Titolo originale: 鍵
Formato: copertina flessibile
Pagine: 135 pagine
Editore: Bompiani (28 giugno 2013)
ISBN-13: 9788845243745
Data di acquisto: 8 dicembre 2015
Letto dal 22 al 23 dicembre 2015
▪ Sinossi
La chiave di un cassetto, lasciata cadere apparentemente per caso da un marito ansioso di esplorare nuovi orizzonti sessuali insieme alla moglie dalla quale è irresistibilmente attratto, conduce la donna su una strada di lussuria e perdizione dalla quale non riuscirà più ad allontanarsi. La donna scopre infatti, leggendo il diario del marito, i suoi segreti, la sua inarrestabile passione, la necessità di fomentare i suoi istinti sessuali con un gioco ingegnoso, ma rischiosissimo, alimentato dalla gelosia, e si fa invischiare in questa rete, in una crescente tensione fatta di amore-odio che coinvolge a poco a poco anche altre persone, come l'amante e la figlia, e condurrà infine il protagonista all'autodistruzione e alla morte…
▪ La mia recensione
È la prima volta in vita mia che non riesco a trovare le parole adatte per recensire un libro che non mi è piaciuto per niente! Ovviamente mi riferisco a questo La chiave, scritto nel lontano 1956 da Jun'ichiro Tanizaki, che ho trovato di una bruttezza esageratamente unica: il mio voto è di una sola stella… ma soltanto perché non è possibile metterne di meno!
Già la trama è davvero assurda e noiosissima: abbiamo, semplicemente, un marito ed una moglie (56enne lui, 46enne lei) che, dopo vent'anni di matrimonio, scoprono di non amarsi più (e forse non si sono mai amati per davvero, visto che il loro è stato un matrimonio combinato); per cui, per cercare di rilanciare il loro rapporto, decidono entrambi di riportare i loro pensieri su due diari segreti, uno per ciascuno, ma facendo in modo che le proprie memorie venissero ritrovate e lette dal rispettivo coniuge. Ecco allora che tutto il libro si può riassumere in una lettura alternata dei pensieri della coppia: si parte con il marito (cosa assurda: in vent'anni di matrimonio non ha mai visto la moglie nuda) che, ogni sera, riesce a far ubriacare la moglie per poterla denudare e successivamente, dopo alcuni giorni, prima fotografarla e poi, finalmente, prendere il coraggio di penetrarla! Contemporaneamente, nel diario della donna leggiamo invece che lei, pur ubriaca fradicia, fingeva ogni volta di svenire per poter essere stuprata dal marito… ed urlare, all'apice del piacere, il nome dell'amante, nonché amico e collega del marito. La stessa donna, ad inizio libro, ammette che loro ricorrono ai diari per liberarsi di cose "troppo vergognose per parlarne".
Altra assurdità del libro: il marito accetta questa condizione ed anzi, ad un certo punto, invita ripetutamente l'amante a cenare con loro e, senza alcuna esitazione, permette di essere cornificato sia a casa propria che in altri luoghi. Il tutto finisce, o così ci sembra, quando il marito muore per il troppo sesso! Ma, arrivati a questo punto, ecco la clamorosa rivelazione finale: i tre protagonisti del libro sono stati vittime delle macchinazioni sessuali dell'unica figlia ventenne della coppia: in un vortice sempre più crescendo di sesso, adulterio e zozzerie varie, lei ha sempre mirato alla morte del padre per poter avere rapporti sessuali con l'amante della madre e, contemporaneamente, poter vivere tutti insieme sotto lo stesso tetto!
Che dire altro? Potremo trovare la scusa che in quest'opera si intravede la decadenza della società postbellica (il libro, come detto all'inizio, è del 1956 ed il Giappone di Tanizaki ha appena perso la guerra), o roba del genere… ma avendo sprecato 16 euro per questo libro è meglio che mi fermi qui!
▪ Voto: ⭐ (1 su 5)
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