Formato: Kindle (857 KB)
Pagine: 241
Editore: Longanesi (8 giugno 2020)
ASIN: B0881Y131G
Data di acquisto: prenotazione del 28 maggio 2020
Letto dal 13 al 17 luglio 2020
◾ Sinossi
«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche i villaggi, mille metri più giù. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. I cecchini nemici - diavoli bianchi, li chiamano - ci tengono sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre saliamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i fiori di roccia. Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l'eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall'inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima».
Con Fiore di roccia Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.
◾ L'incipit del libro
Maggio 1976. Affondò le rughe delle mani in quelle della terra, in un gesto che racchiudeva la tenerezza del ritorno alle origini, il cercare le radici sul fondo umido, annodarle alle dita e tirare a sé quanto era rimasto, in una parte di mondo che si era fatta breccia dalla valle fino alle vette.
◾ La mia recensione
"La natura pulsa di vita, continua a germogliare e a gravidare grembi, mentre l'uomo soccombe a suo fratello. L'oggi sembra ignaro di se stesso".
Teresa Battaglia, per una volta, ha lasciato il passo ad Agata Primus… eppure, nella seconda, c'è tanto della prima: coraggio, determinazione e forza di volontà per andare avanti pur tra mille problemi e difficoltà . Fiore di roccia è uno straordinario romanzo (a tratti anche commovente), scritto quasi tutto in prima persona, come se la stessa Agata stesse raccontando la sua personale odissea. Un romanzo, ma anche un pezzo di Storia (la nostra Storia… con la S maiuscola) che ci fa conoscere (letteralmente) le peripezie delle portatrici carniche durante gli "anni bui" della Prima guerra mondiale.
C'è proprio bisogno di aggiungere altro…?
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)
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