Formato: copertina rigida
Pagine: 554
Editore: Longanesi (9 febbraio 1995)
ISBN: 88-7818-677-5
Data di acquisto: agosto 1995
Letto dal - al 7 marzo 2015
▪ Sinossi
Da oltre tremila anni, nel cuore nero dell'Africa pulsa uno straordinario mistero, nato dalla mente e dalle mani di un uomo e poi sottratto agli altri uomini grazie al letale abbraccio di un fiume indomabile e di una natura brutalmente ostile.
Quel mistero è la tomba del faraone Mamose, concepita dallo scriba Taita per celebrare la potenza del suo sovrano e per conservarne in eterno le immense ricchezze. Orgogliosamente convinto che nessuno riuscirà mai a violare il maestoso sepolcro, Taita ha lanciato la sua sfida ai posteri, lasciando una traccia di enigmatiche indicazioni, vergate su un papiro, che illuminano i segreti della tomba e indicano la via per raggiungerla.
E l'appassionante sfida è ancora aperta per chiunque sia tanto coraggioso da volersi cimentare con i tenebrosi fantasmi di un remoto passato: per lo spregiudicato Nicholas Quenton-Harper diventa una eccitante scommessa; per l'avido collezionista Gotthold von Schiller un anelito all'immortalità ; per l'affascinante archeologa Royan Al Simma un'orgogliosa conferma della grandezza del popolo egizio.
Un tornado di bramosia e di desiderio investe allora la tomba del faraone, ne fa scattare le trappole mortali, scatena gli istinti più oscuri e feroci, imprigiona colpevoli e innocenti in un inebriante vortice di possesso. E ben presto tutti scopriranno che il nemico vero è proprio lui, Taita, che pare aver atteso trenta secoli per poter infine scatenare una caccia al tesoro tanto pericolosa quanto travolgente.
▪ La mia recensione
Il settimo papiro, del 1995, è idealmente la prosecuzione naturale del libro Il Dio del fiume (il primo capitolo della saga degli egizi nata dalla fantasia dello scrittore sudafricano Wilbur Smith) ma può anche essere letto a parte, visto che le vicende narrate in questo nuovo libro si svolgono a distanza di ben tremila anni da quanto narrato nel primo lavoro: ne Il Dio del fiume, infatti, sappiamo solo che lo schiavo Taita si è incaricato di seppellire il faraone Mamose VIII in una misteriosa tomba realizzata da lui stesso e di cui solo lui ne conosce l'esatta ubicazione (si capisce solo che non si trova entro i confini dell'allora Egitto dei faraoni); in Il settimo papiro, invece, due archeologi moderni che, forse scopiazzando un po' troppo le avventure di Indiana Jones, si danno letteralmente battaglia per scoprire quel sepolcro.
Libro bellissimo e straordinario, anche se leggermente inferiore al precedente, in cui il lettore è chiamato, nella seconda parte del romanzo, a risolvere enigmi ed indovinelli (ma facendo attenzione alle false piste) architettati dal genio di Taita. Anche qui, per concludere, veniamo coinvolti e rapiti dalle calde atmosfere africane ma … comunque, il tutto ha il sapore del già letto da qualche parte!
Chiudo con una nota di colore: di questo romanzo, nel 1999, venne realizzato l'omonimo e spettacolare film per la televisione (interpretato dal grande Roy Scheider nella parte dell'archeologo cattivo e senza scrupoli) ma caratterizzato, soprattutto, dalla pessima interpretazione della nostra Valeria Marini.
▪ Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)
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