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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

lunedì 11 dicembre 2023

Agatha Christie: Assassinio sull'Orient Express

Agatha Christie: Assassinio sull'Orient Express. Hercule Poirot, vol. 9

Titolo: Murder on the Orient Express
Formato: Mobi (763 KB)
Pagine: 175
Editore: Mondadori (22 aprile 2014)
ASIN: B00K03TVIO

Data di acquisto: 15 giugno 2014
Letto dal 15 al 19 aprile 2016

Sinossi
Salito a bordo del leggendario Orient Express, l'impareggiabile investigatore Hercule Poirot è costretto a occuparsi di un efferato delitto. Mentre il treno è bloccato nella neve, infatti, qualcuno tra i passeggeri pugnala a morte il ricco signor Ratchett. Evidentemente l'assassino deve nascondersi fra i viaggiatori, ma nessuno di loro sembra avere motivo per commettere il crimine. Un'indagine complicata attende l'infallibile detective…

L'incipit del libro
Erano le cinque di una mattina invernale in Siria. Alla stazione di Aleppo sostava il treno definito dagli orari ferroviari con il nome altisonante di Taurus Express. Era composto da un vagone ristorante, un vagone letto e due vagoni ordinari.
Accanto al predellino del vagone letto un giovane tenente francese conversava con un ometto imbacuccato fino alle orecchie, del quale si vedevano soltanto la punta del naso e le due estremità dei baffi arricciati all'insù.
Faceva un freddo glaciale, e il compito di accompagnare alla stazione un distinto viaggiatore straniero non era certo da invidiare, ma il tenente Dubosc faceva virilmente la sua parte. Dalle sue labbra uscivano con eleganza frasi francesi ben tornite. Non che avesse la minima idea dell'intera faccenda. C'erano state voci, naturalmente, come sempre in casi del genere.
L'umore del generale, del suo generale, si era fatto sempre più nero. E poi era arrivato questo belga: fin dall'Inghilterra, a quanto pareva. C'era stata una settimana di strana tensione. In seguito erano accadute alcune cose. Un ufficiale di grado molto elevato si era suicidato, un altro aveva dato le dimissioni; l'ansia era scomparsa all'improvviso da volto tesi, alcune precauzioni militari erano state allentate. E il generale, il generale del tenente Dubosc, era sembrato all'improvviso dieci anni più giovane.
Dubosc aveva udito parte di una conversazione fra lui e lo straniero. «Lei ci ha salvato, mon cher» aveva detto il generale commosso, con i grandi baffi bianchi tremanti. «Ha salvato l'onore dell'esercito francese, ha evitato che si spargesse del sangue! Come posso ringraziarla per avere risposto alla mia chiamata? Per essere venuto da tanto lontano…?».

La mia recensione
Chiediamoci dov'è la giustizia… e, a volte, la troveremo là dove meno ce lo saremmo aspettato! È quello che ho subito pensato io dopo aver letto l'ultima pagina di questo libro.
È un breve romanzo, ma che si è rivelato essere un ottimo manuale claustrofobico di psicologia investigativa. Claustrofobico perché si svolge interamente in due/tre scompartimenti di un treno (prima e seconda classe e vagone ristorante): a causa di un'abbondante nevicata, il famosissimo Orient Express è costretto ad una sosta in Yugoslavia e, nel frattempo, un misterioso assassino, agendo indisturbato, commette un insolito omicidio. Ma il fato ha voluto che tra i passeggeri del treno ci sia anche l'infallibile Hercule Poirot che prontamente avvia le indagini.
Ecco allora lo stoico investigatore sulla scena del crimine (in uno scompartimento chiuso dall'interno c'è un ricco americano ucciso da ben dodici strane coltellate), eccolo affrontare la sfilza di interrogatori di tutti i passeggeri e del personale della carrozza in esame, eccolo ancora mentre procede ad una sommaria perquisizione dei bagagli dei passeggeri e, infine, eccolo mentre alla presenza di tutte le personalità coinvolte espone i fatti, le circostanze e, soprattutto, svela l'identità del colpevole… anche se poi il libro si chiude con un'incredibile decisione (ma più che giustificata) da parte dello stesso Poirot; tant'è vero che il tutto termina con una sua frase: "Avendovi fornito la mia soluzione ho l'onore di ritirarmi. Il mio compito è finito".
A chi, come il sottoscritto, ama il genere giallo, questa lettura è una vera goduria: la geniale Agatha Christie prende gli indizi, li dissemina lungo tutto il libro e lascia allo spettatore (pardon, al lettore) il compito di trovare il colpevole prima che lo faccia Hercule Poirot! Ma lo ammetto: io, come faccio sempre quando leggo un giallo (o un trhiller in generale), ho preso svariati appunti e sono arrivato ad una soluzione e… vabbè, c'è proprio bisogno di dirvi che questa volta ho preso una cantonata colossale?
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Lee Child: Zona pericolosa

