Formato: copertina flessibile
Pagine: 88
Editore: Sellerio Editore (giugno 2019)
ISBN-13: 978-8838913884
Data di acquisto: 11 agosto 2019
Letto dal 20 al 22 novembre 2019
▪ Sinossi
I moti del 1848 in Sicilia come pretesto per rivalse trasformistiche da parte del notabilato: in questo contesto si svolgono due efferate stragi sulle quali le autorità si affrettarono a stendere un velo di silenzio. La prima strage avvenne a Porto Empedocle, dove il maggiore Sarzana si liberò in un sol colpo di 114 detenuti, soffocandoli e bruciandoli vivi in una cella comune; la seconda ebbe luogo a Pantelleria, dove ad opera di mafiosi e proprietari furono giustiziati 15 contadini in base a pretestuose accuse. Sulla scorta dei ricordi tramandati dalla sua famiglia, e consultando residue documentazioni, Camilleri fa rivivere quei tetri episodi in un racconto amaramente umoristico.
▪ L'incipit del libro
C'era fra i libri di mio nonno, una tragedia in versi (e naturalmente in cinque atti) che io, ancora caruso, più che leggere, quasi quasi mi mangiai avidamente: si intitolava La tragica storia di Issione ed autore ne era, come dichiarava la copertina, il cavalier Artidoro Scibetta, notaro, mi pare di ricordare, in Aragona.
▪ La mia (brevissima) recensione
"U cumannari è megghiu du futtiri - Comandare è meglio che fottere".
Breve libretto di neanche 90 pagine dedicato ad una strage un po' troppo frettolosamente finita nel "dimenticatoio revisionistico" della Storia con la S maiuscola.
La ricostruzione storica del maestro Camilleri si legge molto velocemente e fa molto riflettere; ma, e lo dico in tutta onestà , non mi è piaciuta e non mi ha entusiasmato per niente: Camilleri, nel narrarci un episodio di sangue, ha usato un linguaggio quasi da "macchietta siciliana" certamente non adatto ai tragici avvenimenti che si stanno narrando.
▪ Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)
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