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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 24 settembre 2023

Andrea Camilleri: La strage dimenticata

Andrea Camilleri: La strage dimenticata

Formato: copertina flessibile
Pagine: 88
Editore: Sellerio Editore (giugno 2019)
ISBN-13: 978-8838913884

Data di acquisto: 11 agosto 2019
Letto dal 20 al 22 novembre 2019

Sinossi
I moti del 1848 in Sicilia come pretesto per rivalse trasformistiche da parte del notabilato: in questo contesto si svolgono due efferate stragi sulle quali le autorità si affrettarono a stendere un velo di silenzio. La prima strage avvenne a Porto Empedocle, dove il maggiore Sarzana si liberò in un sol colpo di 114 detenuti, soffocandoli e bruciandoli vivi in una cella comune; la seconda ebbe luogo a Pantelleria, dove ad opera di mafiosi e proprietari furono giustiziati 15 contadini in base a pretestuose accuse. Sulla scorta dei ricordi tramandati dalla sua famiglia, e consultando residue documentazioni, Camilleri fa rivivere quei tetri episodi in un racconto amaramente umoristico.

L'incipit del libro
C'era fra i libri di mio nonno, una tragedia in versi (e naturalmente in cinque atti) che io, ancora caruso, più che leggere, quasi quasi mi mangiai avidamente: si intitolava La tragica storia di Issione ed autore ne era, come dichiarava la copertina, il cavalier Artidoro Scibetta, notaro, mi pare di ricordare, in Aragona.

La mia (brevissima) recensione
"U cumannari è megghiu du futtiri - Comandare è meglio che fottere".
Breve libretto di neanche 90 pagine dedicato ad una strage un po' troppo frettolosamente finita nel "dimenticatoio revisionistico" della Storia con la S maiuscola.
La ricostruzione storica del maestro Camilleri si legge molto velocemente e fa molto riflettere; ma, e lo dico in tutta onestà, non mi è piaciuta e non mi ha entusiasmato per niente: Camilleri, nel narrarci un episodio di sangue, ha usato un linguaggio quasi da "macchietta siciliana" certamente non adatto ai tragici avvenimenti che si stanno narrando.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

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