Titolo originale: Wizard and Glass
Formato: Kindle (3516 KB)
Pagine: 805
Editore: Sperling & Kupfer (12 maggio 2015)
ASIN: B00XDI0ST4
Data di acquisto: 18 agosto 2015
Letto dal 2 all'11 maggio 2018
▪ Sinossi
Nel quarto romanzo del ciclo de La Torre Nera ritroviamo Roland di Gilead, Eddie, Susannah e Jake intrappolati in una carrozza di Blaine il Mono, il treno teleguidato dalla stessa intelligenza malefica che ha sterminato la cittadina di Lud. L'ultimo cavaliere si salva vincendo una sfida davvero particolare… solo per ritrovarsi in un'America alternativa, sterminata da una misteriosa superinfluenza. In un mondo che "va avanti" sempre più rovinosamente, è infatti facile sconfinare in luoghi e tempi paralleli attraverso le sottilità , le insidiose porte per l'altrove via via più frequenti.
Nello spiegare ai suoi compagni di avventura che cosa sia questo fenomeno, Roland è costretto a rituffarsi nel proprio lontanissimo passato e, in una notte che pare senza fine, narra la tragica storia di Susan Delgado, del loro amore immortale e di una sfera magica che sembra scaturita da un'antica leggenda…
▪ La mia recensione
"Fra due anni e non più il mondo com'è stato sarà spazzato via. Comincia qui. Dai suoi roseti, la Torre Nera manda il suo verso animalesco. Il tempo è una faccia sull'acqua”.
Quarto capitolo della saga della Torre Nera che arriva a distanza di parecchi anni dal precedente volume… ed è lo stesso Stephen King, in chiusura di libro, a spiegarne la ragione: questa non è una saga nata di getto, ossia già avendo in mente l'evolversi di tutta la storia, ma si è sviluppata piano piano tra idee ed ispirazioni varie e, addirittura, tra veri e propri blocchi o vuoti narrativi.
Il terzo volume, lo sapete già , non mi era piaciuto granché; viceversa, questo quarto libro mi ha molto colpito e catturato per il semplice fatto che, in un certo senso, dopo le prime pagine (in cui si concludono gli avvenimenti del precedente libro) non si segue più la trama vera e propria ma, come se ci trovassimo in una sorta di flashback cinematografico, veniamo riportati indietro per vedere cosa è accaduto prima che tutto avesse inizio. Ecco allora che Roland, libro nel libro, si siede bello comodo e, rivolgendosi al suo strampalato gruppo di nuovi amici-pistoleri, racconta la sua prima avventura da adolescente-pistolero, della tragica sorte della sua fidanzatina Susan Delgado e, soprattutto, del suo primo incontro con Randall Flagg (il malvagio mago al centro della storia di tutta la saga della Torre Nera, nonché comparsa quasi fissa in altri libri di Stephen King).
Chiudo con alcune mie considerazioni…
Primo: sia in questo libro che nei tre precedenti della saga, ogni qualvolta si usava l'espressione "il mondo è andato avanti", ho sempre avuto come la sensazione che ci si riferisse agli avvenimenti accaduti in L'ombra dello scorpione (con la popolazione mondiale quasi completamente sterminata da un micidiale virus)… sensazione che ha avuto conferma quando finalmente viene citato "Capitan Trips", che è proprio il nome del virus di cui sopra. Secondo: la "sfera del buio" mi è parso un omaggio (o scopiazzatura?) dell'anello de Il Signore degli Anelli… in entrambi i libri chi entra in possesso o dell'anello o della sfera viene inevitabilmente "attirato" e quasi "maledetto". Non ha caso la stessa strega Rhea, riferendosi alla "sfera del buio" usa l'espressione "il mio tesoro", proprio come Gollum nel capolavoro di J.R.R. Tolkien. Terzo: la tartaruga-entità che verso la fine del libro si rivolge a Roland mi ha ricordato la stessa tartaruga-entità che aiuta gli adolescenti protagonisti di It, altra opera dello stesso Stephen King.
Il lungo viaggio verso la Torre Nera continua…
▪ Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)
Nessun commento:
Posta un commento