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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

lunedì 30 ottobre 2023

Marcello Pezzetti: Il libro della Shoah italiana. I racconti di chi è sopravvissuto

Marcello Pezzetti: Il libro della Shoah italiana. I racconti di chi è sopravvissuto

[un unico libro ma diviso in due volumi

Formato: copertina rigida
Pagine: 520 totali
Editore: Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A. (25 gennaio 2014)
ISBN-13: 9771128608850

Data di acquisto: -
Letto dal 13 al 20 agosto 2017

Sinossi
Anche in Italia, come in tutto il continente, la Shoah ha significato una persecuzione durissima di uomini e donne, anziani e bambini, colpevoli solo di essere ebrei. Molti di loro appartenevano a famiglie italiane sin dall'epoca di Roma antica; altri erano stranieri, fuggiaschi dai paesi d'Europa dove la persecuzione era iniziata negli anni precedenti. Erano professori universitari e impiegati, dirigenti di banche e venditori ambulanti, maestri di ebraismo o osservanti tiepidi. Diversi come erano diversi gli italiani. Nel 1938 tutti furono colpiti dalla radicale legislazione antisemita del regime fascista.
Dopo l'8 settembre 1943 furono braccati dalla polizia del Terzo Reich e da quella della Repubblica sociale italiana. Migliaia e migliaia di loro furono arrestati, rinchiusi in carceri e in campi e deportati ad Auschwitz-Birkenau. Lì la grande maggioranza venne uccisa all'arrivo o dopo qualche settimana di permanenza, mentre solo poche centinaia poterono incredibilmente sopravvivere.
Questo libro, diviso in due volumi, raccoglie la voce di questi ultimi. Essi, parlando anche a nome degli uccisi, ci raccontano com'era vitale la loro esistenza prima dell'arresto, come vennero trattati dai fascisti e dai nazisti durante la Shoah, che cosa ha significato sopravvivere alla disumanità più totale e rientrare nella società italiana o andare a costruire la società israeliana. È il racconto corale di un pezzo d'Italia nel suo periodo storico più terribile, di un'Italia indifesa, abbandonata, perseguitata, straziata, ma che ha trovato la forza di ricostruire una vita dignitosa. Le voci di quell'Italia ci costringono a riflettere sul significato di "minoranza", di "tolleranza", di "convivenza", di "cittadinanza" e di "civiltà".

La mia recensione
"Papà […] l'abbiam visto su un camion insieme a tanti altri uomini. Ci ha salutato, aveva il braccio alzato, ce l'ho ancora davanti agli occhi… e lì è tutto finito…".
Un libro, diviso in due volumi, pieno di testimonianze (sono ben cento… una più struggente dell'altra) dei sopravvissuti alla Shoah. Per una volta mi è davvero impossibile descrivere cosa ho provato durante la lettura… e ad un certo punto, non ho vergogna a dirlo, mi è pure scappata una lacrima.
Marcello Pezzetti ha fatto bene a non fare soltanto un lungo elenco di testimonianze ed interviste ma, le ha "spezzettate" e le ha ricomposte ed "incastrate" direttamente con la storia d'Italia di quel periodo: ecco, allora, che alcuni/alcune di loro descrivono la loro infanzia prima che tutto avesse inizio; poi si passa all'emanazione delle leggi razziali e al, via via, peggioramento delle condizioni sociali (gli alunni, gli studenti e gli insegnanti cacciati via dalla scuola, gli impiegati dai pubblici uffici, i dottori dagli ospedali e dagli ambulatori, ecc.)… sino ad arrivare all'epilogo più tremendo: la cattura, gli arresti e gli "invii" nei campi di concentramento. Ed è qui che molti di loro, come se tutto ciò non bastasse, hanno visto morire i loro familiari ed i loro amici più cari.
Libro che consiglio di leggere assolutamente, come si dice in questi casi, "per non dimenticare"… anche se noi italiani, spesso (molto spesso), abbiamo la memoria corta!
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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