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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

venerdì 10 novembre 2023

Mirko Zilahy: Così crudele è la fine

Mirko Zilahy: Così crudele è la fine. Enrico Mancini. vol. 3

Formato: copertina rigida
Pagine: 418
Editore: Longanesi (3 maggio 2018)
ISBN-13: 978-8830446915

Data di acquisto: prenotazione del 23 marzo 2018
Letto dal 24 al 27 maggio 2018

Sinossi
In una Roma attraversata da omicidi silenziosi ed enigmatici, che gettano una luce nera sulla città, il commissario Mancini per la prima volta dopo molto tempo accoglie la sfida con nuova determinazione. Perché ora Enrico Mancini non è più l'ombra di se stesso: supportato dalla psichiatra della polizia che l'ha in cura, e affiancato dalla fedele squadra di sempre, si lancia alla ricerca di indizi che gli permettano di elaborare il profilo del killer. Costretto a rincorrere l'assassino passo dopo passo, vittima dopo vittima, tra i vicoli e le rovine della Roma più antica e segreta, il commissario capisce ben presto che il killer è anomalo, sfuggente come un riflesso. E in un gioco di specchi tra presente e passato, tra realtà e illusione, la posta finale non è solo l'identità del serial killer, ma quella dello stesso Mancini.

La mia recensione
"Il passato è memoria attiva, ma il dolore che lo accompagna non deve necessariamente rimanere tale".
Terzo ed ultimo capitolo (almeno è quanto sostiene l'autore) della trilogia del commissario Enrico Mancini che è nettamente il migliore dell'intera saga. Thriller spettacolare che ti "cattura" (visto che si parla di serial killer ho volutamente usato questo termine) e, pagina dopo pagina, ti spinge verso l'incredibile soluzione finale.
Cosa unisce la scomparsa di alcune persone, poi ritrovate cadaveri ma con piccole parti di corpo mancanti? È questo il nuovo mistero che impegnerà Mancini, che con la sua ottima squadra (sì, perché tutto il romanzo è anche un'opera corale), si muove all'interno di una Roma immersa nei problemi attuali: buche delle strade, tensioni sociali e criminalità ad Ostia su tutti. E questo è un altro punto a favore di Mirko Zilahy che, senza andare a "impelagarsi" in periodi storici del passato, ha preferito inserire il protagonista nell'odierna attualità.
Enrico Mancini, mai come questa volta, dovrà scavare nella sua psiche e tra i fantasmi del suo passato, sia per trovare la chiave di volta che gli permetta di risolvere il caso, e sia per lasciarsi, una volta per tutte, i suoi traumi interiori alle spalle per tornare il brillante Profiler che hanno potuto conoscere anche a Quantico. Ed è proprio così (con Mancini che "rinasce" a nuova vita) che Zilahy chiude la trilogia… Tuttavia, visto che lo stesso autore in quelle stesse pagine afferma "Scrivere è un atto di fede del tutto singolare", voglio pensare (e sperare) che prima o poi Enrico Mancini farà ancora capolino in libreria.
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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