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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 6 luglio 2025

Kurt Vonnegut Jr: Mattatoio n. 5

Kurt Vonnegut Jr: Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini

Titolo originale: Slaughterhouse-Five, or The Children's Crusade. A Duty-Dance with Death
Formato: copertina flessibile
Pagine: 208
Editore: Feltrinelli (10 marzo 2014)
ISBN-13: 9788807885051

Data di acquisto: prestito del 6 giugno 2025
Letto dal 3 al 6 luglio 2025

▪️Sinossi
Mattatoio n. 5 è la storia semiseria di Billy Pilgrim, un americano medio, un uomo qualunque con però l’eccezionale capacità di passare da una dimensione spaziale all'altra. Senza essere in grado di impedire la cosa, può trovarsi ora a Dresda durante la Seconda guerra mondiale, ora nello zoo fantascientifico di Tralfamadore dove è esposto come esemplare della razza umana. Ma Mattatoio n. 5 è anche uno dei più importanti libri contro la guerra che siano mai stati scritti, autentica pietra miliare della letteratura antimilitarista. Kurt Vonnegut trae ispirazione dalla sua personale esperienza bellica quando, fatto prigioniero dai nazisti, ebbe la ventura di assistere alla distruzione di Dresda, la Firenze del Nord, da parte degli Alleati. Fu testimone di uno dei più terribili bombardamenti della storia, sopravvivendo grazie al suo osservatorio molto particolare: una grotta scavata nella roccia sotto un mattatoio, adibita a deposito di carni, nelle viscere della città. Quando alla fine uscì all'aperto, al posto di una delle più belle città del mondo c'era un'ondulata distesa di macerie sopra un numero incalcolabile di morti. L'unico modo per narrare questa terribile esperienza, di per sé assolutamente indicibile, pare allora per Vonnegut quello visionario e di una comicità paradossale, che sa affiancare con maestria sorriso e dolore, grottesco e leggerezza della fantasia.

▪️L'incipit del libro
È tutto accaduto, più o meno. Le parti sulla guerra, in ogni caso, sono abbastanza vere. Un tale che conoscevo fu veramente ucciso, a Dresda, per aver preso una teiera che non era sua. Un altro tizio che conoscevo minacciò veramente di far uccidere i suoi nemici personali, dopo la guerra, da killer prezzolati. E così via. Ho cambiato tutti i nomi. lo ci tornai veramente, a Dresda, con i soldi della Fondazione Guggenheim (Dio la benedica), nel 1967. Somigliava molto a Dayton, nell'Ohio, ma c'erano più aree deserte che a Dayton. Nel terreno dovevano esserci tonnellate di ossa umane.
Ci tornai con un vecchio commilitone, Bernard V. O'Hare, e là facemmo amicizia con un tassista che ci portò al mattatoio dove rinchiudevano, di notte, i prigionieri di guerra. Si chiamava Gerhard Müller. Ci disse che per un po' era stato prigioniero degli americani. Gli domandammo com'era vivere sotto i comunisti, e lui disse che in principio era stato terribile, perché tutti dovevano lavorare tanto, e perché non c'erano case e mancava da mangiare e da vestirsi. Ma adesso le cose andavano molto meglio. Lui aveva un bell'appartamentino, e la figlia frequentava una buona scuola. Sua madre era rimasta incenerita nell'incendio di Dresda. Così va la vita.

▪️La mia (brevissima) recensione
"Così va la vita".
Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut è un romanzo (datato 1969) che potremmo benissimo catalogare nel genere "di guerra", se non fosse che Vonnegut, partendo dalla sua stessa esperienza personale (è stato prigioniero dei Nazisti a Dresda ed ha visto la città completamente distrutta durante il bombardamento degli Alleati) ne ha fatto un bellissimo manifesto "antimilitarista".
La trama si può riassumere in queto modo: Billy Pilgrim, il protagonista eroe-antieroe, viene prima rapito dagli alieni di Tralfamadore e, successivamente, trasportato avanti ed indietro nel tempo della sua stessa vita (molto belle ed evocative le scene del bombardamento di Dresda).
Lo stile narrativo usato da Vonnegut è molto ironico (al limite del comico), ma comunque in grado di denunciare gli orrori e le tragedie delle guerre senza renderli banali (la carneficina dei bambini mutati in adulti avviliti). Il racconto non è proprio lineare, ma molto "spezzettato" tra fatti storici realmente accaduti e scene fantastiche e fantascientifiche.
📌 Voto: 🔵🔵🔵🔵🔵 (5 su 5)

