzialmente una lingua morta, coltivata da rabbini e intellettuali ma soppiantata nei contesti profani dalle innumerevoli parlate della diaspora ebraica, dallo yiddish al ladino. Solo complesse circostanze storiche, identitarie e politiche l'hanno riportata in vita, facendone un organismo vivo e fecondo.
Anna Linda Callow racconta questa avventurosa epopea con la conoscenza della studiosa e il gusto dell'esploratrice: ci inizia alla lettura di un alfabeto affascinante e misterioso, ci fa scoprire vicende epiche come quella di Eliezer Ben Yehuda, che compilò un monumentale dizionario e allevò il primo bambino ebraicofono dalla nascita dopo secoli, ci conduce per mano attraverso splendide pagine di letteratura, e ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio immergendoci in una cultura in cui tutti noi affondiamo le radici.

L'incipit del libro
Il mio personale incontro con il mondo ebraico, cui non appartengo per radici familiari, e da cui discende la mia passione per questa lingua, risale a un tempo ormai remoto, quando da bambina mi innamorai perdutamente di Haim, un amico di mio padre, un quarantenne israeliano che aveva abbandonato la Terra promessa per lavorare in Italia.
Approfittando del suo divorzio, all'età di sei o sette anni gli chiesi di sposarmi. Com'era prevedibile la mia profferta fu respinta con affettuosa fermezza, costringendomi così, molti anni prima di avere l'occasione di leggere il Simposio platonico, ad avventurarmi sui faticosi gradini della scala amoris: la «scala dell'amore» che, secondo il grande filosofo ateniese, dalla contemplazione dei corpi belli porta alla speculazione intellettuale.

La mia (brevissima) recensione
"Lo studio di per sé non è un'affiliazione politica né religiosa, può essere spacciato per mero interesse culturale tra tanti, ma che cosa c'è di più intimo dell'esprimere silenziosamente il dialogo interiore in una lingua scelta e coltivata con passione?".
Molto interessante per gli "addetti ai lavori", colto e (a tratti) spiritoso; molto (troppo) specifico nell'addentrarsi nelle traduzioni di alcuni passi dell'Antico Testamento.
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 u 5)

Stephen King (Richard Bachman): L'uomo in fuga

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Stephen King (Richard Bachman): L'uomo in fuga

Titolo originale: The Running Man
Formato: Kindle (669 KB)
Pagine: 163
Editore: Sperling & Kupfer (21 ottobre 2014)
ASIN: B00OC1NFOQ

Data di acquisto: -
Letto dal - al 10 dicembre 2014

Sinossi
In una cinica America futuribile, Ben Richards decide di partecipare alle selezioni per l'Uomo in fuga, un sadico, seguitissimo show dove il protagonista, braccato dai Cacciatori della Rete e da chiunque lo riconosca, intasca cento dollari per ogni ora di sopravvivenza e, se allo scadere dei trenta giorni concessogli è ancora vivo, un miliardo di dollari. Ben, che ha disperatamente bisogno di soldi per curare la figlioletta malata, viene giudicato idoneo e per lui comincia un incubo che si dileguerà soltanto nel colpo di scena finale.

La mia recensione
Come ho già detto in altre occasioni, sto leggendo tutti i libri di Stephen King in ordine cronologico e, dico subito (senza tanti giri di parole), che questo è uno dei miei preferiti. Ambientato nel 2025 (ma il libro è stato scritto con lo pseudonimo di Richard Backman nel 1982… King, perciò, aveva 35 anni), con un'umanità perennemente ed obbligatoriamente incollata alla televisione 3D per assistere all'unico programma trasmesso: una serie di giochi mortali con i vari concorrenti che vincono somme di denaro (da destinare alla propria famiglia) via via crescenti in base a quanto tempo si riesce a rimanere in vita!
Evito di dirvi come finisce il libro per non rovinarvi il finale… comunque spettacolare ed assolutamente inatteso! Beh, però vi dico una cosa: considerando che il libro è stato scritto nel 1982, King aveva già previsto l'arrivo dei reality show, della TV del dolore e dello scoop a qualunque costo. In conclusione, ripeto che è questo uno dei migliori libri di King che sin qui ho letto… pur in presenza di alcuni strafalcioni o situazioni assurde e paradossali. Una su tutte: il protagonista del libro che inciampa nel suo stesso intestino.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

