Formato: copertina flessibile
Pagine: 272
Editore: Progetto Cultura (2 ottobre 2018)
ISBN-13: 978-8833560526
Data di acquisto: 1 ottobre 2018
Letto dall'11 al 16 ottobre 2018
▪ Sinossi
A Regina non è una domenica come tutte le altre. Nel pomeriggio va in scena la Finale del "Torneo delle scuole" che, per questo luogo di provincia borghese e sonnacchioso, rappresenta un momento importante, quasi solenne, di aggregazione della comunità . Nella partita decisiva, e contrariamente ai pronostici, si affrontano la squadra del Liceo Classico (i Santi) e quella del Liceo Scientifico (gli Eroi). La mattina che precede la Finale, si incrociano le storie dei ventidue liceali che daranno vita ad un incontro memorabile sull'erba dello stadio del "Degortes". Giovani vite, ancora adolescenti, costrette a diventare adulte troppo presto a causa di un evento drammatico ed epocale che nel pomeriggio sconvolgerà in pochi istanti i loro sogni e le aspettative future.
▪ L'incipit del libro
Volevo uccidere Simon Le Bon.
Il piano di quella mattina sembrava pronto nei minimi particolari. Ne avevo parlato con un amico qualche sera prima (proverei a mantenere segreto il suo nome) e mi pareva d'accordo. Avrebbe fatto da palo sotto la casa del cantante e mi avrebbe aiutato a fuggire a bordo del suo Ciao scassato non appena avessi portato a termine l'operazione. Il piano sembrava perfetto, se non fosse stato che mi ero svegliato sudato, d'improvviso. E poi mi lasciava perplesso la strategia del blitz impostata in groppa ad un asino, stanco di portarmi e che procedeva attraverso la cresta di una collina, proprio sopra Regina.
▪ La mia recensione
"Io ci vivevo a Regina: città nobile e scalcagnata, come quelle signore dell'alta società di una volta, truccatissime per celare gli anni che passano, ma che un tempo erano state talmente belle da far perdere la testa. Una fantastica - in ogni senso - città di provincia, sonnacchiosa il giusto, piena di gente alla buona che giocava a fare Dio col macchinone, ricca di bellezza che ti avvolgeva ma della quale noi, troppo distratti dalla paura di cosa saremmo diventati da grandi, non c'eravamo accorti se non troppo tardi".
Dei tre libri sin qui scritti dal dottor Loreto questo è il più bello… ma anche il più cupo! È un libro corale incentrato su una partita di calcio tra diciottenni che, a conti fatti, può esser vista come metafora della vita stessa: ecco allora chi gioca bene e chi gioca male, chi non toccherà mai un pallone e chi resterà per sempre relegato in panchina!
In questo romanzo, tuttavia, la partita di calcio (la Finalissima") è solo il pretesto per presentare il vero "protagonista" che sta alla base del lavoro di Antonello Loreto: l'autore non lo chiama mai con il suo nome (e per rispetto non lo faccio nemmeno io, ma vi basti sapere che Loreto è originario de L'Aquila!), ma appena lo introduce cambia il corso del libro, e cambia irrimediabilmente anche la vita dei 23 ragazzi in campo (undici per squadra più l'arbitro voce narrante)… e qui, proprio come se quei ragazzi si fossero messi a giocare la grande partita della vita, a distanza di alcuni anni da quel giorno maledetto, avremo chi ha saputo reagire riuscendo a rialzarsi ed a realizzarsi e chi, invece, è stato travolto dal corso degli eventi. Tutti comunque, chi più chi meno, vincitori nell'aver contribuito alla rifondazione (anche morale) della loro cittadina.
Regina Blues, come detto prima, è un romanzo corale, perciò ognuno di noi potrà tranquillamente identificarsi o affezionarsi a qualunque dei ragazzi impegnati nella partita: io, giustappunto, mi sono molto rivisto in Carlos, "spirito libero" ed amante della musica. Passione che, come abbiamo visto anche nei suoi precedenti lavori, è propria anche dell'autore… che, come il sottoscritto, è un appassionato dell'epopea d'oro dei Pink Floyd e di Syd Barrett.
▪ Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)
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