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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 3 dicembre 2023

Leonardo Sciascia: Il giorno della civetta

Leonardo Sciascia: Il giorno della civetta

Formato: Kindle (250 KB)
Pagine: 137
Editore: Adelphi (22 settembre 2011)
ASIN: B0067K1WTA

Data di acquisto: 3 maggio 2019
Letto dal 22 al 27 novembre 2019

Sinossi
Pubblicato nel 1961, Il giorno della civetta è l'opera più nota di Leonardo Sciascia, nonché la prima rappresentazione romanzesca della mafia, capace di diradare la nebbia dell'omertà e di illustrare il passaggio di Cosa Nostra dal mondo contadino a quello degli appalti, delle commesse e di altre realtà "cittadine", non più regionali ma nazionali e internazionali.

L'incipit del libro
L'autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa. nel grigio dell'alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice: solo il rombo dell'autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l'autobus si mosse con un rumore di sfasciume. L'ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza, colse l'uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all'autista «un momento» e aprì lo sportello mentre l'autobus ancora si muoveva. Si sentirono due colpi squarciati: l'uomo vestito di scuro, che stava per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato su per i capelli da una mano invisibile; gli cadde la cartella di mano e sulla cartella lentamente si afflosciò.

La mia recensione
"Un discorso che dice e non dice, allusivo, indecifrabile come il rovescio di un ricamo: un groviglio di fili e di nodi, e dall'altra parte si vedono le figure".
Nel mio "bagaglio culturale" c'era una grossa lacuna: non avevo mai letto il libro e non avevo mai visto l'omonimo film de Il giorno della civetta… lacuna in parte colmata con la lettura del libro (per il film mi sto attrezzando).
È un romanzo breve ma molto attuale ed impegnativo, che descrive perfettamente il clima che si respirava, e si respira tutt'ora, nella Sicilia degli anni '50 e '60 (periodo in cui si negava categoricamente l'esistenza stessa del sistema mafioso): una terra bellissima e magica ma stretta nella morsa della Mafia, della corruzione (a qualunque livello, quindi anche politico) e dell'omertà. Tutti questi problemi Leonardo Sciascia li denuncia in modo anche spietato; e alla fin fine, comunque, ognuno di noi vedrà la Sicilia come metafora della vita… anzi, per dirla tutta, questo è un romanzo che scava profondamente nella natura umana.
Menzione speciale per l'incipit (uno dei più belli e immersivi di sempre) e per il magistrale passaggio sui "quaquaraquà". Il finale, poi, è molto realistico. Comunque, in tutte le pagine del libro troviamo personaggi ed ambientazione che, a distanza di tanti anni, non hanno perso quella intatta originalità narrativa.
Il giorno della civetta è, per farla breve, uno di quei libri che, una volta terminati, non puoi rimettere nella libreria come se nulla fosse, ma ti obbliga a riflettere… e non poco!
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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