Lee Child: Zona pericolosa. Jack Reacher, vol. 1

Titolo originale: Killing Floor
Formato: Kindle (3704 KB)
Pagine: 486
Editore: Longanesi (25 ottobre 2012)
ASIN: B009XCD4B8

Data di acquisto: 27 settembre 2014
Letto dal 14 al 22 marzo 2015

Sinossi
«I suoi romanzi sono davvero straordinari». Stephen King
«Lee Child ci sa fare con le parole. Sono un suo fan». James Patterson
«Reacher mi cattura dalla prima pagina fino all'ultima. Tra gli scrittori di thriller, Lee Child per me è il numero 1». Ken Follett
«Il guerriero di Child, Jack Reacher, spiega l'America di oggi». Gianni Riotta
Nome: Jack Reacher, ex agente della polizia militare, un vero duro, distintosi per coraggio e onestà nelle molteplici azioni in cui è stato impegnato, fino a diventare una leggenda vivente. Luogo: Margrave, una tranquilla cittadina della Georgia rurale, dove nulla sembra accadere e tutto pare avvolto nel più assoluto anonimato.
Reacher giunge a Margrave proprio nel momento in cui la polizia scopre un efferato delitto. Ma, quel che è peggio, in breve le indagini sembrano far convergere su di lui tutti i sospetti. Chiuso nella prigione della contea, Jack dovrà dimostrare la propria innocenza a un'intera comunità che lo ha già condannato. Reacher non è un uomo che si arrende facilmente, e anche se sa bene di non poter contare su nessuno e di essere entrato in una zona pericolosa, decide di passare all'azione.
In questo esordio narrativo ad alta tensione uscito in Italia nel 2000, che ha segnato il debutto di un personaggio destinato ad appassionare milioni di lettori in tutto il mondo, Lee Child si dimostra degno dei migliori maestri del thriller. Abile nelle descrizioni e nella caratterizzazione dei personaggi, riesce a fondere mirabilmente suspense e colpi di scena in una miscela esplosiva di emozioni.

L'incipit del libro
Mi arrestarono da Eno's. A mezzogiorno. Avevo ordinato uova e caffè; più che uno spuntino di mezzogiorno, una prima colazione in ritardo. Ero stanco e zuppo, dopo la lunga camminata dall'autostrada al limite dell'abitato; tutta a piedi, sotto la pioggia scrosciante.
Un locale piccolo ma allegro e pulito, nuovissimo, costruito a imitazione di un vagone ferroviario: stretto, con un lungo banco da una parte e la cucina sul fondo, i séparé allineati sulla parete opposta, la porta al centro.
Ero appunto seduto su un divanetto accanto alla finestra, e stavo leggendo sul giornale lasciato lì da qualcuno un articolo sulla campagna elettorale di un presidente per il quale non avevo votato, e non avrei votato nemmeno questa volta. Benché la pioggia fosse cessata, il vetro era ancora cosparso di goccioline brillanti. Le auto della polizia si avvicinarono velocemente, stridendo sulla ghiaia del piazzale per la brusca frenata. Lampeggianti che coloravano di blu e di rosso le gocce di pioggia sul vetro, portiere spalancate, poliziotti che saltavano giù dai sedili, due per ogni macchina, le armi in mano. Due pistole, due fucili. Roba pesante. Una pistola e un fucile si avviarono di corsa sul retro, e altri due si precipitarono alla porta.
Rimasi seduto a osservarli. Sapevo chi si trovava nel locale: un cuoco in cucina, due cameriere, due vecchi. E io. Erano venuti per me. Mi trovavo in quella città da meno di mezz'ora, gli altri cinque probabilmente vivevano lì da una vita: se ci fosse stato un problema con uno di loro, si sarebbe presentato un sergente imbarazzato ed esitante, con l'aria di chi chiede scusa. Avrebbe bofonchiato qualcosa, chiedendo di essere seguito alla centrale. Perciò le armi pesanti e tutto quel casino non erano per loro. Erano per me. Mi riempii la bocca di uova, ficcai una banconota da cinque sotto il piatto, piegai in quattro il giornale abbandonato e me lo infilai nella tasca della giacca. Poi, tenendo le mani ben in vista sul tavolo, finii di bere il mio caffè.