sabato 5 luglio 2025

La classifica dei libri più venduti


Dati relativi alla settimana dal 23 al 29 giugno 2025 (Fonte: TuttoLibri del 5 luglio 2025):

1. Gianluca Gotto - Verrà l'alba, starai bene
2. Marco Malvaldi - Piomba libera tutti. I delitti del BarLume, vol. 16
3. Uketsu - Strani disegni
4. Isabel Allende - Il mio nome è Emilia del Valle
5. Antonio Manzini - Sangue marcio
6. Ildefonso Falcones - In guerra e in amore
7. Roberto Saviano - L'amore mio non muore
8. Bibbiana Cau - La levatrice
9. Kohei Horikoshi - My Hero Academia, vol. 42
10. Tiziano Scarparo - Il digiuno intermittente a modo mio

venerdì 4 luglio 2025

Antonio Pinto: Destini incrociati

Antonio Pinto: Destini incrociati

Formato: copertina flessibile
Pagine: 412
Editore: Gruppo Albatros Il Filo (22 aprile 2024)
ISBN-13: 9788830695108

Data di acquisto: regalo del 30 giugno 2025
Letto dal 1° al 4 luglio 2025

📌 Sinossi
Luigi e Serena, imprenditori nel settore della ristorazione a domicilio, sono sull'orlo della bancarotta a causa delle restrizioni legate alla pandemia di COVID-19. Determinati a cambiare il corso delle cose, decidono di compiere una rapina in una ricevitoria del lotto, ma ben presto si rendono conto che l'impresa avrà conseguenze ben più gravi di quanto immaginato. A indagare sul caso è la squadra anticrimine di Milano, capitanata dal Commissario Corrado Gemma, che immediatamente intuisce di trovarsi di fronte a due criminali senza scrupoli.
Gemma, inoltre, è impegnato anche nella gestione di una crisi personale: la salute precaria di sua moglie Teresa. Fortunatamente, può contare sull'aiuto della figlia Laura, giovane poliziotta trasferita da poco proprio nel suo stesso commissariato.
In questo modo le vite di Luigi, Serena, Corrado e Laura si intrecciano in un intricato gioco del destino, spingendoli a compiere azioni che mai avrebbero pensato possibili fino a poco tempo prima. Destini incrociati è un romanzo che esplora il delicato equilibrio tra bene e male, immergendosi nelle profonde contraddizioni dell'animo umano spinto al limite estremo della disperazione. Con colpi di scena e tensione crescente, tiene incollati i lettori fino all'ultima pagina.

📌 L'incipit del libro
«Amico, l'ultimo che mi ha puntato contro una pistola è finito all'obitorio» sibilò il Commissario Corrado Gemma, suscitando le risa del vigilante che gli stava prendendo la temperatura col termometro laser.
«36,2 si può accomodare Commissario» rispose l'uomo con le lacrime agli occhi.
«Entrare in un ambulatorio medico è peggio che fare visita agli ergastolani» borbottò Gemma alla moglie mentre arrivavano nella sala d'attesa del poliambulatorio Vezza di Milano. Subito un soffio d'aria calda ritemprò la coppia che aveva pazientemente atteso un quarto d'ora sotto una pioggia gelida prima che gli venisse dato il permesso di accedere.
D'altronde erano le regole della "nuova normalità" ai tempi del covid. Il Commissario aveva già lanciato due occhiatacce ad un'infermiera che lo stava guardando male perché si era abbassato la mascherina. Quell'affare non lo sopportava proprio. Ogni volta si appannavano gli occhiali e non riusciva a vedere più nulla. Si sentiva soffocare e quel pezzo di carta in faccia dopo un po' puzzava di muffa.