John D. Cajo: American Killer

John D. Cajo: American Killer

Formato: Pdf (1,69 MB)
Pagine: 326
Editore: Io Scrittore (15 marzo 2012)
ISBN: 9788897148982

Data di acquisto: 10 aprile 2012
Letto dal - al 27 ottobre 2012

Sinossi
A Stoccolma e a Venezia due ricercatori vengono uccisi, sotto il sorriso compiaciuto di un grande gruppo farmaceutico; fra le mura di un ospedale italiano si consuma un dramma medico e umano che vede un padre lottare per il proprio figlio. Che cosa accomuna due realtà così distanti? Su una delle più dibattute controversie del nostro tempo si articola un thriller ad alta tensione: al Policlinico di Padova Giorgio, sieropositivo, combatte in tribunale per poter donare al figlio condannato dalla leucemia il proprio midollo, sostenendo con forza una tesi scottante: non è vero che l'Hiv causa l'Aids.
Attorno a questa posizione controversa si intrecciano i destini e gli interessi di personaggi apparentemente lontanissimi, come il professore californiano da sempre sostenitore della teoria o la killer misteriosa e imprevedibile al soldo del gruppo farmaceutico che vive proprio sulla vendita dei medicinali contro l'Hiv.
Fra la Svezia e l'Italia, San Francisco e Londra, si snodano le fila di una storia al cardiopalma, intessuta di colpi di scena e scatti illuminanti, ma capace anche di commuovere con inaspettati risvolti di dolcezza e ironia.

L'incipit del libro
Capitolo 1
Fu esattamente in quel momento che si ricordò.
Erano quei colpi.
Era a causa loro che provava quella sottile ansia quando volava.
Si era sempre posta la domanda, ma non aveva mai saputo darsi una spiegazione.
Leggera, quasi impercettibile, se la portava dietro da qualche anno, quell’ansia.
Era legata a quegli stessi colpi: le era successo su un altro volo e in un'altra vita.
Li aveva già uditi, e aveva già visto la scena.
Si sporse dal sedile per guardare. Avrà avuto una trentina d'anni, era seduto dalla parte dell'aereo opposta alla sua, oltre il corridoio, sui sedili di sinistra. La sua capigliatura folta e bionda stava sbattendo con violenza contro il finestrino.
Un colpo dopo l'altro, ritmicamente, bum, bum… ancora… e ancora.
Ci fu qualcuno che gridò.

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

mercoledì 20 settembre 2023

Angela Marsons: Vittime innocenti

Angela Marsons: Vittime innocenti. Kim Stone, vol. 8

Titolo originale: Dying Truth
Formato: Kindle (3.417 KB)
Pagine: 457
Editore: Newton Compton Editori (30 maggio 2022)
ASIN: B09ZNM8LL7

Data di acquisto: prenotazione del 26 maggio 2022
Letto dal 16 al 20 settembre 2023

Sinossi
La giovane Sadie Winters era un'adolescente "problematica". Per questo il suo salto nel vuoto dal tetto dell'esclusiva scuola privata che frequentava viene rapidamente classificato come suicidio. L'ultimo gesto disperato di una ragazza fragile. Quando però un altro studente resta vittima di un fatale incidente nella stessa scuola, la detective Kim Stone fatica a credere che possa trattarsi di una tragica coincidenza. Tanto più che, nel corso delle indagini, Kim si rende conto che sull'istituto aleggia una pesante cappa di segreti e omertà, che non risparmia neppure gli insegnanti. Nessuno parla, nessuno sa nulla. Solo una professoressa sembra disposta a rompere il muro di silenzio, ma proprio quando Kim crede di essere vicina a ottenere le risposte che cerca, la donna viene trovata morta. Ormai è chiaro che, finché l'assassino non verrà fermato, nessuno dei ragazzi della scuola sarà al sicuro. Possibile che il responsabile di quegli efferati delitti si nasconda tra loro?
Un'autrice numero 1 in Italia e Inghilterra. Oltre 5 milioni di copie nel mondo.
Tradotta in 29 lingue.
Vincitrice del Premio Bancarella. Per oltre 50 settimane nelle classifiche italiane.
«Kim Stone è una detective che dovete assolutamente conoscere». La Repubblica
«Angela Marsons è paragonabile al campione americano del thriller James Patterson». Corriere della Sera

