Titolo originale: Les Chiennes Savantes
Formato: Kindle (775 KB)
Pagine: 247
Editore: Fandango Libri (2 settembre 2022)
ASIN: B0BCKZ168B
Data di acquisto: 6 dicembre 2022
Letto dal 9 al 14 dicembre 2022
◾ Sinossi
Amalgama di giallo e pornografia, Virginie Despentes ci trasporta, in questo suo secondo, spietato romanzo nelle atmosfere inquietanti di Lione e del quartiere bohémien Croix-Rousse. La protagonista, Louise Cyfer, puttana e "cagna", lavora come spogliarellista all'Endo, locale notturno dove le passioni più sfrenate si consumano, e che appartiene a un'organizzazione criminale quasi esclusivamente femminile con a capo la Regina Madre. La routine opprimente del locale - i gesti ripetuti, la pantomima quotidiana -, viene sconvolta dall'assassinio selvaggio di Stef e Lola, colleghe di Louise, ferocemente mutilate. Sulle tracce dell'assassino, Louise conosce il misterioso Victor, crudele manipolatore che le infligge dolore e piacere, per poi abbandonarla. Smarrita, disperata, perso il controllo su di sé e sui suoi amori, Louise erra per una Lione sempre più ristretta, senza cielo, soffocante e chiusa come in un cubo di Francis Bacon e solo nelle ultime pagine finirà per sciogliere l'orrendo enigma. Il colore del sangue si fa nero. Peep-show, puttane e maschere, dunque. Nella dimensione asettica della "cabina" ognuno esibisce qualcosa di diverso da quel che è, ci si parla attraverso il vetro, le tende scendono sempre troppo presto, e quello che finiamo per scoprire non ha niente a che vedere con quello che viene rappresentato… Anche le bambole, quando parlano e si tolgono il trucco, non hanno l'aspetto che pensavamo di conoscere di loro.
◾ L'incipit del libro
Mercoledì 6 dicembre. Ore 16.00.
L'aria nello sgabuzzino era impregnata di un calore sporco.
Stravaccato sotto la mia sedia, Macéo, il cane che Laure ci aveva affidato per il tempo di un appuntamento, soffocava placidamente. La lingua spessa, rosa e bianca, fremente, tutta fuori. Era una bestia enorme, con un mantello sontuoso e grandi occhi ebeti e vacui.
Cathy disegnava fiori dai petali giganteschi sull'ultima pagina della sua agenda.
Dalla cabina attigua, Roberta squittiva: "Senti un po', vecchio porco, cos'è che vuoi dire? Cosa faresti con le mie mutandine?". Con la sua voce da ragazzina, dissonante, troppo acuta e fintamente indignata. Si sentiva il tipo che si scaldava, borbottava cose incomprensibili.
◾ La mia recensione
"Passiamo la vita a sudare perché degli stronzi si facciano delle seghe… Dei rotti in culo che non vediamo neanche. E non gli basta di ridurci così, devono anche venire a casa tua per guardare sotto la tua pelle come sono fatte le tue ossa… Ci devono prendere tutto… Non è abbastanza umiliante così, dobbiamo anche avere paura, dobbiamo anche crepare… Ma ti rendi conto?".
Di Virginie Despentes, tempo fa, avevo sentito parlarne in occasione di Scopami (da molti ritenuto il suo miglior romanzo). Si tratta, comunque, di un'autrice molto autobiografica: punk, prostituzione, trattamenti elettroconvulsivi e, come se ciò non bastasse, è stata anche stuprata.
In questo libro (ma mi hanno detto che il discorso vale anche per Scopami) adotta una prosa irregolare e spigolosa, a tratti quasi ingenua. La trama di Le dotte puttane, detto senza tanti giri di parole, non è un granché: assistiamo soltanto a lunghi ed estenuanti dialoghi tra donne a cui non piace sapere nulla e che, per giunta, si parlano alle spalle. Tutto qui!
📌 Voto: ⭐ (1 su 5)
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