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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

mercoledì 27 settembre 2023

Anna Russo: Il baffo del dittatore

Anna Russo: Il baffo del dittatore

Formato: Kindle (248 KB)
Pagine: 67
Editore: A New Life (21 dicembre 2012)
ISBN-13: 9781301253173

Data di acquisto: 26 agosto 2013
Letto il 24 febbraio 2015

Sinossi
Se lo avessero saputo non lo avrebbero mai catturato, anzi si sarebbero ben guardati dal farlo. Il fatto è che lui quel giorno sembrava un cane e loro presero il cane. Quel giorno faceva molto freddo. Era una settimana che faceva un freddo così e la gente non ne poteva più. In realtà la gente non ne poteva più di molte cose, ma di tutte le altre era proibito lamentarsi. Così tutti finivano per lamentarsi esageratamente del freddo, concentrando sulle condizioni atmosferiche tutte le loro pene. Era per il freddo che non c'era il pane, sempre per il freddo che non c'era il latte. Per il freddo la carne non c'era più da molto tempo e ancora a causa del freddo la gente spariva. Così grazie al freddo potevano parlare di tutto quello che volevano, perché tutto quello che volevano dire non si poteva dire: era vietato. Ma a lui (quello che sembrava un cane) di tutto quello che era vietato non importava un bel nulla e niente e nessuno avrebbe potuto impedirgli di dire quello che pensava. Lui aveva una vecchia pelliccia grigia, non aveva alcun nome e aveva cinque anni e a parte questo non aveva altro. Anzi non è vero, un nome lo aveva, ma se adesso lo dico suonerebbe troppo strano, così lo saprete solo tra qualche pagina. In realtà era un nome che ciascuno interpretava a suo modo, ma comunque lo rese sempre riconoscibile…

La mia recensione
Libricino di appena 67 pagine che è una vera e propria (bellissima) fiaba per bambini e, vista la sua morale, anche (e soprattutto) per grandi. Si parla della guerra (in questo caso della Seconda guerra mondiale), ma vista da un'angolazione davvero particolare: quella dei cani. Con la loro smisurata fedeltà ed il loro grandissimo coraggio. Come detto prima, il libro è davvero eccezionale, ma se proprio vogliamo trovargli un difetto, dico subito che io ne avrei fatto un libro vero e proprio e non un volumetto di 67 pagine.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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