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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

giovedì 12 ottobre 2023

Sarah Lotz: Il segno

Sarah Lotz: Il segno

Titolo originale: The Three
Formato: Kindle (1878 KB)
Pagine: 449
Editore: Casa Editrice Nord (10 settembre 2015)
ASIN: B011A1E8KU

Data di acquisto: 19 ottobre 2015
Letto dal 19 al 23 ottobre 2015

Sinossi
12 gennaio 2012, il giorno che ha cambiato la Storia. Il giorno in cui quattro aerei di linea si sono schiantati al suolo: in quattro continenti diversi e quasi nello stesso istante. Nessun atto di terrorismo, solo un'assurda, tragica fatalità. O forse no. Perché, contro ogni logica, in tre casi ci sono stati dei superstiti. Tre bambini, usciti senza nemmeno un graffio dai rottami. E ben presto quei bambini sono diventati prima un mistero inspiegabile, poi un enigma inquietante.
Nel disastro aereo in Giappone, infatti, un altro passeggero è sopravvissuto all'impatto, sebbene solo per pochi istanti, riuscendo a registrare un messaggio vocale sul cellulare: "Eccoli… Il bambino guarda i morti ossignore quanti sono… Adesso vengono a cercarmi. Presto ce ne andremo tutti… Il bambino, lui non deve…".
Sono passati mesi da quel maledetto giorno, eppure i Tre, come sono stati chiamati i bambini superstiti, sono ancora al centro del dibattito mondiale. Per fare luce sul mistero, alla giornalista Elspeth Martins non rimane che raccogliere tutte le informazioni disponibili, comprese le interviste rilasciate nel corso del tempo da chi si è preso cura di loro dopo gli incidenti aerei. E una cosa ben presto risulta chiara. I Tre hanno una forte influenza su chi sta loro vicino. A volte è un'influenza positiva, a volte invece è come se emanassero una forza malefica.
E più Elspeth indaga sulla storia dei Tre, più gli interrogativi si accavallano. Chi sono, o cosa sono, davvero quei bambini? Una semplice anomalia statistica? Messaggeri di Dio, inviati sulla terra per uno scopo ancora oscuro? O il Segno premonitore della fine dei tempi?

La mia recensione
"Fu allora che cominciai a capire come dev'essere davvero l'inferno: un'attesa infinita per conoscere il destino delle persone più care che hai al mondo ascoltando all'infinito una versione da ascensore di The Girl from Ipanema".
Il segno, il primo libro di Sarah Lotz, dimostra che le potenzialità per diventare una brava ed affermata scrittrice ci sono tutte… però, ad essere onesti, bisogna anche dire che il romanzo poteva essere sviluppato decisamente meglio: sino a metà libro, infatti, il mio voto era un 5 su 5; la seconda parte, invece, è stata solo un rovinare e sciupare le buone intenzioni della prima!
Ma andiamo con ordine e partiamo dalla trama: il 12 gennaio 2012 quattro aerei si schiantano in quattro differenti località sparse per il mondo; tutti morti tranne tre bambini (uno per ogni aereo, tranne il quarto senza neanche un sopravvissuto). Una passeggera di uno degli aerei caduti, prima di morire fa in tempo ad accendere il cellulare e a lasciare il messaggio "Eccoli … il bambino guarda i morti, ossignore quanti sono… adesso vengono a cercarmi. Presto ce ne andremo tutti… il bambino, lui non deve…". A distanza di alcuni mesi quei tre bambini hanno sconvolto, in meglio o in peggio, la vita di chi si è preso cura di loro… sino alle estreme conseguenze!
Giunti a questa parte del racconto, bisogna però chiarire un punto importante: il libro non ha una trama vera e propria, ma (e faccio i miei complimenti a Sarah Lotz per l'originalità della scelta) vediamo entrare in scena il personaggio di Elspeth Martins, una giornalista che sta scrivendo un libro su quei fatti ed ora sta semplicemente riordinando le idee, gli appunti e le sue interviste. In pratica, ci troviamo a leggere un libro nel libro!
Come ho detto prima, ho trovato davvero superlativa l'intuizione del racconto in presa diretta, ossia direttamente (come se fosse una sequenza di interviste) da chi ha vissuto la tragedia ed il post-tragedia ma, a lungo andare, la stessa scelta narrativa (intendo, la mancanza di una trama lineare) si è rivelata, almeno nel mio caso, abbastanza noiosa, stancante e ripetitiva. Altra cosa che non ho apprezzato (ma ammetto che ho lavorato forse un po' troppo di fantasia): i quattro aerei e i tre bambini superstiti mi hanno ricordato i fatti dell'11 settembre 2001… anche quel giorno abbiamo avuto, purtroppo sul serio, quattro aerei dirottati (due finiti contro le Torri gemelle, uno contro il Pentagono ed uno caduto in Pennsylvania per un gesto eroico degli stessi passeggeri).
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

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