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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

lunedì 11 dicembre 2023

Agatha Christie: Assassinio sull'Orient Express

Agatha Christie: Assassinio sull'Orient Express. Hercule Poirot, vol. 9

Titolo: Murder on the Orient Express
Formato: Mobi (763 KB)
Pagine: 175
Editore: Mondadori (22 aprile 2014)
ASIN: B00K03TVIO

Data di acquisto: 15 giugno 2014
Letto dal 15 al 19 aprile 2016

Sinossi
Salito a bordo del leggendario Orient Express, l'impareggiabile investigatore Hercule Poirot è costretto a occuparsi di un efferato delitto. Mentre il treno è bloccato nella neve, infatti, qualcuno tra i passeggeri pugnala a morte il ricco signor Ratchett. Evidentemente l'assassino deve nascondersi fra i viaggiatori, ma nessuno di loro sembra avere motivo per commettere il crimine. Un'indagine complicata attende l'infallibile detective…

L'incipit del libro
Erano le cinque di una mattina invernale in Siria. Alla stazione di Aleppo sostava il treno definito dagli orari ferroviari con il nome altisonante di Taurus Express. Era composto da un vagone ristorante, un vagone letto e due vagoni ordinari.
Accanto al predellino del vagone letto un giovane tenente francese conversava con un ometto imbacuccato fino alle orecchie, del quale si vedevano soltanto la punta del naso e le due estremità dei baffi arricciati all'insù.
Faceva un freddo glaciale, e il compito di accompagnare alla stazione un distinto viaggiatore straniero non era certo da invidiare, ma il tenente Dubosc faceva virilmente la sua parte. Dalle sue labbra uscivano con eleganza frasi francesi ben tornite. Non che avesse la minima idea dell'intera faccenda. C'erano state voci, naturalmente, come sempre in casi del genere.
L'umore del generale, del suo generale, si era fatto sempre più nero. E poi era arrivato questo belga: fin dall'Inghilterra, a quanto pareva. C'era stata una settimana di strana tensione. In seguito erano accadute alcune cose. Un ufficiale di grado molto elevato si era suicidato, un altro aveva dato le dimissioni; l'ansia era scomparsa all'improvviso da volto tesi, alcune precauzioni militari erano state allentate. E il generale, il generale del tenente Dubosc, era sembrato all'improvviso dieci anni più giovane.
Dubosc aveva udito parte di una conversazione fra lui e lo straniero. «Lei ci ha salvato, mon cher» aveva detto il generale commosso, con i grandi baffi bianchi tremanti. «Ha salvato l'onore dell'esercito francese, ha evitato che si spargesse del sangue! Come posso ringraziarla per avere risposto alla mia chiamata? Per essere venuto da tanto lontano…?».

La mia recensione
Chiediamoci dov'è la giustizia… e, a volte, la troveremo là dove meno ce lo saremmo aspettato! È quello che ho subito pensato io dopo aver letto l'ultima pagina di questo libro.
È un breve romanzo, ma che si è rivelato essere un ottimo manuale claustrofobico di psicologia investigativa. Claustrofobico perché si svolge interamente in due/tre scompartimenti di un treno (prima e seconda classe e vagone ristorante): a causa di un'abbondante nevicata, il famosissimo Orient Express è costretto ad una sosta in Yugoslavia e, nel frattempo, un misterioso assassino, agendo indisturbato, commette un insolito omicidio. Ma il fato ha voluto che tra i passeggeri del treno ci sia anche l'infallibile Hercule Poirot che prontamente avvia le indagini.
Ecco allora lo stoico investigatore sulla scena del crimine (in uno scompartimento chiuso dall'interno c'è un ricco americano ucciso da ben dodici strane coltellate), eccolo affrontare la sfilza di interrogatori di tutti i passeggeri e del personale della carrozza in esame, eccolo ancora mentre procede ad una sommaria perquisizione dei bagagli dei passeggeri e, infine, eccolo mentre alla presenza di tutte le personalità coinvolte espone i fatti, le circostanze e, soprattutto, svela l'identità del colpevole… anche se poi il libro si chiude con un'incredibile decisione (ma più che giustificata) da parte dello stesso Poirot; tant'è vero che il tutto termina con una sua frase: "Avendovi fornito la mia soluzione ho l'onore di ritirarmi. Il mio compito è finito".
A chi, come il sottoscritto, ama il genere giallo, questa lettura è una vera goduria: la geniale Agatha Christie prende gli indizi, li dissemina lungo tutto il libro e lascia allo spettatore (pardon, al lettore) il compito di trovare il colpevole prima che lo faccia Hercule Poirot! Ma lo ammetto: io, come faccio sempre quando leggo un giallo (o un trhiller in generale), ho preso svariati appunti e sono arrivato ad una soluzione e… vabbè, c'è proprio bisogno di dirvi che questa volta ho preso una cantonata colossale?
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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