📌 La mia recensione
"Devi dare tutto l'amore e tutta l'attenzione che puoi a tua moglie. Quando accadrà che non ci sarà più niente da fare tu non devi avere dubbi: hai fatto tutto quello che potevi per lei. Non hai niente da rimproverarti".
Destini incrociati è stata un piacevole scoperta: si tratta di un romanzo "corale" in cui le vite di quattro persone (i poliziotti Corrado e Laura ed i criminali per necessità Luigi e Serena) si incontrano e si intrecciano in modo incredibile ed inaspettato, anche se moralmente opinabile.
Antonio Pinto riesce a creare un thriller psicologico surreale e, in primis, molto rispettoso verso il tema trattato: ossia, cosa siamo disposti a fare per proteggere quanto di più caro abbiamo quando tutte le soluzioni possibili ci vengono negate. A ciò va aggiunto che, nello scorrere delle pagine, ci imbatteremo anche nell'amore, nella perdita e nella speranza.
La trama è ben costruita (anche se alcuni punti, bisogna riconoscerlo, sono un po' tirati o inverosimili) e l'intreccio tra i coprotagonisti, con le loro debolezze, paure e resilienze, è il vero motore della storia. Coprotagonisti (a cui io aggiungerei anche il questore Serinelli) che sono ottimamente descritti e molto ben caratterizzati.
Destini incrociati invita a riflettere, e non poco, sul sottilissimo filo che lega il bene con il male, sulle relazioni umane, e sulle ripercussioni delle nostre scelte.
📌 Voto: 🔵🔵🔵🔵 (4 su 5)

Andrea Bajani vince il Premio Strega 2025


Andrea Bajani, con 194 voti, è il vincitore del Premio Strega 2025 con il romanzo L'anniversario (Feltrinelli). Seconda Elisabetta Rasy con Perduto è questo mare (Rizzoli), 133 voti. Terza Nadia Terranova (Quello che so di te, Guanda, 117 voti).
Il totale dei voti espressi è di 646, ossia il 92% degli aventi diritto. Presidente di seggio la vincitrice 2024, Donatella Di Pietrantonio.
Bajani vive da anni negli Usa, dove insegna scrittura creativa alla Rice University di Houston. "Negli Stati Uniti - ha detto il vincitore 2025 - la cultura è di una nicchia e per pochi, mentre quello che mi piace del Premio Strega è che, al contrario, va nelle piazze".

▪ Albo d'Oro (dal 2015) del Premio Strega:
2015 Nicola Lagioia, La ferocia
2016 Edoardo Albinati, La scuola cattolica
2017 Paolo Cognetti, Le otto montagne
2018 Helena Janeczek, La ragazza con la Leica
2019 Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo
2020 Sandro Veronesi, Il colibrì
2021 Emanuele Trevi, Due vite
2022 Mario Desiati, Spatriati
2023 Ada d'Adamo, Come d’aria (postumo)
2024 Donatella Di Pietrantonio, L'età fragile
2025 Andrea Bajani, L'anniversario

giovedì 3 luglio 2025

Boileau - Narcejac: Le lupe

Pierre Boileau e Thomas Narcejac: Le lupe

Titolo originale: Les Louves
Formato: copertina flessibile
Pagine: 179
Editore: Adelphi (2 luglio 2024)
ISBN-13: 978-8845939013

Data di acquisto: prestito del 6 giugno 2025
Letto dal 30 giugno al 3 luglio 2025

