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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 24 settembre 2023

Andrea Camilleri: Un filo di fumo

Andrea Camilleri: Un filo di fumo

Formato: copertina rigida
Pagine: 148 pagine
Editore: Sellerio Editore (giugno 2019)
ISBN-13: 9788838913389

Data di acquisto: 11 agosto 2019
Letto dal 24 al 28 agosto 2019

Sinossi
"Nel 1980, come racconta Andrea Camilleri, Livio Garzanti volle pubblicare questo mio romanzo risolvendo le perplessità di alcuni suoi eminenti collaboratori. Mi domandò però, quasi a guardarsi le spalle, un glossario. Comprendendo le sue taciute ragioni, principiai a compilarlo di malavoglia: poi, a poco a poco ci pigliai gusto e me la scialai. Il romanzo viene ora ristampato a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se ora lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte.
Lo spunto di Un filo di fumo me lo diede un volantino anonimo, trovato tra le carte di mio nonno, che metteva in guardia contro i maneggi di un commerciante di zolfo disonesto. Per il resto, nomi e situazioni sono da addebitare alla mia fantasia. Allora, quando uscì, il romanzo piacque a mia madre: lo dedico alla sua memoria".

L'incipit del libro
Lo fanno correre da Ponzio a Pilato, il cavaliere Ignazio Xerri tutto zucchero e miele e naturalmente fàvuso, che uno lo capisce da come mette le mani, da come si ingiarma a guardarsi la punta delle scarpe.
"Sul serio, sono mortificato, ma ho i magazzini vacanti. Al suo posto, provare per provare, farei un salto da Michele Navarrìa"
e don Michele Navarrìa, incazzato com'era sempre per niente, magari perché il sole spuntava il mattino e calava la notte
"No, manco un grammo ch'è un grammo, di sùlfaro. Ho i magazzini sciutti all'osso".
e lui ancora più affannato, perso per strada l'aplombo che sudando sangue s'era guadagnato in Svizzera, quando suo padre aveva avuto la bella pensata di mandarlo a studiare chimica per fargli fare col sùlfaro lo stesso preciso miracolo di Gesù col pane e coi pesci.

La mia recensione
Questo romanzo di Andrea Camilleri, forse perché non è il mio genere, mi ha lasciato decisamente con l'amaro in bocca. In questo libro si parla di invidia e vendetta… perciò se mi date un'opera del maestro Camilleri che non sia un giallo (indipendentemente dalla presenza del commissario Montalbano), so già che resterò deluso.
Romanzetto che si legge in poco più di un paio di giorni (vabbè, io me la son presa comoda ed ho impiegato qualche giorno in più), ironico e divertente ma con un crescendo di avvenimenti che quasi quasi sfocia nel serioso. Qui compare per la prima volta Vigata, l'immaginario territorio delle future inchieste del commissario Montalbano. Molto belli i riferimenti alla storia reale.
Quello che proprio non mi è piaciuto è la caratterizzazione dei personaggi: alcuni mi son sembrati troppo ridicoli, se non delle vere e proprie "macchiette" siciliane.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

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