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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

mercoledì 27 dicembre 2023

Umberto Eco: Il pendolo di Foucault

Umberto Eco: Il pendolo di Foucault

Formato: Kindle (5639 KB)
Pagine: 702
Editore: Bompiani (1988)
Isbn: 9788858701690

Data di acquisto: 19 dicembre 2011
Letto (dal - al): abbandonato

Sinossi
Anni '70. Casaubon, Diotallevi e Belbo lavorano in una piccola casa editrice milanese, che inizia a specializzarsi in pubblicazioni esoteriche. E così un po' per lavoro, un po' per scherzo, i tre iniziano un curioso gioco, che definiscono "il Piano": reinterpretare gli ultimi sei secoli di storia nell'ottica del misterioso complotto che avrebbe avuto origine con i Cavalieri Templari, ai tempi delle Crociate.
Tutto ha inizio con il colonnello Ardenti, misterioso individuo che si presenta negli uffici della casa editrice con un manoscritto che rivelerebbe l'esistenza di un piano segreto di dominazione del mondo iniziato dai templari sei secoli addietro; di fronte all'imminente smantellamento del loro ordine da parte di Re Filippo, i templari, custodi di un segreto che potrebbe dare il potere assoluto, suddividono questa conoscenza in sei parti, ognuna affidata alla custodia di un distinto gruppo. Ogni 120 anni, la notte di San Giovanni, è previsto un incontro tra due di questi gruppi, in modo da ricostruire lentamente il messaggio originale.
Ma, iniziato come scherzo goliardico, il Piano inizia gradualmente a diventare qualcosa di più; ogni nuovo pezzo del puzzle che trova un suo posto nel disegno globale della storia, non fa che aumentare l'irrequietezza dei tre amici, che cominciano a temere di essersi infilati in un affare più grande di loro…

L'incipit del libro
Fu allora che vidi il Pendolo.
La sfera, mobile all'estremità di un lungo filo fissato alla volta del coro, descriveva le sue ampie oscillazioni con isocrona maestà.
Io sapevo - ma chiunque avrebbe dovuto avvertire nell'incanto di quel placido respiro - che il periodo era regolato dal rapporto tra la radice quadrata della lunghezza del filo e quel numero "π" che, irrazionale alle menti sublunari, per divina ragione lega necessariamente la circonferenza al diametro di tutti i cerchi possibili - così che il tempo di quel vagare di una sfera dall'uno all'altro polo era effetto di una arcana cospirazione tra le più intemporali delle misure, l'unità del punto di sospensione, la dualità di una astratta dimensione, la natura ternaria di "π", il tetragono segreto della radice, la perfezione del cerchio.
Ancora sapevo che sulla verticale del punto di sospensione, alla base, un dispositivo magnetico, comunicando il suo richiamo a un cilindro nascosto nel cuore della sfera, garantiva la costanza del moto, artificio disposto a contrastare le resistenze della materia, ma che non si opponeva alla legge del Pendolo, anzi le permetteva di manifestarsi, perché nel vuoto qualsiasi punto materiale pesante, sospeso all'estremità di un filo inestensibile e senza peso, che non subisse la resistenza dell'aria, e non facesse attrito col suo punto d'appoggio, avrebbe oscillato in modo regolare per l'eternità.

📌 Voto: ⭐ (1 su 5)

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