Sinossi
Lione, 1941. Fuori, la guerra, l'occupazione, il coprifuoco, il razionamento. Dentro, nell'immenso appartamento borghese, buio, deserto e polveroso, come «perduto al fondo del tempo», due donne temibili e un uomo che pensava di usarle per i propri scopi - e invece somiglia sempre più a un condannato a vita. E dire che, quando si era presentato in casa della «madrina di guerra» del suo compagno di prigionia Bernard (morto durante la loro evasione dallo Stalag), Gervais era convinto di avercela fatta: si era spacciato per l'amico, la donna e la di lei sorella minore lo avevano accolto (almeno in apparenza) con assoluta fiducia, e lui si era lasciato avvolgere in un tiepido bozzolo di carezzevoli premure, riuscendo a sedurle entrambe senza troppa fatica. O forse erano state loro a sedurlo… e quel tiepido bozzolo non era che una ragnatela inestricabile… Quando ne arriverà una terza, di donna, la sorella di Bernard, il gioco si farà durissimo. Se non altro perché la posta è un'eredità di venti milioni di franchi. A poco a poco, tra ambiguità, sottintesi e secondi fini (tutti deliziosamente malvagi), assisteremo a una vertiginosa partita di scacchi, in cui da ogni frase e da ogni sorriso sembra nascere una minaccia, e ogni mossa può essere mortale. Dando prova, ancora una volta, di una prodigiosa abilità, la «coppia diabolica» del noir francese fa crescere la suspense fino all'ultimo, crudelissimo colpo di scena, e ci regala un romanzo claustrofobico che, a distanza di quasi settant'anni, non ha perso nulla del suo fascino sinistro.

L'incipit del libro
«Dai, che ce l'abbiamo fatta» disse Bernard.
Le ruote del vagone sussultavano sugli scambi; i tramezzi di legno stridevano; le protuberanze del sacco di patate a cui ero appoggiato - da chissà quante ore - mi si conficcavano sempre più a fondo nelle costole, nelle reni; la corrente d'aria che penetrava dalle fenditure del tetto sapeva di umidità e del vapore grasso delle macchine sotto pressione che sentivamo sbuffare di tanto in tanto nella direzione contraria alla nostra, in mezzo a un gran cozzare di respingenti. Mi alzai anch'io, con il corpo intorpidito da far spavento; uno scossone mi fece ricadere sui sacchi, ma la mano possente di Bernard mi rimise in piedi.
«Guarda» gridò. «È La Guillotière».
«La Guillotière, come no…».
«È La Guillotière, ti dico!».

La mia (brevissima) recensione
Le lupe, scritto a quattro mani da Pierre Boileau e Thomas Narcejac, è un bellissimo thriller claustrofobico e psicologico che esplora la psiche umana. La trama, che è tutta un miscuglio di inganni e colpi di scena a non finire, è costruita attorno alle giustificazioni ed agli scopi dei pochi personaggi presenti: Gervais e tre donne ambigue (le "lupe" del titolo). Fino alla fine non riusciremo mai a capire chi sta manipolando chi e, soprattutto, dove sta il confine tra vittima e carnefice.
📌 Voto: ⭐️⭐️⭐️⭐️ (4 su 5)

mercoledì 2 luglio 2025

National Geographic Italia - luglio 2025

National Geographic Italia - luglio 2025
Vol. 56, n. 1
6,90 euro

In copertina: Folla di turisti sulla scalinata di Trinità dei Monti a Roma in un'assolata giornata estiva.

Overtourism. Ogni anno, milioni di turisti si riversano nelle città, sulle spiagge e nelle località più ricercate di tutto il mondo, spesso creando sovraffollamento e disagi per i residenti, con conseguenze che vanno dai danni ai patrimoni naturali e storici al caro affitti, fino alla perdita di identità culturale. Cosa si può fare per limitare il turismo di massa e favorire una convivenza positiva tra turisti e residenti?
Animali poco amati. Avvoltoi, rospi, pipistrelli… Molti animali hanno un aspetto poco attraente per noi, oppure comportamenti o abitudini che ci portano ad avere un atteggiamento negativo nei loro confronti. Eppure, molti svolgono un ruolo essenziale per l'equilibrio ecologico, e spesso quelli che consideriamo in modo negativo sono in realtà i loro punti di forza.
Fulani. Come un popolo di pastori nomadi africani si adatta al clima - e al mondo - che cambia.
Una città, 700 lingue. Dopo 4 secoli di immigrazione a New York si parlano oltre il 10% delle lingue globali. Molte rischiano però di scomparire. Riusciremo a preservarle?
Quando la cura è affidata alle donne. Viaggio nel mondo tutto femminile degli ospedali per la fauna selvatica.
Dove il gelato sfama la gente. Esasperati dalla carenza d'acqua, gli agricoltori dell'India nordoccidentale hanno escogitato un nuovo modo per sbarcare il lunario.
Perché David Attenborough non perde la speranza? In un nuovo documentario, il leggendario conservazionista si confronta con la distruzione degli oceani per ispirarci a salvarli.
Fotovoltaico, sole bipartisan. Comuni ed enti religiosi sono in prima linea per diffondere le comunità energetiche rinnovabili.
Così un minuscolo crostaceo manda avanti la vita nell'oceano meridionale. L'ecologa marina Kim Bernard mette in luce l'importanza del krill antartico.
Gli ultimi armaioli del Giappone. Un tempo c'erano migliaia di artigiani che realizzavano le tradizionali katana. Oggi ne restano ben pochi.

