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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

venerdì 1 settembre 2023

William Peter Blatty: L'esorcista

William Peter Blatty: L'esorcista

Formato: copertina flessibile
Pagine: 395
Editore: Arnoldo Mondadori Editore (ottobre 1974)

Acquistato il: -
Letto dal - al 20 maggio 2015

Sinossi
Che cosa succede alla piccola Regan, trasformatasi in un mostro blasfemo che urla oscenità e frasi sconnesse? Sua madre, la famosa diva del cinema Chris MacNeil, non riesce a capirlo. Né ci riescono i medici e gli psichiatri né la polizia. Forse solo un esorcista può dare una risposta. Ma la Chiesa impone cautela, esige prove, chiede tempo. Intanto la casa risuona di colpi, i mobili si spostano da soli, un uomo muore con il collo spezzato, il fragile corpo di Regan sembra cedere alla tempesta che lo sconquassa. E lo scontro tra l'uomo di Dio e gli spiriti del Male sembra ormai inevitabile…

L'incipit del libro
L'avvampare del sole spremeva goccioloni di sudore dalla fronte del vecchio, tuttavia egli strinse il bicchiere di tè bollente e dolciastro tra le mani, come a scaldarle. Non riusciva a scrollarsi di dosso il presentimento. Gli si era appiccicato sulla schiena come gelide foglie fradice.
Gli scavi erano terminati. Uno strato dopo l'altro, il suolo era stato setacciato; gli oggetti trovati nelle sue viscere, esaminati, etichettati, erano già stati spediti. Le collane e i ciondoli, le gemme incise, i falli, i mortai di pietra viva dipinti con l'ocra, i vasi bruniti. Niente di eccezionale. Un cofanetto assiro d'avorio, con l'occorrente per la toletta. E resti umani. Ossa umane. Gli avanzi friabili dell'angoscia cosmica che in un tempo lontano lo avevano indotto a chiedersi se la materia non fosse Lucifero brancolante verso i cieli per tornare al suo Dio. Ma ormai aveva perso le illusioni. La fragranza delle piante di liquirizia e dei tamarischi attirò il suo sguardo sulle alture coperte di papaveri, sui canneti delle piane, sul tratto di strada scabra e sassosa che si tuffava a capofitto nell'orrido. A nord-ovest c'era Mossul, a est Erbil, a sud Bagdad e Kirkuk e la fiammeggiante fornace di Nabucodonosor.

La mia recensione
Ho riletto questo libro dopo oltre 30 anni (ho l'edizione del 1974 e questo è stato uno dei primi libri ad aver letto), ed inizio subito con il dire che il romanzo è molto più bello e molto più pauroso del film… anche se è più famoso quest'ultimo! Trama davvero spettacolare (inquietante e sempre attuale) che inizia piano piano, quasi in sordina… ma il tutto serve a preparare il lettore alla comparsa del protagonista principale. Sì, proprio lui: il maligno, in tutto il suo magnifico e pauroso splendore!!!
Infatti, è nella seconda parte del libro che si scatena tutta la grandiosità dell'opera: il diavolo che finalmente si palesa alla madre di Regan (la bambina posseduta) ed a padre Karras, l'unico che (dopo i tanti dottori e specialisti a cui è stata inutilmente sottoposta la malattia della piccola) ha capito l'origine del male! Ed altrettanto spettacolare è la parte finale del romanzo, con l'epico ma tragico scontro tra la bambina posseduta e padre Merrin e padre Karras, in cui… non ci sono vincitori e vinti!
Signori, questo non è il classico libro horror; e prima di spegnere la luce… guardare un po' sotto il vostro letto! Io vi ho avvertito.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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