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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 3 dicembre 2023

Bruno Vespa: Perché l'Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare)

Bruno Vespa: Perché l'Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare)

Formato: copertina rigida
Pagine: 348 pagine
Editore: Mondadori (6 novembre 2019)
ISBN-13: 978-8804718741

Data di acquisto: regalo di Natale 2019
Letto dal 18 al 31 gennaio 2020

Sinossi
Benito Mussolini camminava a lunghi passi su e giù per l'ufficio di direttore del «Popolo d'Italia» e, nei momenti di più acuta depressione, confidava alla sua musa Margherita Sarfatti di voler piantare baracca e burattini: «Faccio il giornalista da troppo tempo. Ho tanti altri mestieri. Posso fare il muratore: sono bravissimo. Sto imparando a fare il pilota aviatore. Oppure posso girare il mondo con il mio violino: magnifico mestiere, il rapsodo errante!». Era la fine del novembre 1919 e aveva fondato da poco i Fasci di combattimento, ma aveva perso in modo disastroso le prime elezioni politiche. Pochissimi voti e nessun seggio. Appena tre anni dopo, il Duce del fascismo era a capo del governo, acclamato dalla folla e incoraggiato da insospettabili antifascisti che gli chiedevano di rimettere in sesto un paese distrutto, demotivato, indebitato e diviso. Giolitti gli riconosceva il merito di aver «tratto il paese dal fosso in cui finiva per imputridire». Amendola suggeriva di «secondare le mosse dell'onorevole Mussolini perché questo è il solo mezzo per ripristinare la forma della legalità». Nitti scriveva ad Amendola: «Bisogna che l'esperimento fascista si compia indisturbato». E Anna Kuliscioff a Turati: «Nessuno potrebbe raggiungere la pacificazione se non Mussolini». Salvemini, l'antifascista più irriducibile, giungeva a dire: «Bisogna augurarsi che Mussolini goda di una salute di ferro, fino a quando non muoiano tutti i Turati…».
In questo libro Bruno Vespa racconta come e perché tre anni di guerra civile (1919-1922) consegnarono il potere all'uomo che l'avrebbe tenuto per un ventennio e perché la «democrazia autoritaria» del primo biennio (1923-1924) si trasformò in dittatura dopo il delitto Matteotti. Gli slogan e gli errori di un secolo fa sono stati spesso richiamati nell'attuale polemica politica, italiana e internazionale. Vespa ne disegna il panorama completo, mettendo al centro della scena Matteo Salvini che, con la clamorosa vittoria della Lega alle elezioni europee del 2019, ha ribaltato gli equilibri politici, aprendo una crisi al buio che, invece di portare di nuovo alle urne, ha fatto nascere un governo di segno opposto al precedente, ma presieduto dallo stesso premier, Giuseppe Conte.
L'autore, che ha incontrato tutti i protagonisti della scena politica, racconta tattiche, strategie e retroscena di una battaglia senza esclusione di colpi: dalla nascita del partito di Matteo Renzi ai patemi del Pd di Zingaretti dopo la scissione, dalla ritrovata unità del centrodestra nella manifestazione romana di piazza San Giovanni del 19 ottobre 2019 per far cadere il governo all'implicita alleanza non dichiarata tra Luigi Di Maio e lo stesso Renzi per evitare che Conte diventi il nuovo leader del centrosinistra.

L'incipit del libro
Che c'entra Mussolini con Salvini? E la scissione di Renzi con quella di Turati? La fondazione dei Fasci di combattimento con il ciclone delle elezioni in Umbria? Niente di niente. Eppure, il secolo lungo che va dal 1919 al 2019 è attraversato da un fiume carsico che ogni tanto riemerge nei ricordi, nelle speranze e nelle paure degli italiani.
La gente nel mondo ha sempre cercato gli uomini forti. Ieri Mussolini, Hitler, Stalin, Mao. Oggi Trump, Putin, Xi Jinping, Erdogan e giù per li rami fino a Orbán, Kaczyński, Salvini. Ieri c'erano dittature, oggi (salvo che in Cina) democrazie autoritarie che hanno negli Stati Uniti contrappesi istituzionali e intellettuali formidabili, e in Italia una Costituzione che nessuno osa discutere nei princìpi fondamentali. Che cosa unisce l'Italia di Mussolini a quella che invoca Salvini e che ha fatto del suo partito di gran lunga il più forte del nostro paese? Che cosa può apparentare la nascita di una dittatura alla solidissima democrazia di oggi?

La mia (brevissima) recensione
È il primo libro di Bruno Vespa che leggo. Scritto bene… ma, sarà forse perché io politicamente milito nel Centrosinistra, non ho proprio capito l'inutile parallelismo (anzi, per dirla tutta, la ricerca a tutti i costi del parallelismo) tra i primi anni al potere di Benito Mussolini ed i primi anni (non ancora al potere) di Matteo Salvini!
Saggio diviso in due parti: la prima, ovviamente incentrata sulla figura di Mussolini, è molto interessante  e molto approfondita dal punto di vista storico; la seconda, invece, è assai prolissa e logorroica… e, soprattutto, non risponde per niente alla domanda del titolo del libro stesso: Perché il fascismo non può tornare?
📌 Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

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