martedì 1 luglio 2025

Cormac McCarthy: Città della pianura

Cormac McCarthy: Città della pianura. Trilogia della frontiera, vol. 3

Titolo originale: Cities of the Plain
Formato: Kindle (709 KB)
Pagine: 346
Editore: Einaudi (7 ottobre 2010)
ASIN: B005VOHYXQ

Data di acquisto: 25 maggio 2025
Letto dal 26 al 30 giugno 2025

Sinossi
Primi anni Cinquanta. John Grady Cole e Billy Parham lavorano in un ranch fra il Texas e il Messico. Insieme allevano cavalli, ascoltano sotto le stelle i racconti dei vecchi cowboy, si divertono al bar o al bordello. E al bordello John Grady incontra una sedicenne così bella da cambiargli la vita. Così contesa da costringerlo a scontrarsi con il protettore-filosofo Eduardo, in un duello allo stesso tempo epico e metafisico.
Ultimo capitolo della "Trilogia della frontiera", Città della pianura parte dove arrivavano i primi due romanzi, Cavalli selvaggi e Oltre il confine. In un West sempre più al crepuscolo, la natura esplode fuori e dentro i protagonisti, splendida e spietata. E se percepire il respiro delle cose, restituirlo nella forma di una superiore sapienza, è privilegio di pochi, nemmeno quei pochi possono cambiare gli eventi: possono soltanto far sentire la misteriosa forza che tiene insieme gli alberi, gli animali e i destini degli uomini.

L'incipit del libro
Si fermarono sulla soglia, pestarono gli stivali a terra per scrollare via la pioggia, sventolarono il cappello e si asciugarono l'acqua dalla faccia. Fuori, nella strada, la pioggia sferzava l'acqua stagnante facendo ondeggiare e ribollire il verde e il rosso sgargianti delle luci al neon, e le gocce pesanti danzavano sui tetti d'acciaio delle automobili parcheggiate lungo il bordo del marciapiede.
Sono mezzo annegato, maledizione, disse Billy. Scosse il cappello gocciolante. Dov'è il cowboy tutto americano?
È già entrato.
Andiamo. Si sarà tenuto per sé le più belle in carne, di sicuro.

