Formato: copertina flessibile
Pagine: 200
Editore: Einaudi (4 febbraio 2020)
ISBN-13: 978-8806217723
Data di acquisto: prestato
Letto dal 4 al 6 febbraio 2022
▪ Sinossi
La gioia fa parecchio rumore è un romanzo tempestoso che ubbidisce a una sola
regola: dire la vita con tutta l'energia che ci si ritrova addosso. C'è un io
e c'è un noi: anzi, un 'noantri'. E c'è un bambino che impara a vivere dalle
persone che gli stanno intorno: «gente che non si tiene niente nel cuore»,
allegra, chiassosa, abituata ad amare anche nei momenti più bui, e ad amare
senza misura. Bonvissuto canta la Roma, ma canta soprattutto un amore
assoluto, fulminante, che si accende nell'animo per trasformarlo. Mescolando
alto e basso a ogni riga, divagazioni e scene formidabili, il nuovo libro di
Bonvissuto parte come un trattatello filosofico sull'amore per diventare a
poco a poco un romanzo corale di grande forza. A differenza di molte passioni,
quella calcistica dura una vita intera e arde sempre, nel bene e soprattutto
nel male: «Forse il calcio è l'unica cosa al mondo che è più bella quando la
fanno gli altri, quelli con quella maglia però. Che comunque ce l'hanno solo
in prestito, perché la maglia della Roma è la mia. Potrebbero anche averla
rubata. E l'amore forse è questo: correre appresso a un ladro che ci ha rubato
qualcosa». Attorno a questa fiamma si condensa un microcosmo di padri, nonni,
zii, fratelli di fede giallorossa, una comunità vera e propria, allegra,
sterminata, capace d'iniziarti alla vita. La condivisione delle sconfitte, il
divano da cui tutta la famiglia «guarda» la radio, l'epica costruzione della
bandiera da portare allo stadio insieme ai panini con la frittata, le
trasferte su quel pulmino lentissimo che profuma di mandarini, e le partite,
certo, viste con occhi bambini ancora allergici a date, nomi, tecnicismi, ma
capaci di vedere pure l'invisibile. Poi c'è Barabba, che vive in una roulotte
lungo la ferrovia: spetterà a lui svelare al bambino la quantità di universi
concentrati in una sola maglia di calcio. La numero cinque. La indossa un
brasiliano atipico, un centrocampista che arriva in punta di piedi e realizza
il sogno proibito di tutti i tifosi, l'innominabile parola che inizia con la
s…
"La vita non inizia quando uno nasce, la vita inizia nel momento in cui si
comincia ad amare. Ma se si nasce solo nel momento in cui si comincia ad
amare, al termine dei nostri giorni moriremo avendo vissuto meno di quello che
ci è sembrato. Per questo sarebbe bello che ci fosse ancora altra vita dopo la
morte. Anzi, a voler essere precisi, sarebbe addirittura giusto. E non è una
protesta contro la morte, sia ben chiaro: parlare con la morte è una cosa
sciocca e inutile, che si muoia dobbiamo metterlo in conto da subito; io
personalmente l'ho già fatto. Me lo ha insegnato la mia famiglia, perché a
questo serve una famiglia, e la mia, a me, ha insegnato tanto. Tutto ciò che
doveva. Anche a non preoccuparmi della morte e a non parlare mai di lei senza
che ce ne fosse motivo".
▪ Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)
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