La mia (brevissima) recensione
Non avevo mai letto niente di Lee Child, perché (come sa chi ha letto tutte le mie precedenti recensioni) io amo il genere thriller/fantapolitico, e mi son avvicinato a questo suo primo romanzo giallo con un po' di timore e, per giunta, partendo già dal presupposto che molto probabilmente lo avrei abbandonato molto prima di arrivare alla fine. Mi son sbagliato di grosso e qui, faccio mea culpa.
È sì, come ho detto prima, un giallo con tutti gli ingredienti del suo genere: qui troviamo, perciò, il classico eroe ex militare che si comporta da duro ma ha il cuore tenero, troviamo la classica "bonazza" che si innamora dell'eroe, troviamo i classici cattivi che più cattivi di così non si può e, infine, troviamo anche il classico complotto anti-governativo. Quindi l'unica novità, ma che ha saputo davvero conquistarmi, è che tutto il romanzo è scritto in prima persona dal protagonista del libro stesso, come se fosse una sorta di diario. E bello ed originale è anche il finale… con la soluzione del caso davvero difficile da risolvere pur in presenza di tutti indizi sparsi all'interno del libro.
Bravo Lee Child che ha saputo guadagnarsi un nuovo lettore… che, però, adesso dovrà recuperare tutti gli altri romanzi per mettersi in regola!
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Aldo Cazzullo: Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza

Aldo Cazzullo: Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza

Formato: Kindle (2513 KB)
Pagine: 403
Editore: Rizzoli (16 aprile 2015)
ASIN: B00VFSAZ1U

Data di acquisto: 25 aprile 2016
Letto dal 14 al 21 febbraio 2019

Sinossi
La Resistenza a lungo è stata considerata solo una cosa di sinistra: fazzoletto rosso e "Bella ciao". Poi, negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si accanirono su vittime innocenti, i ragazzi di Salò. Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione.
Aldo Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo "vi accompagno io davanti al Signore"; degli alpini della Val Chisone che rifiutano di arrendersi ai nazisti perché "le nostre montagne sono nostre"; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani. La Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno, autonomi come Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che morirono combattendo al fianco degli Alleati.
La Resistenza ha avuto le sue pagine nere, che vanno raccontate, come fa anche questo libro, da Porzûs a Codevigo; così come racconta le atrocità spesso dimenticate dei nazisti e dei fascisti: Boves e Marzabotto, le torture della X Mas e della banda Koch. La storia è scandita dalle voci dal lager e dalle lettere dei condannati a morte, che spesso chiedono la riconciliazione nazionale e si dicono certi che dal loro sacrificio nascerà un'Italia migliore.
A 70 anni dalla liberazione, mentre i testimoni se ne stanno andando, è giusto salvarne la memoria e raccontare ai giovani cos'è stata davvero la Resistenza, e di quale forza morale sono stati capaci i nostri padri.

L'incipit del libro
A rileggere, nell'Italia di oggi, alcuni passi delle ultime lettere di Franco Balbis, c'è da sentirsi un verme. C'è da vergognarsi al pensiero di come abbiamo ridotto la terra che quest'uomo, oggi del tutto dimenticato, voleva "riportare a essere onorata e stimata nel mondo intero": una frase che dovrebbe essere letta a voce alta dai candidati a una carica pubblica, dagli eletti in Parlamento, dai condannati per corruzione.
Anche allora, nella primavera 1944, c'era una vergogna da riscattare. L'Italia in cui Franco Balbis moriva era il Paese che aveva inventato ed esportato nel mondo il fascismo, chiuso nei campi di concentramento i libici, gasato gli abissini, cacciato dalle scuole e dal lavoro i compatrioti di religione ebraica, stretto un patto con Hitler. In quegli stessi giorni, i fascisti di Salò consegnavano alle SS gli ebrei da avviare ai campi di sterminio, e torturavano, impiccavano, fucilavano chi si opponeva.

