Titolo originale: Les Louves
Formato: copertina flessibile
Pagine: 179
Editore: Adelphi (2 luglio 2024)
ISBN-13: 978-8845939013
Data di acquisto: prestito del 6 giugno 2025
Letto dal 30 giugno al 3 luglio 2025
▪ Sinossi
Lione, 1941. Fuori, la guerra, l'occupazione, il coprifuoco, il razionamento. Dentro, nell'immenso appartamento borghese, buio, deserto e polveroso, come «perduto al fondo del tempo», due donne temibili e un uomo che pensava di usarle per i propri scopi - e invece somiglia sempre più a un condannato a vita. E dire che, quando si era presentato in casa della «madrina di guerra» del suo compagno di prigionia Bernard (morto durante la loro evasione dallo Stalag), Gervais era convinto di avercela fatta: si era spacciato per l'amico, la donna e la di lei sorella minore lo avevano accolto (almeno in apparenza) con assoluta fiducia, e lui si era lasciato avvolgere in un tiepido bozzolo di carezzevoli premure, riuscendo a sedurle entrambe senza troppa fatica. O forse erano state loro a sedurlo… e quel tiepido bozzolo non era che una ragnatela inestricabile… Quando ne arriverà una terza, di donna, la sorella di Bernard, il gioco si farà durissimo. Se non altro perché la posta è un'eredità di venti milioni di franchi. A poco a poco, tra ambiguità, sottintesi e secondi fini (tutti deliziosamente malvagi), assisteremo a una vertiginosa partita di scacchi, in cui da ogni frase e da ogni sorriso sembra nascere una minaccia, e ogni mossa può essere mortale. Dando prova, ancora una volta, di una prodigiosa abilità, la «coppia diabolica» del noir francese fa crescere la suspense fino all'ultimo, crudelissimo colpo di scena, e ci regala un romanzo claustrofobico che, a distanza di quasi settant'anni, non ha perso nulla del suo fascino sinistro.
▪ L'incipit del libro
«Dai, che ce l'abbiamo fatta» disse Bernard.
Le ruote del vagone sussultavano sugli scambi; i tramezzi di legno stridevano; le protuberanze del sacco di patate a cui ero appoggiato - da chissà quante ore - mi si conficcavano sempre più a fondo nelle costole, nelle reni; la corrente d'aria che penetrava dalle fenditure del tetto sapeva di umidità e del vapore grasso delle macchine sotto pressione che sentivamo sbuffare di tanto in tanto nella direzione contraria alla nostra, in mezzo a un gran cozzare di respingenti. Mi alzai anch'io, con il corpo intorpidito da far spavento; uno scossone mi fece ricadere sui sacchi, ma la mano possente di Bernard mi rimise in piedi.
«Guarda» gridò. «È La Guillotière».
«La Guillotière, come no…».
«È La Guillotière, ti dico!».
▪ La mia (brevissima) recensione
Le lupe, scritto a quattro mani da Pierre Boileau e Thomas Narcejac, è un bellissimo thriller claustrofobico e psicologico che esplora la psiche umana. La trama, che è tutta un miscuglio di inganni e colpi di scena a non finire, è costruita attorno alle giustificazioni ed agli scopi dei pochi personaggi presenti: Gervais e tre donne ambigue (le "lupe" del titolo). Fino alla fine non riusciremo mai a capire chi sta manipolando chi e, soprattutto, dove sta il confine tra vittima e carnefice.
📌 Voto: ⭐️⭐️⭐️⭐️ (4 su 5)