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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

giovedì 9 novembre 2023

Donato Carrisi: Il cacciatore del buio

Donato Carrisi: Il cacciatore del buio

Formato: Kindle (1306 KB)
Pagine: 391
Editore: Longanesi (29 settembre 2014)
ASIN: B00M97VLAA

Data di acquisto: 15 dicembre 2015
Letto dal 10 al 15 febbraio 2017

Sinossi
Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l'inizio di un racconto. Questo è il romanzo di un uomo che non ha più niente - non ha identità, non ha memoria, non ha amore né odio - se non la propria rabbia… E un talento segreto. Perché Marcus è l'ultimo dei penitenzieri: è un prete che ha la capacità di scovare le anomalie e di intravedere i fili che intessono la trama di ogni omicidio. Ma questa trama rischia di essere impossibile da ricostruire, anche per lui.
Questo è il romanzo di una donna che sta cercando di ricostruire se stessa. Anche Sandra lavora sulle scene del crimine, ma diversamente da Marcus non si deve nascondere, se non dietro l'obiettivo della sua macchina fotografica. Perché Sandra è una fotorilevatrice della polizia: il suo talento è fotografare il nulla, per renderlo visibile. Ma stavolta il nulla rischia di inghiottirla.
Questo è il romanzo di una follia omicida che risponde a un disegno, terribile eppure seducente. E ogni volta che Marcus e Sandra pensano di aver afferrato un lembo della verità, scoprono uno scenario ancora più inquietante e minaccioso. Questo è il romanzo che leggerete combattendo la stessa lotta di Marcus, scontrandovi con gli stessi enigmi che attanagliano Sandra, vivendo delle stesse speranze e delle stesse paure fino all'ultima riga.
E non dimenticherete più.
Con Il cacciatore del buio Donato Carrisi consacra definitivamente la sua verve immaginativa e il suo stile, pietre miliari con le quali gli altri scrittori dovranno confrontarsi. Una trama piena di svolte inattese, una scrittura ricca di immagini ammalianti e scorrevole al punto da essere travolgente: Carrisi ormai è una vera e propria «firma» che ha lasciato il segno nelle classifiche e nei lettori, non soltanto in Italia ma in tutto il mondo.

L'incipit del libro
Veniamo al mondo e moriamo dimenticando.
Lo stesso era accaduto a lui. Era nato una seconda volta, ma prima era dovuto morire. Il prezzo era stato dimenticare chi fosse.
Io non esisto, continuava a ripetersi, perché era l'unica verità che conoscesse.
Il proiettile che gli aveva perforato la tempia si era portato via il passato e, con esso, la sua identità. Invece non aveva intaccato la memoria generale e i centri del linguaggio, e - stranamente - parlava varie lingue.
Quel singolare talento per gli idiomi era l'unica cosa certa di sé.
Mentre, a Praga, attendeva in un letto di ospedale di scoprire chi era, una notte si era svegliato e al suo capezzale aveva trovato un uomo dall'aspetto mite, con i capelli neri pettinati con la riga da una parte e il volto di un ragazzino. Gli aveva sorriso, pronunciando solo una frase.
«Io so chi sei».
Quelle parole avrebbero dovuto liberarlo, invece erano state solo il preludio a un nuovo mistero, perché, a quel punto, l'uomo vestito di scuro gli aveva messo davanti due buste sigillate.
In una, gli aveva spiegato, erano custoditi un assegno al portatore di ventimila euro e un passaporto con un nome inventato a cui mancava solo la fotografia.
Nell'altra c'era la verità.
L'uomo gli aveva accordato tutto il tempo che voleva per decidere. Perché non sempre è un bene conoscere tutto di se stessi e, anzi, a lui era stata concessa una seconda opportunità.
«Pensaci bene» gli aveva consigliato. «Quanti uomini desidererebbero essere nella tua condizione? Quanti vorrebbero che un'amnesia cancellasse per sempre ogni errore o fallimento o dolore del passato per ricominciare da capo, ovunque desiderino? Se sceglierai questa via, getta l'altra busta senza nemmeno aprirla, dammi retta».

La mia recensione
"Quando non si può dare un volto al mostro, chiunque gli somiglia. Ci si guarda l'un l'altro con sospetto, chiedendosi cosa si nasconda dietro l'apparenza, consapevoli di essere osservati con la stessa domanda nello sguardo".
Come per tutti i suoi precedenti lavori, anche questo libro di Donato Carrisi mi ha inchiodato alla lettura. Secondo romanzo della trilogia (almeno sino ad ora) incentrato sulle vicende di Marcus e Sandra; gli altri due sono: Il tribunale delle anime (del 2011) e Il maestro delle ombre, uscito lo scorso anno. Questo qui, datato 2014 (perciò, in ordine temporale si colloca in mezzo ai due che ho appena citato e che ho già letto), si lascia leggere con una certa facilità… primo perché è un thriller assolutamente ben costruito con un enigma da ricostruire per poter essere successivamente risolto (e io, scusate la modestia, ci sono riuscito già a metà libro), secondo perché ti fa fare una full immersion nei segreti della città di Roma e del Vaticano.
La trama, che qui evito di riassumere perché c'è il forte rischio di fare spoiler, parte come un horror e, strada facendo, si infittisce e si ingarbuglia tra eventi passati, misteri da nascondere e, ovviamente, riferimenti al libro precedente. E sarò sincero: quello che io trovo essere un grosso limite del libro (che comunque resta spettacolare) è che gli spunti e i fatti narrati si succedono ad un ritmo talmente elevato che, ogni tanto, mi è toccato tornare indietro di una ventina di pagine perché avevo il timore che mi stesse sfuggendo qualcosa…!
Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

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