La mia recensione
"Gli uomini e le donne della Resistenza avevano ragione. Fecero la scelta giusta, schierandosi contro l’invasore nazista e i suoi collaboratori. Combatterono la buona battaglia".
Ecco uno di quei bellissimi libri che andrebbero letti e studiati nelle scuole… e questo, in particolar modo, andrebbe letto ad alta voce ad alcuni adulti dalla memoria corta. Il libro di Aldo Cazzullo raccoglie le testimonianze di uomini e donne che oseremmo definire eroi comuni, eroi di tutti i giorni, a poche ore dalla loro morte per mano dei nazisti. Contemporaneamente, l'autore, pur schierandosi dalla parte giusta della storia, non cerca colpevoli ad ogni costo e non giustifica le efferatezze compiute da entrambe le parti in causa (nazisti da una parte e partigiani dall'altra).
Accanto ai nomi di personaggi noti (Pertini, Mattei e don Bagiardi, i primi nomi che mi vengono in mente), grazie al certosino lavoro di ricerca di Cazzullo, è bellissimo leggere, pur nella drammaticità degli eventi, i nomi di uomini e donne che sono stati dimenticati troppo frettolosamente o forse non avremmo mai conosciuto.
Dalle lettere dei condannati a morte, perché di questo tratta il libro, ecco emergere il loro orgoglio di essere italiani, ecco emergere il loro orgoglio di aver detto semplicemente "no" al nemico; ma, soprattutto, ecco emergere un incredibile senso di "perdono" verso i loro stessi aguzzini affinché possa nascere (è il loro ultimo desiderio prima di morire) una nuova Italia ed una pace condivisa.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Francesco Castorina: La generazione del ficodindia

Francesco Castorina: La generazione del ficodindia

Formato: cartonato
Pagine: 190
Editore: edito in proprio (giugno 2012)

Data di acquisto: regalato dall'autore
Letto dal 9 al 18 luglio 2017

Sinossi
"Erano di pietra celeste, tutti fichidindia, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra (Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia)

La mia recensione
"Ci sono momenti di felicità ma non c'è una condizione di felicità continua. Il fatto forse è che anche se non vogliamo ammetterlo temiamo il futuro. Come sarà il futuro? Cosa ci riserberà? Quando c'era la guerra io mi chiedevo sempre come sarebbe stato dopo. Mi chiedevo se il mondo sarebbe tornato ad essere quello di sempre e sognavo, desiderandole, quelle sere intorno al fuoco, che prima mi erano sempre sembrate noiose, quelle sere fatte di chiacchiere inutili e gesti sempre uguali, tanto uguali da divenire rassicuranti. E aspettando che finisse la guerra giuravo di essere sempre più buona, di non fare del male a nessuno, di essere sempre disponibile con gli altri. Poi la guerra è finita e quando avremmo dovuto stare tutti insieme per condividere i nostri dolori, ci siamo presto dimenticati di tutto, abbiamo attinto di nuovo a piene mani dalle fonte della superbia e dell'alterigia. Abbiamo allontanato di nuovo gli altri da noi".
Libro bellissimo in cui si "respira" un'aria di tempi andati (e di un certo modo di pensare e di comportarsi)… tempi che, purtroppo, non torneranno mai più! Nella storia, ottimamente "messa in scena" da Francesco Castorina, troviamo tutte le usanze tipiche della Sicilia e del Meridione post bellico… e, a distanza di oltre cinquant'anni, molte di quelle usanze (tra cui l'immancabile "pettegolezzo" da paese) sono ancora ben radicate.
La storia narrata in La generazione del ficodindia è davvero spettacolare… ed è bellissimo il fatto che, pur essendo frutto della fantasia dell'autore, riesce magistralmente ad intrecciarsi con alcuni episodi realmente accaduti. Da segnalare anche l'ottima descrizione del paesaggio siciliano e la perfetta caratterizzazione dei personaggi (sia principali che di contorno).
Unico neo, che comunque non sminuisce il lavoro di Francesco Castorina, è dato dal font usato per stampare il libro: infatti, ci troveremo a fare i conti con un carattere troppo piccolo; certo, non è proprio impossibile da leggere, ma si fa un po' di fatica a stare dietro alle parole.
In conclusione, questo è un libro che, a mio modesto parere, meriterebbe senz'altro di essere pubblicato da un grande editore… ed io mi auguro (e lo auguro all'autore) che ciò possa avvenire!
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Ecco il commento lasciato da una lettrice alla mia recensione:


domenica 10 dicembre 2023

Massimiliano Cassone: Il vaso di Pandora

Massimiliano Cassone: Il vaso di Pandora

Formato: brossura
Pagine: 187
Editore: Boopen (30 settembre 2010)
ISBN-13: 9788865810460

