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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

lunedì 2 ottobre 2023

Wilbur Smith: Il settimo papiro

Wilbur Smith: Il settimo papiro. Il ciclo egizio, vol. 2

Formato: copertina rigida
Pagine: 554
Editore: Longanesi (9 febbraio 1995)
ISBN: 88-7818-677-5

Data di acquisto: agosto 1995
Letto dal - al 7 marzo 2015

Sinossi
Da oltre tremila anni, nel cuore nero dell'Africa pulsa uno straordinario mistero, nato dalla mente e dalle mani di un uomo e poi sottratto agli altri uomini grazie al letale abbraccio di un fiume indomabile e di una natura brutalmente ostile.
Quel mistero è la tomba del faraone Mamose, concepita dallo scriba Taita per celebrare la potenza del suo sovrano e per conservarne in eterno le immense ricchezze. Orgogliosamente convinto che nessuno riuscirà mai a violare il maestoso sepolcro, Taita ha lanciato la sua sfida ai posteri, lasciando una traccia di enigmatiche indicazioni, vergate su un papiro, che illuminano i segreti della tomba e indicano la via per raggiungerla.
E l'appassionante sfida è ancora aperta per chiunque sia tanto coraggioso da volersi cimentare con i tenebrosi fantasmi di un remoto passato: per lo spregiudicato Nicholas Quenton-Harper diventa una eccitante scommessa; per l'avido collezionista Gotthold von Schiller un anelito all'immortalità; per l'affascinante archeologa Royan Al Simma un'orgogliosa conferma della grandezza del popolo egizio.
Un tornado di bramosia e di desiderio investe allora la tomba del faraone, ne fa scattare le trappole mortali, scatena gli istinti più oscuri e feroci, imprigiona colpevoli e innocenti in un inebriante vortice di possesso. E ben presto tutti scopriranno che il nemico vero è proprio lui, Taita, che pare aver atteso trenta secoli per poter infine scatenare una caccia al tesoro tanto pericolosa quanto travolgente.

La mia recensione
Il settimo papiro, del 1995, è idealmente la prosecuzione naturale del libro Il Dio del fiume (il primo capitolo della saga degli egizi nata dalla fantasia dello scrittore sudafricano Wilbur Smith) ma può anche essere letto a parte, visto che le vicende narrate in questo nuovo libro si svolgono a distanza di ben tremila anni da quanto narrato nel primo lavoro: ne Il Dio del fiume, infatti, sappiamo solo che lo schiavo Taita si è incaricato di seppellire il faraone Mamose VIII in una misteriosa tomba realizzata da lui stesso e di cui solo lui ne conosce l'esatta ubicazione (si capisce solo che non si trova entro i confini dell'allora Egitto dei faraoni); in Il settimo papiro, invece, due archeologi moderni che, forse scopiazzando un po' troppo le avventure di Indiana Jones, si danno letteralmente battaglia per scoprire quel sepolcro.
Libro bellissimo e straordinario, anche se leggermente inferiore al precedente, in cui il lettore è chiamato, nella seconda parte del romanzo, a risolvere enigmi ed indovinelli (ma facendo attenzione alle false piste) architettati dal genio di Taita. Anche qui, per concludere, veniamo coinvolti e rapiti dalle calde atmosfere africane ma … comunque, il tutto ha il sapore del già letto da qualche parte!
Chiudo con una nota di colore: di questo romanzo, nel 1999, venne realizzato l'omonimo e spettacolare film per la televisione (interpretato dal grande Roy Scheider nella parte dell'archeologo cattivo e senza scrupoli) ma caratterizzato, soprattutto, dalla pessima interpretazione della nostra Valeria Marini.
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

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