La mia recensione
"Se potessi, cavalcherei senza mai voltarmi. Andrei avanti fino a trovare un posto in cui non ci fosse traccia di nessun giorno della mia vita. Anche se mi toccasse voltarmi indietro e ripercorrere metro per metro tutto il cammino fatto. E poi ripartirei e andrei ancora più avanti".
Città della pianura, uscito nel 1998, è il capitolo conclusivo della "Trilogia della frontiera". Ho molto apprezzato i primi due volumi, purtroppo non posso dire la stessa cosa di questo: lo stile narrativo, quasi evocativo, di Cormac McCarthy c'è tutto e si riconosce sin dalle primissime battute… ma, questa volta non è riuscito a mantenere l'impatto e le emozioni dei precedenti capitoli: Cavalli selvaggi ed Oltre il confine ci avevano trasportati in un Ovest americano fatto di una sorta di poetica violenza; Città di pianura, invece, ha quasi un sentore di déjà-vu e, soprattutto, è scivolato via senza avermi lasciato addosso alcuna emozione.
I protagonisti sono gli stessi di Cavalli selvaggi (John Grady Cole) e Oltre il confine (Billy Parham): qualche anno dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in un'America che corre veloce verso il progresso e la modernità (un esempio su tutti: le automobili hanno definitivamente preso il posto dei cavalli), John, ormai diventato adulto, si innamora, ricambiato, di Magdalena, giovanissima prostituta affetta da epilessia. Ma dovrà scontrarsi con il suo protettore e le conseguenze saranno tragiche per tutti…
McCarthy ci fa rivivere i paesaggi mozzafiato di un tempo, quello dei cowboy, ormai al crepuscolo, in una sequenza di dialoghi ininterrotti e, spesso, eccessivamente lunghi. I temi trattati son tanti: il cavaliere senza macchia e senza paura che, cercando di riscattare la vita della sua amata, cerca di riscattare anche la propria, l'amore, il destino già scritto, la violenza, la perdita… Ecco, quando parlavo di cose già lette è proprio a questo che mi riferivo: tutti questi temi l'autore statunitense li ha già esplorati, e decisamente meglio, in altre sue opere.
Il ritmo narrativo è estremamente e volutamente lento, quasi pigro; per giunta, interrotto da estenuanti pipponi filosofici. Tutti i personaggi son circondati da un'aura decadente e tragica, in special modo John Grady Cole: pur essendo il fulcro del romanzo, non si riesce proprio a "tifare" per lui. Io, e scusate la franchezza, avrei preferito un finale meno strappalacrime!
In conclusione, Città della pianura è un romanzo che va comunque letto sia per "chiudere" la trilogia, sia perché è una pietra miliare della produzione di McCarthy e sia perché è una nostalgica riflessione sui tempi andati dei cowboy.
📌 Voto: ⭐️⭐️⭐️ (3 su 5)

lunedì 30 giugno 2025

Libri letti a giugno 2025… e quelli da leggere a luglio!


I libri che ho letto e recensito a giugno:
- Nikos Kazantzakis - L'ultima tentazione

Ed i libri in lettura per luglio (ma non necessariamente in quest'ordine… e non è neanche detto che siano questi):
- Cormac McCarthy: Città della pianura [già in lettura]
- Stephen King: La torre nera. La torre nera, vol. 7
- Angelo Cennamo: Telegraph Avenue. Itinerari di letteratura americana
- Michael McDowell: Pioggia. Blackwater, vol. 6

La classifica dei libri più venduti


Dati relativi alla settimana da lunedì 16 a domenica 22 giugno 2025 (Fonte: La Lettura - Corriere della Sera del 29 giugno 2025):

1. Roberto Benigni, Michele Ballerin e Stefano Andreoli - Il sogno. L'Europa s'è desta!
2. Isabel Allende - Il mio nome è Emilia del Valle
3. Ildefonso Falcones - In guerra e in amore
4. Roberto Saviano - L'amore mio non muore
5. Bibbiana Cau - La levatrice
6. Giancarlo De Cataldo - Un cadavere in cucina
7. Pera Toons - Prova a non ridere
8. Concita De Gregorio - Di madre in figlia
9. Tiziano Scarparo - Il digiuno intermittente a modo mio
10. Cristina Cassar Scalia - Delitto di benvenuto. Le indagini di Scipione Macchiavelli, vol. 1

giovedì 26 giugno 2025

Wilbur Smith: Il destino del leone

Wilbur Smith: Il destino del leone. Il ciclo dei Courtney, vol. 9

Titolo originale: When the Lion Feeds
Formato: Kindle (2.6 MB)
Pagine: 628
Editore: HarperCollins Italia (16 luglio 2020)
ASIN: B08B1RJQ8F