Data di acquisto: 10 febbraio 2017
Letto dal 6 al 7 marzo 2017

Sinossi
Amore, Sacra Corona Unita, SLA, rapine, sorrisi, gioie e dolori in una terra meravigliosa, il Salento. In riva al mare più bello del mondo l'evolversi di una storia indimenticabile. Salvatore e Valentina, come il piccolo sole e il fiore di loto. La vita contrapposta alla morte…

L'incipit del libro
Il sole comandava sovrano in un cielo magnificamente celeste, la colonnina del barometro sembrava impazzita, era l'undici agosto del 1995. Con una spallata vigorosa aprii la doppia porta dell'ufficio postale, iniziai a correre, subito dietro di me i miei due amici o compari, ma tra noi eravamo fratelli. La fretta di fuggire mi vestì di sbadataggine e nel voltarmi indietro a guardare i miei compagni, franai contro una ragazza, la buttai per terra; nel cadere la sua borsa della spesa si ruppe e il suo contenuto si sparse sull'asfalto.
I miei due compari mi superarono. Io rimasi bloccato per una serie interminabile di secondi, guardando, rapito dalla sua bellezza, quella creatura meravigliosa. Era bellissima, i grandi occhi neri mi fissavano impauriti, avrei voluto aiutarla a rialzarsi, prenderle le cose da terra, avrei voluto conoscerla ma la voce di uno dei miei due compari mi riportò alla realtà: "dai scemo, corri..!". Avevo il viso ancora coperto dalla maschera. 

La mia recensione
"Non c'è una giustizia per chi vive e per chi muore. Il destino atroce e infame è il burattinaio cattivo e perfido che tira i fili decidendo i dolori e le sorti di un mondo ormai alla deriva".
Questo libro è una favola apparentemente senza il lieto fine! Ma, strada facendo, scopri che il lieto fine c'è e non è uno solo ma tanti… ogni volta che Salvatore, il protagonista, prende (anche letteralmente) i pugni in faccia dalla vita e dal destino e lui, coraggiosamente ed orgogliosamente, decide di voltare pagina e ripartire!
Scritto bene (ma su questo non avevo dubbi, ormai Cassone è una certezza) e molto riflessivo, tanto che, durante lo scorrere delle pagine, cominci anche ad immedesimarti in Salvatore e nei suoi sogni, nei suoi desideri e nei suoi dolori. E non mi vergogno a dirlo… ad un certo punto del libro (non dico quale per non rovinarvi il finale) mi è pure scappata una lacrima!
Ps.: In tutto il libro ho notato che sono presenti numerosi refusi e macchie di inchiostro. Ovviamente la colpa non è da attribuire all'autore ma a chi doveva svolgere mansioni di correttore di bozze… e non lo ha fatto! Comunque, preciso che, nonostante tutto, il libro si legge bene e questi fastidi non ne inficiano minimamente la lettura.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Stieg Larsson: Uomini che odiano le donne

Stieg Larsson: Uomini che odiano le donne. Millennium, vol. 1

Titolo originale: Män som hatar kvinnor
Formato: copertina flessibile
Pagine: 676
Editore: Marsilio (14 novembre 2007)
ISBN-13: 978-8831793322

Data di acquisto: regalo di Natale 2019
Letto dall'1 al 6 ottobre 2020

Sinossi
Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita. L'incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è il giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con l'aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, indimenticabile protagonista femminile al suo fianco ribelle e inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose…

L'incipit del libro
Era diventato un rito che si ripeteva ogni anno. Il destinatario del fiore ne compiva stavolta ottantadue. Quando il fiore arrivò, aprì il pacchetto e lo liberò della carta da regalo in cui era avvolto. Quindi sollevò il ricevitore e compose il numero di un ex commissario di pubblica sicurezza che dopo il pensionamento era andato a stabilirsi sulle rive del lago Siljan. I due uomini non erano solo coetanei, ma erano anche nati nello stesso giorno, fatto che in quel contesto poteva essere considerato come una sorta d'ironia. Il commissario, che sapeva che la telefonata sarebbe arrivata dopo la distribuzione della posta delle undici, nell'attesa stava bevendo un caffè. Quest'anno il telefono squillò già alle dieci e trenta. Lui alzò la cornetta e disse ciao senza nemmeno presentarsi.

