Titolo originale: Inferno
Formato: Kindle (1467 KB)
Pagine: 644
Editore: Mondadori (14 maggio 2013)
Asin: B00BBMX9SQAcquistato il: 6 giugno 2013
Letto dal - al 16 giugno 2013
▪ Sinossi
Il profilo inconfondibile di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di infernale ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d'azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità .
Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori.
Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine. Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l'Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell'anestetico, soltanto un incongruo "very sorry", il professore deve scappare. E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti.
Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un'organizzazione chiamata "Consortium" è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione.
Alla fine di un'avventura che raggiunge momenti di insostenibile tensione, Dan Brown ci rivela come nel nostro mondo la distanza tra il bene e il male sia breve in maniera davvero inquietante, catastrofe e salvezza possano essere questione di punti di vista e anche da una laguna a cielo coperto si possa uscire a riveder le stelle.
▪ L'incipit del libro
Io sono l'Ombra.
Attraverso la città dolente, io fuggo.
Attraverso l'eterno dolore, io prendo il volo.
Lungo la riva dell'Arno, corro arrancando senza fiato… volto a sinistra, in via dei Castellani, e mi dirigo verso nord, rannicchiandomi nell'ombra degli Uffizi.
E loro continuano a inseguirmi.
Il suono dei passi alle mie spalle si fa sempre più forte, mi danno la caccia con determinazione implacabile.
Mi inseguono da anni, ormai. Un'ostinazione che mi ha costretto alla clandestinità , a vivere in purgatorio, a lavorare sottoterra come un mostro ctonio.
Io sono l'Ombra.
▪ La mia (brevissima) recensione
"Per la mente umana è fisicamente impossibile non pensare. L'anima brama disperatamente emozioni e cercherà di continuo carburante per alimentarle, buono o cattivo che sia".
Il libro non è altro che la Divina Commedia riletta con una sorta di trama apocalittica. Si parla già di farne un film con una parte da affidare al "dantesco" Roberto Benigni e da registrare quasi tutto in Italia tra Firenze e Venezia (nel libro però le ultime scene si svolgono ad Istanbul). Onestamente, il libro mi sembra un po' un copia/incolla del Codice da Vinci: c'è il solito protagonista (Robert Langdon), c'è l'assistente giovane, c'è il complotto internazionale e, soprattutto, c'è il solito immancabile ricorso all'uso sfrenato del simbolismo. Tutto sommato, quindi, non è certamente il miglior libro scritto da Dan Brown (io preferisco sempre Crypto) ma, se non altro, ci passate serenamente un paio di serate tranquille.
▪ Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)
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