Titolo originale: Men of Men
Formato: Kindle (1947 KB)
Pagine: 600
Editore: Longanesi; 4 edizione (21 giugno 2012)
ASIN: B008BRXH72
Data di acquisto: 9 settembre 2013
Letto dal 21 al 30 marzo 2017
▪ Sinossi
A quell'epoca, le miniere di diamanti di Kimberley erano un unico buco circolare, largo poco più di mille metri e profondo sessanta, dove bianchi e negri lavoravano dal mattino alla sera avvolti da una perenne nube di polvere rossa… Tutti scavavano: pochi facevano fortuna, molti morivano. Qualcuno diventava uomo, come Ralph Ballantyne, tra le braccia mercenarie della bella Lil; altri come Jordan, lui pure figlio di Zouga Ballantyne, s'accingevano a prendere strade differenti che non ne avrebbero fatto davvero dei campioni di virilità , pur rendendoli potenti sotto altri punti di vista, magari grazie all'amicizia affettuosa di un Cecil Rhodes…
Non tutti i diamanti trovati, però, andavano ad arricchire i titolari delle concessioni: molte pietre, sottratte dai lavoranti negri, finivano nelle mani del re dei matabele, l'enorme, gottoso, saggio ma superstizioso e crudele Lobengula, che li scambiava contro fucili e munizioni per arginare lo strapotere di Rhodes. E, mentre si prepara una guerra sanguinosa, altre passioni non meno violente s'accendono tra uomini e donne; altre bramosie inducono alla competizione, al tradimento, al delitto…
▪ La mia recensione
"Dai un po' a ogni uomo bianco e dovrai dare la stessa cosa a ognuno di loro. Così ogni bianco diventa nemico dell'altro. Metti un cane contro l'altro, per non aver contro l'intero branco".
Stirpe di uomini è il secondo libro di Wilbur Smith dedicato al ciclo dei Ballantyne… eppure, anche se come il sottoscritto non avete ancora letto il precedente volume (Quando vola il falco), con questo non avrete molte difficoltà a capire i suoi tanti riferimenti qui presenti. La storia è incentrata prevalentemente sulle vicende della famiglia Ballantyne (Zouga, i suoi figli Ralph e Jordan e sua sorella Robyn); tuttavia, tra alterne fortune, le loro gesta fanno solo da sfondo alla trama vera e propria… e qui entra in scena tutta la bravura di Wilbur Smith nel saper ottimamente miscelare finzione e storia reale: mi riferisco, in particolare, alla prima guerra matabele ed allo sfruttamento delle miniere di diamanti da parte dell'uomo bianco.
E detto ciò si capisce che questo romanzo è in puro "stile Smith": avventura a tutto spiano ed ampia descrizione dei personaggi, dei paesaggi africani e delle tradizioni del popolo matabele.
Notevole la forte contrapposizione tra uomini bianchi (descritti tutti come degli sfruttatori ed avidi conquistatori) ed i neri locali (oppressi, sfruttati ed ingannati). E notevole anche la contrapposizione tra donne bianche e donne nere. Se le seconde sono viste come fedelissime al marito e pronte a tutto pur di proteggere la loro famiglia e la loro casa, le prime sono rappresentate come delle macchine di sesso e pronte a saltare da un letto all'altro. Metafora di tutto ciò è il comportamento di Robyn Ballantyne: nella prima parte del libro riveste il ruolo di paladina dei diritti civili delle popolazioni africane, nonché medico nella missione cattolica del marito… ma appena questi muore non esita un solo istante a farsi mettere incinta dall'uomo che proprio lei stessa ha sempre odiato per tutta la vita (un venditore di schiavi che, in passato, aveva violentato una giovanissima Robyn).
▪ Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)
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