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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

sabato 18 novembre 2023

Javier Zanetti: Vincere, ma non solo. Crescere nella vita e raggiungere i propri obiettivi

Javier Zanetti: Vincere, ma non solo. Crescere nella vita e raggiungere i propri obiettivi

Formato: copertina rigida
Pagine: 135
Editore: Mondadori (27 novembre 2018)
ISBN-13: 978-8804705222

Data di acquisto: 27 novembre 2018
Letto dal 5 al 10 dicembre 2018

Sinossi
"Questo libro è il racconto schietto e sincero di quello che mi è successo o, meglio, di quello che sono riuscito a capire di me stesso una volta che i riflettori di San Siro si sono spenti per l'ultima volta sulle mie galoppate fino alla linea di fondo". Un grande campione diventato dirigente ci accompagna lungo il percorso che dai campi da calcio lo ha portato in uno dei business più globali del terzo millennio, e ci mostra come i princìpi appresi nello sport e nella vita siano validi e applicabili in tutte le attività professionali. Javier Zanetti, già capitano dell'Inter e della Nazionale argentina, è un'icona unanimemente riconosciuta e ammirata, portatore di valori universali che sta trasferendo anche nella sua ultima avventura. E che in queste pagine traduce in suggerimenti semplici e concreti per chiunque si trovi, in qualsiasi ruolo, a operare all'interno di un gruppo di lavoro. Dal rispetto per i ferri del mestiere alla chiarezza degli obiettivi, dalla lealtà verso colleghi e avversari alla capacità di fare autocritica, al coraggio di cercare sempre nuove sfide, Zanetti ci indica in undici capitoli altrettanti punti fermi che lo hanno accompagnato dall'infanzia, vissuta nel Dock Sud, uno dei quartieri più poveri di Buenos Aires, fino all'arrivo in Italia, nella grande famiglia dell'Inter, con cui ha conquistato tutti i trofei più importanti. Nel suo racconto sport e business non sono solo gli strumenti del successo individuale: tutto ha più senso se si ha come stella polare la solidarietà sociale, la vicinanza ai più deboli. Da calciatore ieri e da dirigente oggi, "il Capitano" indica nella sensibilità umana non semplicemente un dovere morale ma una chiave importante di qualunque impresa.

L'incipit del libro
Sono le quattro di un pomeriggio di tanti anni fa, al centro sportivo del Talleres di Buenos Aires. Abbiamo appena terminato la sessione di allenamento di rifinitura. Intorno a me c'è il solito brusio dei compagni, il vapore caldo che arriva dalle poche docce a disposizione.
Ho diciott'anni, e da un paio di stagioni sono approdato qui, nella stessa squadra dove giocava mio fratello, dopo un periodo piuttosto triste in cui ero convinto che la mia carriera di calciatore fosse finita prima ancora di cominciare davvero.
Il Talleres è la squadra del barrio di Remedios de Escalada, un quartiere che non è esattamente un posto da ricchi. Giochiamo in serie B nazionale, e l'impianto è quello che è: le tribune in legno sono proprio sopra agli spogliatoi e quando, prima della partita, i tifosi saltano all'unisono a noi, chiusi lì sotto, sembra che tutto stia per crollarci addosso; per entrare in campo c'è un tunnel che quando piove si allaga, e allora per uscire dagli spogliatoi ci tocca fare un lungo giro. Non abbiamo nessuno dei comfort dei club maggiori, gli asciugamani e il sapone ce li portiamo da casa, e se chiedessi a qualcuno dello staff di pulirmi le scarpe me le darebbe sulla testa. Ma non mi importa, sono felice che mi abbiano preso con loro, che mi abbiano fatto finalmente debuttare in prima squadra. Forse riuscirò sul serio a fare il mestiere più bello del mondo.

La mia recensione
"Nel corso della mia vita ho imparato una cosa: in ogni impresa collettiva la leadership è una conquista. Perché se alla sua base ci sono doti innate, nel suo manifestarsi, nel suo essere esercitata efficacemente ci sono la dedizione e il senso di responsabilità. Colui che io considero leader guida con l'esempio. E a chi gli sta accanto non chiede un'adesione solo in virtù del suo ruolo, ma collaborazione consapevole, spirito critico, dialogo: un bravo leader diffida di chi gli dà sempre ragione quasi quanto dei piantagrane. Proprio per questo penso che la maniera migliore per esercitare la propria leadership sia l'esempio: se il capitano è il primo a battere la fiacca in allenamento, con che faccia può riprendere il compagno che non si impegna a sufficienza?".
Libro che, inevitabilmente, si ricollega al precedente Giocare da uomo. Se nel primo libro Javier Zanetti, grande e storico Capitano dell'Inter, ci ha raccontato la sua vita prima e durante la sua straordinaria permanenza tra i nerazzurri, in questo Vincere, ma non solo ci ha mostrato come è cambiata la sua vita una volta aver smesso di giocare.
Ma, soprattutto, ci viene mostrato il suo essere "uomo" e la sua crescita professionale (Zanetti, ricordiamo, è attualmente vice presidente dell'Inter e, perciò, lavora a stretto contatto con gli organi calcistici: Uefa, Lega calcio, ecc.).
Tutto il libro è strutturato in 11 capitoli… come gli 11 uomini che siamo abituati a veder schierati in campo. Undici capitoli che, a conti fatti, diventano anche una sorta di bibbia della sportività e del calcio "umanizzato": il rispetto per l'arbitro, per l'avversario e per gli stessi compagni di squadra, il sapersi prendere cura dei "ferri del mestiere" (soprattutto per quanto riguarda la pulizia delle scarpette da calcio) e la solidarietà fuori dal campo (non a caso Zanetti è alla guida della Fondazione Pupi).
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

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