L'incipit del libro
Prologo
Sabato, 19:52
Kim sapeva che la sua gamba sinistra era rotta.
Si trascinò con le mani sul vialetto; la ghiaia le si conficcava nei palmi, schegge di pietrisco si incastravano sotto le unghie.
Un grido proruppe dalle sue labbra quando la caviglia si girò di scatto e una fitta lancinante le attraversò il corpo.
La fronte le si imperlava sempre più di sudore a mano a mano che la sofferenza si intensificava.
Finalmente scorse le luci dell'edificio, mentre tre figure familiari si precipitavano fuori dal portone.
Tutte e tre si diressero verso la torre campanaria.
«Nooo!», gridò Kim, con tutta la voce che aveva in corpo.
Non si voltarono.
"Non andate lassù", implorò silenziosamente, cercando di strisciare nella loro direzione.
«Fermatevi», urlò, quando varcarono la porta di metallo alla base della torre

La mia (brevissima) recensione
"Kim aveva l'impressione che la sua mente riuscisse a spingersi negli abissi della depravazione più a fondo di quanto la maggior parte delle persone normali potesse fare; in un certo senso, ammetteva che gli esseri umani potessero essere capaci di azioni mostruose".
Vittime innocenti, sin qui il migliore della serie su Kim Stone (ormai sta diventando un'abitudine), inizia poco dopo la fine di Quelli che uccidono, creando così una sorta di "continuum": lo si evince anche dal fatto che vengono citati alcuni casi che abbiamo già incontrato nei volumi precedenti (senza contare il "cameo" della folle psichiatra Alex Thorne).
Angela Marsons, ormai una delle mie scrittrici preferite, non sbaglia un colpo! Azione molto serrata e con gli avvenimenti che si susseguono con un ritmo davvero incredibile (e noi, poveri lettori, non avremo un attimo di tregua). Questo volta, a differenza delle volte precedenti, il finale è davvero rocambolesco e spiazzante… non sarà per niente facile risalire all'identità del colpevole (o dei colpevoli).
Unica note dolente: dovremo dire addio a Kev Dawson!
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Emanuela Ruggeri: La vendetta dei pirati

Emanuela Ruggeri: La vendetta dei pirati

Formato: Kindle (659 KB)
Pagine: 437
Editore: Emanuela Ruggeri (8 aprile 2013)
ASIN: B00CA6XK7C

Data di acquisto: 11 aprile 2013
Letto dal - al 26 novembre 2014

Sinossi
Mila Ligte è la figlia del pirata più temuto dei sette mari. Fin da piccola sogna di poter seguire le sue orme ed entrare a far parte della ciurma della Drago Rosso, la nave dove è cresciuta; ma essere un pirata significa cancellare definitivamente ogni forma di pietà, non è una cosa per donne. Quando, però, il padre di Mila viene ucciso da Occhio Avvelenato, suo acerrimo nemico, la ragazza giura vendetta e, assieme al fratello e al suo amico Jimmy, tenterà di ritrovare il Marchio Oscuro per regolare definitivamente i conti con il suo capitano. Amori, tradimenti e grandi emozioni, per un romanzo avventuroso e appassionante: La vendetta dei pirati rielabora il fascino senza tempo del lupo di mare e lo rilegge in chiave moderna, aggiungendo un pizzico di femminismo e di romanticismo.