Data di acquisto: 16 settembre 2024
Letto dal 19 al 26 giugno 2025

Sinossi
Uniti dalla nascita. Divisi dal sangue.
Il romanzo d'esordio di Wilbur Smith, il primo grande successo che ha segnato la nascita di una leggenda, in una nuova traduzione.
Natal, 1876. Un crudele incidente segna per sempre le vite di Sean e Garrick Courtney, due gemelli che fino ad allora avevano condiviso sogni e spericolate avventure. Da quel momento il loro legame cambia, si trasforma in un rapporto di amore e odio. Garrick si rifugia nei libri e cerca in ogni modo di sfuggire al duro lavoro con il bestiame, mentre Sean, forte e affascinante, non perde occasione per sfidare la sorte e provare esperienze nuove.
Quando Garrick, alla morte del padre, prende le redini della tenuta di famiglia, Sean decide di esplorare le infinite opportunità che gli si presentano: l'eccitazione della guerra contro gli zulu, la passione travolgente per donne bellissime, la frenesia della corsa all'oro, il brivido della caccia grossa nelle sconfinate pianure dell'Africa, il valore dell'amicizia e dell'amore vero. Ma quale prezzo dovrà pagare in cambio della libertà di seguire il proprio destino?

L'incipit del libro
Un fagiano selvatico solitario volava lungo l'erta della collina, quasi rasente i lunghi steli dell'erba. Quando raggiunse la cresta, reclinò le ali e allungò le zampe, poi scomparve al coperto. Dalla valle lo seguivano due ragazzi e un cane.
Davanti veniva il cane, con la lingua rosea che penzolava all'angolo della bocca, e i gemelli lo seguivano correndo spalla a spalla.
Avevano entrambi scure chiazze di sudore sulla camicia color kaki, poiché il sole africano era ancora caldo, anche se ormai mezzo nascosto dalla linea dell'orizzonte.
Il cane sentì l'odore del volatile e si arrestò fremendo: per un attimo rimase immobile quasi succhiandolo attraverso le narici, poi partì in caccia. Agiva rapidamente, avanti e indietro, in uno zigzag di giravolte, a testa bassa, e solo la coda nera in movimento appariva sopra la distesa di erba scura e secca. I gemelli lo seguivano. Ansimavano senza fiato: scalare la collina era stata una dura fatica.
- Tirati da parte, mi vieni tra i piedi -, disse Sean rivolto al fratello, e Garrick si affrettò a obbedire. Sean lo superava di dieci centimetri e dieci chili, e la cosa gli dava diritto al comando. Sean tornò a prestare attenzione al cane.
- Stanalo, Tinker. Cercalo, dai!

La mia recensione
"Vale la pena lottare per ogni cosa che valga la pena di possedere".
Il destino del leone, datato 1964 e romanzo d’esordio di Wilbur Smith, apre l’epica saga della famiglia Courtney. È un lungo romanzo d’avventura che ci trasporta nell’Africa più selvaggia del 1870 dove, in una momento storico di grandi cambiamenti, la lotta per la sopravvivenza, l’amicizia, l’amore e la giustizia si incrociano e si mescolano tra di loro.
La trama segue le vicissitudini del giovanissimo Sean Courtney che, dopo un brutto incidente occorso al suo inseparabile gemello, si ritrova da solo ad affrontare sfide personali e sociali, purtuttavia restando fedele ai valori trasmessi dal padre.
I personaggi sono perfettamente descritti, anche nei minimi dettagli. La figura di Sean Courtney, ovviamente, spicca su tutti: coraggioso, leale e cocciuto nelle sue decisioni ma, paradossalmente, angosciato nell’anima. Durante lo scorrere delle pagine ci imbatteremo in un continuo alternarsi di azione, pericoli, guerra, corsa all’oro, caccia e complotti politici e finanziari. Non a caso, il “leone” a cui fa riferimento il titolo rimanda, irrimediabilmente, sia all’impeto della natura, che al coraggio ed alla determinazione del protagonista.
Smith riesce perfettamente a descrivere il paesaggio sudafricano degli Zulu che, alla fin fine, si rivela essere una sorta di coprotagonista dell’intero romanzo: foreste, savane e fiumi che non perdonano… Signori, il grande talento di Wilbur Smith è tutto in questo suo primo lavoro.
📌 Voto: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ (5 su 5)