La mia (brevissima) recensione
Primo volume della trilogia Millennium di Stieg Larsson… a cui farà seguito, dopo la sua prematura scomparsa, l'altra trilogia (con gli stessi personaggi) di David Lagercrantz.
Non ho mai voluto vedere il film senza prima aver letto il libro. E finalmente ho colmato la lacuna…
Che dire? Storia davvero appassionante (non dico dark ma poco ci manca… comunque la trama è un bel pugno nello stomaco) e parecchio cruda nei dettagli, panorami che mi hanno incuriosito e finale prevedibile ma non affatto scontato. Sarà anche un "mattone" di poco meno di 700 pagine, ma è molto scorrevole; anzi, la trama, i colpi di scena e la suspense invogliano (quasi) ad andare aventi con la lettura a qualunque ora del giorno e della notte: io ho impiegato 6 giorni esatti esatti a finirlo…
Il personaggio di Lisbeth Salander (con tutta la sua sofferenza e forza interiore) mi è entrata dentro… appena posso cercherò di recuperare anche gli altri due libri di Larsson.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Bill Clinton e James Patterson: Il presidente è scomparso

Bill Clinton e James Patterson: Il presidente è scomparso

Titolo originale: The President is missing
Formato: copertina rigida
Pagine: 496
Editore: Longanesi (4 giugno 2018)
ISBN-13: 978-8830450523

Data di acquisto: prenotazione del 21 maggio 2018
Letto dall'8 al 12 giugno 2018

Sinossi
Il presidente è scomparso. Il mondo è sotto shock. E il motivo della sparizione è molto più grave di quanto chiunque possa immaginare… Per la prima volta un romanzo che fa vivere da protagonisti assoluti tutto ciò che realmente succede all'interno della Casa Bianca. Un thriller raccontato da un punto di vista unico: quello del presidente degli Stati Uniti.
Che cosa vuol dire davvero essere l'uomo più potente al mondo? Un'avventura fuori dell'ordinario, con il ritmo serrato e i colpi di scena che costituiscono la firma di James Patterson e tutta l'autenticità e le informazioni di prima mano che solo chi è stato presidente come Bill Clinton può conferire.

L'incipit del libro
Giovedì 10 maggio
«La commissione speciale della Camera dovrà decidere se… ».
Gli squali nuotano in cerchi sempre più stretti, le narici che fremono per l'odore del sangue. Otto esponenti dell'opposizione e cinque del mio partito, tredici squali in tutto. Per proteggermi da loro ho dovuto avvalermi dei suggerimenti di avvocati e consiglieri, ma ho imparato sulla mia pelle che, per quanto tu possa essere preparato, contro i predatori funzionano ben poche strategie di difesa. Prima o poi, devi buttarti nella mischia e rispondere colpo su colpo.
Non lo fare, mi ha implorato per l'ennesima volta Carolyn Brock, capo di gabinetto alla Casa Bianca. Non ci pensare nemmeno a testimoniare davanti alla commissione, ti prego. Hai tutto da perdere e niente da guadagnare.
Non devi assolutamente rispondere alle loro domande.
Sarebbe la fine del mandato.
Osservo le tredici facce che ho di fronte, tutte sullo stesso lato del tavolo, a formare una lunga fila, in una versione contemporanea della Santa Inquisizione. L'uomo brizzolato, seduto al centro dietro la targhetta che recita MR RHODES, si schiarisce la gola.

La mia recensione
"Prima o poi, ogni presidente si trova a dover prendere decisioni in cui la scelta giusta da un punto di vista pratico è invece quella sbagliata sul piano politico. Se la posta in gioco è alta, bisogna seguire la propria coscienza e sperare che l'opinione pubblica cambi idea. In fondo, è per quello che si viene eletti".
Thriller davvero molto bello ed intrigante (in alcuni punti sembra già la sceneggiatura di un ipotetico e futuro film) che svela, per quanto possibile, i retroscena della Casa Bianca e a quante regole, piani e protocolli deve attenersi il Presidente degli Stati Uniti d'America… anche se è considerato come "l'uomo più potente ed influente del mondo". Ad essere un po' pignoli, all'inizio (e fino a quasi metà libro) il ritmo è abbastanza lento… eppure, paradossalmente, è proprio questa lentezza, insieme a tutta l'alta tensione che trasmette, il punto di forza del libro.
Il romanzo, dall'ottima prosa (chiara e semplice), è stato scritto dall'ex presidente Bill Clinton (per me uno dei migliori presidenti americani, insieme a Barack Obama, dai tempi di Kennedy) insieme a James Patterson. E la collaborazione tra questi due mostri sacri della politica e della letteratura si vede tutta: l'ex presidente ha fornito i particolari della Casa Bianca e come egli può (o non può) muoversi all'interno della stessa, lo scrittore ci ha messo del suo nel costruire ed ingarbugliare la trama…
Trama che ha non pochi riferimenti all'attuale situazione politica internazionale, con la Russia che ha paura della Nato sempre più vicinissima ai suoi confini. E trama che è intrisa anche, e soprattutto, di intrighi, tradimenti, amicizia, senso dello stato, valori e patriottismo americano.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