La mia recensione
Libro dalla trama abbastanza leggerina (non troppo ingarbugliata) ed un finale scontatissimo ma, assolutamente ben scritto (il testo è scorrevole) e con un'ottima descrizione dei luoghi e dei personaggi. Sembra il classico libro di chi ama le storie di pirati… invece qui scopriamo che anche loro sanno amare, sanno piangere ed hanno emozioni! Consigliato a chi vuol passare un paio di serate in completo relax.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Marco Buticchi: Il serpente e il Faraone

Marco Buticchi: Il serpente e il Faraone

Formato: Kindle (4448 KB)
Pagine: 536
Editore: Longanesi (27 settembre 2022)
ASIN: B0BB1BD5HG

Data di acquisto: prenotazione del 21 agosto 2022
Letto dal 23 ottobre al 4 novembre 2022

Sinossi
Dalle sabbie dell'Egitto del faraone eretico Akhenaton sino ai tragici eventi del Novecento, una storia il cui filo rosso ha inizio nella tomba di un re bambino vissuto quasi tremila e cinquecento anni fa.
4 novembre 1922: nella Valle dei Re, viene scoperta la tomba di Tutankhamon. La febbre dell'antico Egitto infiamma il mondo intero. L'egittologo Howard Carter e il suo finanziatore, il conte di Carnarvon, si trovano d'improvviso al centro dell'attenzione e, accanto alla curiosità di scoprire i segreti di una civiltà così lontana e misteriosa, si scatenano ben presto invidie, voci malevole e leggende di maledizioni. In Europa, intanto, nonostante il primo conflitto mondiale sia da poco terminato, sembra si corra incontro a una nuova, terribile guerra. A ravvivare le braci è, in particolare, il crescente antisemitismo, alimentato anche dal servizio segreto zarista, l'Ochrana, che fa redigere un falso documento, i Protocolli dei Savi anziani di Sion, per gettare di­scredito sulla finanza ebraica. Ma quando le manovre occulte di queste forze eversive sembrano a un punto morto, la scoperta del sepolcro del faraone bambino giunge come una provvidenziale soluzione. Non soltanto per via dei favolosi tesori che contiene, ma anche per i papiri perduti, quei papiri che, a detta dei responsabili della spedizione archeologica, Carnarvon e Carter, «sarebbero stati in grado di stravolgere i fondamenti delle religioni».
1341 a.C.: Nasce Tutankhamon, figlio di Akhenaton. Crescere a corte per il piccolo erede al trono è un continuo districarsi tra insidie e congiure, ma il peggio accade quando suo padre è costretto a scomparire. Nei pochi anni che gli restano, Tut custodirà gelosamente i papiri segreti che narrano il vero destino del faraone Akhenaton e del fratellastro, l'ebreo Mosè. Una verità preziosa, ma scomoda per il giovanissimo sovrano, suo malgrado al centro di spietate manovre e cospirazioni.
Una cavalcata inarrestabile dalle sabbie dei deserti degli antichi egizi alle colline del Mediterraneo alla ricerca del più prezioso tesoro di ogni tempo. Un fiume tumultuoso che corre senza sosta dai fasti dei faraoni alle radici del male del secolo scorso.

L'incipit del libro
Egitto, città di Tebe, maggio 1374 a.C.
Il fiume scorreva pigro, in quel tratto.
L'acqua del Nilo indugiava limacciosa prima di addentrarsi tra le canne della vegetazione vicino alla riva.
Iochèbed si guardava attorno impaurita. Quando fu certa che nessuno potesse vederla, si tolse la gerla dalle spalle e ne estrasse un fagotto che adagiò sull'arenile. Verificò che la pece con cui aveva cosparso la cesta reggesse alle infiltrazioni dell'acqua e che i panni in cui era avvolto il prezioso contenuto riuscissero a stemperare l'odore acre del bitume. Iochèbed si asciugò le lacrime, rassegnata: quello era il solo modo perché il suo piccolo potesse scampare alla persecuzione del faraone contro i primogeniti ebrei. Abbandonata la cesta, la donna si allontanò in silenzio.
Rimasto solo, il bambino, tre mesi appena, scoppiò in un pianto disperato. Ma nessuno, in quell'angolo deserto del Grande Fiume, avrebbe potuto sentirlo.

