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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

martedì 10 ottobre 2023

Gabriel García Márquez: Cronaca di una morte annunciata

Gabriel García Márquez: Cronaca di una morte annunciata

Titolo originale: Crónica de una muerte anunciada
Formato: brossura
Pagine: 140
Editore: Mondadori (Miti Mondadori 1997)
ISBN-13: 9788804426738

Data di acquisto: 8 febbraio 1997
Letto dal 5 al 9 ottobre 2015

Sinossi
Santiago Nasar morirà. I gemelli Vicario hanno già affilato i loro coltelli nel negozio di Faustino Santos. A Manaure, villaggio bruciato dal sale dei Caraibi, lo sanno tutti: presto i fratelli della bella quanto svanita Angela vendicheranno l'onore di quella verginità rubatale in modo misterioso dall'aitante Santiago, ricco rampollo della locale colonia araba. Tutti lo sanno, ma nessuno fa alcunché per impedirlo: non la madre della vittima designata, non il parroco, non l'alcalde, neppure una delle numerose fanciulle che spasimano per il Nasar.
E così la morte annunciata lo sorprende nel fulgore di una splendida mattinata tropicale. Ma non per agguato o per trappola: un destino bizzarro e crudele fa sì che la fine di Santiago si compia per un concorso di fatalità ed equivoci, mentre gli stessi assassini fanno di tutto perché qualcuno impedisca loro l'esecuzione.
Basato su un fatto reale, Cronaca di una morte annunciata venne pubblicato nel 1981 (un anno prima del Nobel a García Márquez) e, pur nella brevità, rappresenta uno dei vertici della sua narrativa: un romanzo magistrale che sa fondere i toni della tragedia antica con il ritmo di una detective story in una grandiosa allegoria dell'assurdità della vita, l'apoteosi della fatalità.

La mia recensione
Ho comprato questo libro nel 1997 (in edizione Miti Mondadori) e, da allora, ho perso il conto delle sue riletture. Non mi stanca mai! Ha tutto l'occorrente per farsi amare: 130 pagine (per la soddisfazione di chi non ama i mattoni letterali) e storia che parte subito in quarta. La trama (che prende spunto da un fatto realmente accaduto nel 1951), inoltre, è davvero ben fatta e non infarcita di inutili personaggi secondari: a Manuare, piccolo paesino dei Caraibi, durante la prima notte di nozze, Bayardo San Román scopre che Angela Vicario, la sua giovane neo sposa, non è vergine e, dopo averla ripudiata, chiede di conoscere il nome di colui che ha compiuto il disonore. La giovane confessa: è Santiago Nasar il colpevole del misfatto! La mattina dopo, mentre tutto il villaggio attende l'arrivo del vescovo, Pedro e Pablo Vicario, fratelli della sposa, vanno in giro alla ricerca del colpevole per ucciderlo senza nemmeno nascondere agli altri abitanti le loro intenzioni. Perciò, nel corso della lettura del libro, si arriva al paradosso che, per una serie di circostanze ed eventi, in paese tutti conoscono le intenzioni dei due fratelli… tranne colui che dovrà morire!
Il racconto, per farla breve, si conclude con l'omicidio del giovane, con i fratelli Vicario che vengono liberati dopo tre anni di carcere e con i due sposi d'inizio libro che si ritrovano dopo ben 17 anni!
Il tema centrale del racconto è, come è facile intuire, l'onore e quanto esso sia radicato nella società contadina. Ma si parla anche del delitto d'onore che, in questo caso, viene quasi quasi giustificato: non a caso agli assassini vengono dati non più di tre anni di detenzione. E mettiamoci pure il fato ed il suo immancabile zampino: come detto prima, per una serie di equivoci tutti sanno cosa sta per accadere, ma nessuno (compresi il parroco, l'alcalde e, addirittura, la madre del condannato) fa niente perché il delitto venga compiuto!
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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