Donato Carrisi: Io sono l'abisso

Donato Carrisi: Io sono l'abisso

Formato: Kindle (960 KB)
Pagine: 279
Editore: Longanesi (23 novembre 2020)
ASIN: B08L6DJ881

Data di acquisto: prenotazione del 14 novembre 2020
Letto dal 3 al 10 aprile 2021

Sinossi
Sono le cinque meno dieci esatte. Il lago s'intravede all'orizzonte: è una lunga linea di grafite, nera e argento. L'uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Non prova ribrezzo per il suo lavoro, anzi: sa che è necessario. E sa che è proprio in ciò che le persone gettano via che si celano i più profondi segreti.
E lui sa interpretarli. E sa come usarli. Perché anche lui nasconde un segreto.
L'uomo che pulisce vive seguendo abitudini e ritmi ormai consolidati, con l'eccezione di rare ma memorabili serate speciali. Quello che non sa è che entro poche ore la sua vita ordinata sarà stravolta dall'incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Lui che ha scelto di essere invisibile, un'ombra appena percepita ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il rischio non è solo quello che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente.
Il vero rischio è, ed è sempre stato, sin da quando era bambino, quello di contrariare l'uomo che si nasconde dietro la porta verde.
Ma c'è un'altra cosa che l'uomo che pulisce non può sapere: là fuori c'è già qualcuno che lo cerca. La cacciatrice di mosche si è data una missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l'oscura fama che la accompagna.
E quando il fondo del lago restituisce una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C'è soltanto una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l'ombra invisibile che si trova al centro dell'abisso.

L'incipit del libro
7 giugno. Alla scritta, su su in cima, mancano alcune lettere, altre sono storte. Anche se ha solo cinque anni e non va ancora a scuola, riconosce la G e la H e sa che il cerchietto corrisponde sempre alla O, che ora è anche la forma dello stupore sulle sue labbra.
«Grand Hotel» legge Vera per lui mentre si avvicinano, indicando l'alto edificio che li attende, addormentato. Le finestre sono tanti occhi ciechi. Nei muri lunghe rughe che si sbriciolano, solchi di lacrime secche. Le scritte e i disegni colorati invece di mettere allegria fanno somigliare il palazzo a un vecchio gigante umiliato. La porta d'ingresso sembra una giostra rotta, ed è sbarrata con assi di legno. Piccoli arbusti bucano l'asfalto del piazzale come dita di scheletri che cercano di uscire dalle tombe.
In mezzo a un coro d'invisibili cicale, si sentono solo gli zoccoli di Vera e lo strascinio delle ciabattine di plastica del bambino. Il bambino coi pantaloncini blu e la canottiera è controtempo, non ce la fa a tenere il passo. Al contrario, Vera sembra così sicura in cima ai suoi zoccoli con la fibbia luccicosa, slanciata come un fenicottero.

La mia (brevissima) recensione
"La botola dello scantinato è verde. La discesa in quel buco sul pavimento della cucina. Mano nella mano, un gradino alla volta. Docile, senza protestare: chi ti vuole bene non può farti del male".
Romanzo bellissimo e non per niente banale; forze un pochino più "soft" rispetto al Suggeritore (che resta insuperabile), ma decisamente migliore come stile… Diciamo pure che è diverso dal solito "Carrisi". Anzi, per dirla tutta, alla fine ti lascia anche un po' di tristezza nel cuore!
All'inizio la lettura è alquanto faticosa, poi ti prende parecchio e ti coinvolge in modo incredibile. Il finale è leggermente frettoloso e forzato ed i colpi di scena molto scontati e ampiamente prevedibili.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

Manda Scott: Il teschio di cristallo

Manda Scott: Il teschio di cristallo

Formato: copertina flessibile
Pagine: 402
Editore: TEA (15 luglio 2010)
ISBN-13: 978-8850221950

