Formato: cartonato
Pagine: 190
Editore: edito in proprio (giugno 2012)
Data di acquisto: regalato dall'autore
Letto dal 9 al 18 luglio 2017
◾ Sinossi
"Erano di pietra celeste, tutti fichidindia, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra (Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia)
◾ La mia recensione
"Ci sono momenti di felicità ma non c'è una condizione di felicità continua. Il fatto forse è che anche se non vogliamo ammetterlo temiamo il futuro. Come sarà il futuro? Cosa ci riserberà ? Quando c'era la guerra io mi chiedevo sempre come sarebbe stato dopo. Mi chiedevo se il mondo sarebbe tornato ad essere quello di sempre e sognavo, desiderandole, quelle sere intorno al fuoco, che prima mi erano sempre sembrate noiose, quelle sere fatte di chiacchiere inutili e gesti sempre uguali, tanto uguali da divenire rassicuranti. E aspettando che finisse la guerra giuravo di essere sempre più buona, di non fare del male a nessuno, di essere sempre disponibile con gli altri. Poi la guerra è finita e quando avremmo dovuto stare tutti insieme per condividere i nostri dolori, ci siamo presto dimenticati di tutto, abbiamo attinto di nuovo a piene mani dalle fonte della superbia e dell'alterigia. Abbiamo allontanato di nuovo gli altri da noi".
Libro bellissimo in cui si "respira" un'aria di tempi andati (e di un certo modo di pensare e di comportarsi)… tempi che, purtroppo, non torneranno mai più! Nella storia, ottimamente "messa in scena" da Francesco Castorina, troviamo tutte le usanze tipiche della Sicilia e del Meridione post bellico… e, a distanza di oltre cinquant'anni, molte di quelle usanze (tra cui l'immancabile "pettegolezzo" da paese) sono ancora ben radicate.
La storia narrata in La generazione del ficodindia è davvero spettacolare… ed è bellissimo il fatto che, pur essendo frutto della fantasia dell'autore, riesce magistralmente ad intrecciarsi con alcuni episodi realmente accaduti. Da segnalare anche l'ottima descrizione del paesaggio siciliano e la perfetta caratterizzazione dei personaggi (sia principali che di contorno).
Unico neo, che comunque non sminuisce il lavoro di Francesco Castorina, è dato dal font usato per stampare il libro: infatti, ci troveremo a fare i conti con un carattere troppo piccolo; certo, non è proprio impossibile da leggere, ma si fa un po' di fatica a stare dietro alle parole.
In conclusione, questo è un libro che, a mio modesto parere, meriterebbe senz'altro di essere pubblicato da un grande editore… ed io mi auguro (e lo auguro all'autore) che ciò possa avvenire!
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)
Ecco il commento lasciato da una lettrice alla mia recensione:
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