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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 24 dicembre 2023

Jeffery Deaver: Il silenzio dei rapiti

Jeffery Deaver: Il silenzio dei rapiti

Titolo originale: A Maiden's Grave
Formato: copertina flessibile
Pagine: 432
Editore: Sonzogno (giugno 2002)
ISBN-13: 9788817070447

Data di acquisto: 29 gennaio 2013
Letto dal 18 al 23 agosto 2016

Sinossi
Kansas. Uno scuolabus viene bloccato da tre evasi che non hanno più niente da perdere: otto bambine sordomute vengono prese in ostaggio insieme alle loro insegnanti e trascinate in un vicino mattatoio. Il capo degli evasi, un sadico pluriomicida, minaccia di uccidere una bambina ogni ora se le sue condizioni non verranno accettate, e Arthur Potter, il negoziatore mandato dall'FBI, ha solo dodici ore per convincerlo a rilasciare gli ostaggi. Dodici ore per trovare la giusta linea di trattativa e imparare a ragionare con la testa dell'assassino. Ma mentre si gioca questa estenuante guerra psicologica, all'interno del macabro mattatoio Melanie, un'insegnante sordomuta, si rivela un aiuto insperato…

L'incipit del libro
«Otto uccelli grigi, appollaiati nel buio.
Soffia un vento freddo, indelicato».
Il piccolo scuolabus giallo raggiunse la sommità di una brusca salita sulla strada e, per un istante, tutto ciò che lei poté vedere fu un'immensa trapunta pallida di frumento, larga migliaia di chilometri, che ondeggiava, ondeggiava sotto il cielo grigio. Poi l'automezzo discese ancora una volta e l'orizzonte scomparve.
«Appollaiati su un filo, sollevano le ali e si allontanano tra le ribollenti nubi».

La mia recensione
Di Jeffery Deaver avevo letto soltanto (e quasi vent'anni fa) Il collezionista di ossa: mi era piaciuto ma senza appassionarmi più di tanto e, perciò, decisi di lasciar perdere Deaver. Ad inizio 2013, approfittando (almeno così mi sembra di ricordare) di un'offerta su alcuni libri esposti su una bancarella, comprai Il silenzio dei rapiti… e da allora, visto che comunque non mi andava di leggerlo, è sempre rimasto parcheggiato sulla mia mensolina!
Qualche giorno fa, in mancanza di altre letture, ho deciso che fosse arrivato il suo momento e, lo confesso, a lettura ultimata ho capito che avevo fatto un grosso sbaglio a non leggerlo prima. Che gran bel libro che ho lasciato per anni nel dimenticatoio!!! Storia davvero originale e ritmo serrato (non concede un attivo di tregua…) ne hanno fatto uno dei miei libri preferiti del 2016.
All'inizio sembra essere un romanzo semplice semplice: ti illudi di dover leggere di una banda di evasi che prende in ostaggio un gruppo di ragazzine sordomute capitate per caso sulla loro strada… e invece ti ritrovi invischiato in un vortice di azione, bugie e tradimenti; il tutto, ovviamente, in presenza dell'immancabile sangue che scorre a fiumi!
Sì, perché Arthur Potter, il negoziatore FBI che deve trattare con i sequestratori, si vedrà costretto a svolgere il suo compito circondato da colleghi doppiogiochisti, giornalisti senza scrupoli a caccia di scoop e varie autorità governative a cui interessa soltanto mettersi in mostra in vista di imminenti elezioni. Insomma, per il povero Potter niente è ciò che sembra… ma troverà un inatteso e sorprendente aiuto direttamente dall'interno del luogo del sequestro!
Discorso a parte merita poi il finale… che, aiutato da un ritmo narrativo sempre più alto, giunge davvero inatteso (ma leggermente frettoloso) e, per giunta, squarciando definitivamente il sottilissimo velo che divideva i buoni dai cattivi.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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