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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 15 ottobre 2023

Cormac McCarthy: Non è un paese per vecchi

Cormac McCarthy: Non è un paese per vecchi

Titolo originale: No Country for Old Men
Formato: copertina flessibile
Pagine: 254
Editore: Einaudi (8 maggio 2007)
ISBN: 9788806188191

Data di acquisto: 28 ottobre 2012
Letto dal 14 al 18 gennaio 2016

Sinossi
Nel 1980, nel Texas meridionale, al confine con il Messico, il giovane Llewelyn Moss, un reduce dal Vietnam, si imbatte, mentre sta cacciando antilopi nella prateria, in un convoglio di jeep colme di cadaveri, di droga e di soldi. Prende i soldi e decide di tenerseli, ma diventa subito la preda di una spietata partita di caccia: inseguito dai trafficanti, da uno sceriffo vecchia maniera, nonché dal solitario Chigurh, un assassino psicopatico munito di una pistola da mattatoio. Moss tenta disperatamente di sfuggire a un destino inevitabile, coinvolgendo per ingenuità la giovanissima moglie.

La mia recensione
Bel libro che ha riscosso un certo successo anche grazie anche all'omonimo e pluripremiato film. Eppure, sarò sincero, non mi ha entusiasmato del tutto. In questo libro, dal ritmo serrato, c'è parecchia azione e sangue che scorre a fiumi ma, sul più bello, il racconto si ferma e lascia spazio alle considerazioni dell'anziano sceriffo che, a distanza di anni, sta riflettendo sui fatti narrati nel libro e sulla sua vita trascorsa sempre al servizio della legge e della comunità.
Tutto parte dal momento in cui Llewelyn Moss, un giovane ed onesto saldatore, andando a caccia nella prateria americana si imbatte in un paio di jeep piene di cadaveri crivellati di colpi, parecchia droga ed una valigetta piena zeppa di svariati milioni di dollari. Llewelyn non ci pensa due volte, si impossessa della valigetta… e diventa, da subito, il bersaglio dei trafficanti di droga, del pazzo killer Anton Chigurh (che per uccidere utilizza solo una pistola da mattatoio) e dello sceriffo Ed Tom Bell. Da qui in poi, tra inseguimenti e sparatorie, si dipana tutta la trama del romanzo fino al tragico epilogo finale in cui a farne le spese sono tutti i personaggi del libro ma anche tante persone innocenti (compresa l'ingenua moglie di Llewelyn).
Ormai lo avrete capito anche voi che c'è qui parecchia tensione ed azione ma, come ho detto prima, sul più bello il racconto si blocca e assistiamo o alle elucubrazioni mentali dello sceriffo Ed Tom Bell o a veri e propri (e per certi versi assurdi) vuoti narrativi: uno su tutti, il killer che arriva a casa di Llewelyn, la trova vuota e perciò decide di farsi la doccia e la barba, medicarsi le ferite delle precedenti sparatorie e, appurato che il legittimo proprietario non tornerà più, prima si riposa sul letto e poi si prepara addirittura la colazione. Altra cosa che non ho proprio capito sono i dialoghi: niente virgolette a dividere le frasi dette dai vari personaggi e, a volte, niente punto interrogativo alla fine delle domande.
Senza tirarla per le lunghe, vi dico solo che arrivato all'ultima pagina ho avuto l'impressione di aver letto non un romanzo ma una sceneggiatura cinematografica.
Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

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