La mia (brevissima) recensione
"Il simbolo del regno sul Basso Egitto! Il segno del potere di un faraone. La deshret, la corona rossa che il re indossava a testimoniare il suo supremo potere, aveva come simbolo un ureo, il cobra in posizione d'attacco!".
Ottimo e spettacolare romanzo storico (anzi, due romanzi storici in uno): come in gran parte dei libri di Marco Buticchi, ci troviamo davanti alla classica avventura "alla Oswald Breil"… solo che questa volta il nostro eroe non c'è!
Le due storie, però, sono collegate solo in minima parte (viaggiano su "binari paralleli" ma possono essere lette anche separatamente): molto bella la parte riguardante l'antico Egitto, un po' meno quella sulla scoperta della tomba di Tutankhamon e degli albori del Nazismo.
Da qualche parte (ora non ricordo dove) ho letto che in questo romanzo Marco Buticchi avrebbe commesso alcuni "svarioni storici". Tuttavia, una sorta di risposta arriva direttamente dallo stesso autore nelle note finali del libro: "Accendere un dubbio fa parte della missione di chi divulga. Se poi il dubbio ha fondamento, ecco che potrebbero svilupparsi nel lettore la scintilla della verifica, il piacere della ricerca, il desiderio di approfondire". Serve aggiungere altro…?
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

martedì 19 settembre 2023

Stephen King (Richard Bachman): Uscita per l'inferno

Stephen King (Richard Bachman): Uscita per l'inferno

Titolo originale: Roadwork
Formato: Kindle (832 KB)
Pagine: 233
Editore: Sperling & Kupfer (21 ottobre 2014)
ASIN: B00OC1NFQ4

Data di acquisto: -
Letto dal - al 19 novembre 2014

Sinossi
Barton George Dawes sta facendo incetta di armi. Eppure all'apparenza è un uomo ordinario dalla vita tranquilla. Ma ha appena scoperto che i lavori per il prolungamento di un inutile tratto autostradale minacciano la casa in cui abita da sempre, e persino il luogo di lavoro. Ebbene, questa cosa non gli piace per niente. È arrabbiato, molto. E vuole vendetta. Contro chi sta cercando di cancellare i suoi ricordi, la sua intera vita. Sarà guerra, senza esclusione di colpi. In fondo, il tempo non gli manca… Dal genio visionario di Stephen King, un thriller tesissimo ai limiti della follia.

L'incipit del libro
Io non so perché. Lei non sa perché. Probabile che nemmeno Dio sappia perché. Solo il governo ci capisce, è roba sua.
(Intervista sul Vietnam all'uomo della strada, 1967 circa.)
Ma il Vietnam era acqua passata e la nazione andava avanti.
Nel pomeriggio di quella calda giornata dell'agosto 1972, l'unità mobile della WHLM era ferma vicino a Westgate in fondo alla superstrada 784. Un capannello di persone si era raccolto intorno a un palco allestito frettolosamente e ornato di pavesi, festoni come pelle sottile su uno scheletro di assi grezze. Dietro, in cima al pendio erboso della massicciata, c'erano i caselli. Davanti, il terreno paludoso si estendeva desolato fino alla periferia della città.

La mia recensione
Sto leggendo in ordine cronologico tutti i libri di Stephen King (e del suo alter ego) e questo libro, il decimo, è stato anche quello che ho apprezzato di meno! Mi è parso un lavoro completamente discostato dal King a cui mi stavo abituando: qui, per farla breve, non ci sono case infestate, mostri, vampiri e compagnia bella! Troviamo, invece, un comunissimo paesaggio dei primi anni '80, una comunissima storia (una nuova autostrada che deve attraversare un intero quartiere… a suon di mazzette) ed un comunissimo protagonista. Ma, ed è questa l'unica novità di rilievo, assistiamo progressivamente al suicidio psicologico del protagonista stesso del libro: il giorno in cui gli comunicano che deve abbandonare la sua casa ed il suo lavoro per lasciar posto alla nuova autostrada, crollano tutte le sue certezze di una vita (la casa, il lavoro, la moglie e gli amici), e comincia il lento ma inesorabile declino… abbandona e tradisce gli amici, lascia la moglie, perde il senno, entra in affari con la malavita e, dopo un primo sabotaggio al cantiere stradale, si fa saltare in aria con tutta la casa. Niente di strano… son cose che possono capitare ad ognuno di noi!
Voto: ⭐⭐ (2 su 5)