Formato: Kindle (611KB)
Pagine: 283
Editore: Mondadori (7 ottobre 2010)
ASIN: B005SZ546C
Data di acquisto: 16 ottobre 2023
Letto dal 28 ottobre al 3 novembre 2023
▪ Sinossi
Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno.
Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei…
Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.
Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità , una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.
▪ L'incipit del libro
Alice Della Rocca odiava la scuola di sci. Odiava la sveglia alle sette e mezzo del mattino anche nelle vacanze di Natale e suo padre che a colazione la fissava e sotto il tavolo faceva ballare la gamba nervosamente, come a dire su, sbrigati. Odiava la calzamaglia di lana che la pungeva sulle cosce, le moffole che non le lasciavano muovere le dita, il casco che le schiacciava le guance e puntava con il ferro sulla mandibola e poi quegli scarponi, sempre più piccoli di un paio di numeri, che la facevano camminare come un gorilla.
▪ La mia (brevissima) recensione
"Gli approcci sono tutti uguali, come le aperture negli scacchi. Non bisogna inventarsi niente, non serve, perché tanto si è in due a cercare la stessa cosa. Poi il gioco trova da sé la sua strada ed è solo a quel punto che ci va la strategia".
Chi segue le mie recensioni, sa già che non sono un grande fan della letteratura italiana (eccezion fatta per Camilleri, Carrisi, Eco e Tuti); eppure, questo romanzo di Paolo Giordano, il primo che leggo di questo autore torinese (con cui ha vinto il Premio Strega nel 2008) mi è piaciuto, anche a fronte di un finale leggermente frettoloso.
Durante lo scorrere delle pagine de La solitudine dei numeri primi, leggeremo il disagio, e quasi quasi il fastidio di vivere, dei due protagonisti (Alice e Mattia) durante l'infanzia, la giovinezza e l'età adulta: sempre insieme fisicamente ma distanti nello spirito. Si tratta, se così vogliamo vederla, di una fiaba moderna ma senza il lieto fine, in cui ognuno di noi può ritrovare anche pezzi della propria vita… con, soprattutto, la solitudine quando vuoi o cerchi aiuto, anche nell'anima e nello spirito, e nessuno riesce a capirti o può aiutarti.
La trama scorre abbastanza piatta e senza intrecci particolari: ci sono solo loro due e la loro strampalata amicizia; il resto dei personaggi che incontreranno sono solo un battito di ciglia nello scorrere della loro anonima esistenza.
▪ Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)
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