Data di acquisto: regalo di Natale 2019
Letto dal 18 al 26 agosto 2020

Sinossi
Una leggenda maya narra dell'esistenza di tredici teschi di cristallo, creati dopo il diluvio che ha sommerso la mitica città di Atlantide. Nove destinati agli uomini, quattro al regno animale. Si dice che il 21 dicembre 2012, giorno in cui l'umanità si troverà ad affrontare l'abisso, le tredici pietre si riuniranno per dar vita al serpente piumato, Quetzalcoatl, lo spirito della Terra…
Parigi, 1556. Il medico inglese Cedric Owen mostra a Nostradamus un teschio di cristallo azzurro. Turbato, Nostradamus spiega all'uomo che quell'oggetto segnerà il suo destino: Owen dovrà andare nel Nuovo Mondo, scoprire i poteri del teschio, scriverli perché non vadano perduti, e infine nascondere l'oggetto, affinché torni alla luce nel momento propizio…
Inghilterra, 2007. Stella, una giovane speleologa, e suo marito Kit, professore a Cambridge, esplorando le grotte dello Yorkshire, ritrovano lo scheletro di un uomo con accanto un teschio di cristallo azzurro. I due scoprono che di quell'oggetto si parla in un antico manoscritto ornato da numerosi glifi maya che sembrano indicare un luogo, forse una data. Stella e Kit dovranno ripercorrere i cunicoli più oscuri della Storia per svelare un segreto che unisce un remoto passato a un futuro potenzialmente catastrofico per l'umanità…

L'incipit del libro
Ingleborough Fell, Yorkshire Dates, maggio 2007
Visto che si trattava del suo dono di nozze, fu Stella a uscire per prima dal cunicolo. Aveva coperto gli ultimi cinquanta metri strisciando faticosamente sulla pancia ed era sporca, fradicia e scossa da tremiti. Si muoveva lentamente, tenendo tesa la corda che, come un cordone ombelicale, la univa a Kit; prima saggiava con le mani la tenuta dei punti d'appoggio, poi si trascinava in avanti, senza uscire dal raggio di luce diffuso dalla torcia.
Sporse il volto nella vuota oscurità che aveva davanti a sé. Anche la caverna, come il cunicolo, era di pietra calcarea. Le mani inguantate della donna scivolavano sulla pietra, lisciata dal secolare e paziente scorrere dell'acqua. La torcia mostrava veli di umidità scintillante che scorreva su calcare piatto e ondulato. Al di là della macchia di luce gialla si trovava un territorio sconosciuto, mai mappato né esplorato, che, a quanto ne sapeva Stella, poteva tranquillamente essere uno scoglio o una cascata senza fondo o un piatto pavimento di roccia.

La mia (brevissima) recensione
"Era difficile dimenticare la passione che aveva provato fin dal primo momento per la pietra. Anche sott'acqua, gelata e prossima all'annegamento, era stata travolta da quel senso di ritorno a casa, di benvenuto. Le sembrava di aver concluso un patto, molto tempo prima, di averlo poi dimenticato e di cominciare solo allora a ricordarlo di nuovo. Nella sua mente quel sentimento così nitido aveva lasciato una traccia profonda".
Non mi ha entusiasmato per niente (in realtà, verso pagina 100 stavo anche per mollarlo)… Prima metà lenta e monotona, seconda in cui succede di tutto e di più.
📌 Voto: ⭐⭐ (2 su 5)

Guido Nolitta e Franco Donatelli: Zagor. Addio, fratello rosso!

Zagor. Addio, fratello rosso!
di Guido Nolitta e Franco Donatelli

Formato: copertina flessibile
Pagine: 352
Editore: Sergio Bonelli (9 luglio 2020)
ISBN-13: 978-8869615276

Data di acquisto: prenotazione dell'11 aprile 2020
Letto dal 12 al 17 luglio 2020

Sinossi
Nella cittadina di Stoneville, uno stupido diverbio si trasforma in un orribile fatto di sangue. Billy Boy Kirby, ubriaco, uccide la moglie di Wakopa, sakem degli Osages. Zagor lo vorrebbe consegnare alla giustizia, ma gli abitanti del paese lo difendono. È infatti figlio del potente Alan Kirby, proprietario di una miniera d'argento e vero padrone di Stoneville. Ma, intanto, gli Osages sono in tumulto. Zagor stipula un patto con Wakopa: farà processare Billy Boy e, in cambio, il sakem terrà buoni i suoi Osages. Ma purtroppo le cose andranno in modo tragicamente diverso…

📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)