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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

giovedì 28 settembre 2023

Andrea Camilleri: Il gioco della mosca

Andrea Camilleri: Il gioco della mosca

Formato: copertina flessibile
Pagine: 104
Editore: Sellerio Editore (6 ottobre 1997)
ISBN-13: 9788838913877

Data di acquisto: 2 ottobre 2020
Letto dal 4 al 7 giugno 2021

Sinossi
Si tratta di microstorie, ciascuna delle quali è all'origine di un modo di dire, di una "frase celebre" facente parte di una vera e propria mitologia familiare e cittadina, risalente agli anni dell'infanzia dell'autore, quando Porto Empedocle si chiamava ancora Molo di Girgenti. "Non posso in coscienza affermare che le cose qui scritte appartengano esclusivamente alla mia fantasia… quasi tutte mi vennero raccontate da coloro che sono i veri autori di queste pagine, cioè i membri della mia famiglia, paterni e materni".

L'incipit del libro
A beddruzza o' papà. La pallina al papà. A commentare un'azione che può apparire disinteressata, altruista, ma che in realtà è assai redditizia per chi la compie. Gnazio Spidicato faceva il contabile nello scagno di mio nonno che si occupava di commercio di zolfi. Aveva uno stipendio minimo, a casa l'aspettavano moglie e cinque figli piccoli, di cui tre gemelli. Certamente doveva fare salti mortali per nutrire la numerosa famiglia e lui pubblicamente si vantava di farli, a destra e a manca raccontando come alla lettera si levasse il pane di bocca per darlo ai suoi, come il suo unico nutrimento fossero i suoi famigliari che mangiavano.

La mia brevissima recensione
Il gioco della mosca è una sorta di dizionario siciliano-italiano dei detti e dei proverbi del "variegato" mondo di Andrea Camilleri. Ma è anche, e soprattutto, una descrizione di piccole gag e piccoli avvenimenti della giovinezza del maestro stesso. Lettura piacevole e a tratti anche divertente ma, alla lunga, monotona e spossante.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

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