Vol. 56, n. 1
6,90 euro
In copertina: Folla di turisti sulla scalinata di Trinità dei Monti a Roma in un'assolata giornata estiva.
▪ Overtourism. Ogni anno, milioni di turisti si riversano nelle città , sulle spiagge e nelle località più ricercate di tutto il mondo, spesso creando sovraffollamento e disagi per i residenti, con conseguenze che vanno dai danni ai patrimoni naturali e storici al caro affitti, fino alla perdita di identità culturale. Cosa si può fare per limitare il turismo di massa e favorire una convivenza positiva tra turisti e residenti?
▪ Animali poco amati. Avvoltoi, rospi, pipistrelli… Molti animali hanno un aspetto poco attraente per noi, oppure comportamenti o abitudini che ci portano ad avere un atteggiamento negativo nei loro confronti. Eppure, molti svolgono un ruolo essenziale per l'equilibrio ecologico, e spesso quelli che consideriamo in modo negativo sono in realtà i loro punti di forza.
▪ Fulani. Come un popolo di pastori nomadi africani si adatta al clima - e al mondo - che cambia.
▪ Una città , 700 lingue. Dopo 4 secoli di immigrazione a New York si parlano oltre il 10% delle lingue globali. Molte rischiano però di scomparire. Riusciremo a preservarle?
▪ Quando la cura è affidata alle donne. Viaggio nel mondo tutto femminile degli ospedali per la fauna selvatica.
▪ Dove il gelato sfama la gente. Esasperati dalla carenza d'acqua, gli agricoltori dell'India nordoccidentale hanno escogitato un nuovo modo per sbarcare il lunario.
▪ Perché David Attenborough non perde la speranza? In un nuovo documentario, il leggendario conservazionista si confronta con la distruzione degli oceani per ispirarci a salvarli.
▪ Fotovoltaico, sole bipartisan. Comuni ed enti religiosi sono in prima linea per diffondere le comunità energetiche rinnovabili.
▪ Così un minuscolo crostaceo manda avanti la vita nell'oceano meridionale. L'ecologa marina Kim Bernard mette in luce l'importanza del krill antartico.
▪ Gli ultimi armaioli del Giappone. Un tempo c'erano migliaia di artigiani che realizzavano le tradizionali katana. Oggi ne restano ben pochi.
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