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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 28 gennaio 2024

Umberto Eco: Numero zero

Umberto Eco: Numero zero

Formato: Kindle (2627 KB)
Pagine: 218
Editore: Bompiani (9 gennaio 2015)
ASIN: B00R6HNAYI

Data di acquisto: 12 gennaio 2016
Letto dal 12 al 14 gennaio 2016

Sinossi
Una redazione raccogliticcia che prepara un quotidiano destinato, più che all'informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata (o allucinato per una Milano normale), ricostruisce la storia di cinquant'anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell'ombra Gladio, la P2, l'assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la Cia, i terroristi rossi manovrati dagli uffici affari riservati, vent'anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati sino a che una trasmissione della BBC non prova che sono veri, o almeno che sono ormai confessati dai loro autori. E poi un cadavere che entra in scena all'improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un'esile storia d'amore tra due protagonisti perdenti per natura, un ghost writer fallito e una ragazza inquietante che per aiutare la famiglia ha abbandonato l'università e si è specializzata nel gossip su affettuose amicizie, ma ancora piange sul secondo movimento della Settima di Beethoven. Un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia che si svolge nel 1992 in cui si prefigurano tanti misteri e follie del ventennio successivo, proprio mentre i due protagonisti pensano che l'incubo sia finito. Una vicenda amara e grottesca che si svolge in Europa dalla fine della guerra ai giorni nostri.

L'incipit del libro
Questa mattina non colava acqua dal rubinetto.
Blop blop, due ruttini da neonato, poi più niente.
Ho bussato dalla vicina: a casa loro, tutto regolare. Avrà chiuso la manopola centrale, mi ha detto. Io? Non so neppure dove sia, è poco che vivo qui, lo sa, e torno a casa solo alla sera. Mio Dio, ma quando parte per una settimana non chiude acqua e gas? Io no. Bella imprudenza, mi lasci entrare, le faccio vedere.

La mia recensione
"La questione è che i giornali non sono fatti per diffondere ma per coprire le notizie. Accade il fatto X, non puoi non parlarne ma imbarazza troppa gente, e allora in quello stesso numero metti titoloni da far rizzare i capelli, madre sgozza i quattro figli, forse i nostri risparmi finiranno in cenere, scoperta una lettera d'insulti di Garibaldi a Nino Bixio e via, la tua notizia annega nel gran mare dell'informazione".
Dico subito che si tratta di un libro che non mi ha entusiasmato per niente sia per la sua trama ridotta davvero all'osso (siamo nel 1992, Tangentopoli è appena nata, e si sta allestendo una redazione per un nuovo giornale che vuol fare del pettegolezzo e della macchina del fango il suo cavallo di battaglia), e sia per la mancanza di carattere del personaggio principale. In pratica, in questo Numero Zero, la sua figura non serve proprio a niente: Colonna, uno pseudo giornalista fallito, è contattato per la fondazione di un giornale dedito al ricatto, ma che (come gli verrà spiegato quasi subito) non dovrà mai vedere la luce perché l'idea stessa del nuovo quotidiano è solo una copertura per il suo editore. Ogni riferimento è puramente casuale! Colonna, nel frattempo, viene messo a conoscenza (ed è questo l'asse portante di tutto il libro) di scottanti documenti su presunti segreti di stato in possesso di un giornalista mezzo esaltato.
Umberto Eco, per dirla tutta, si è solo limitato ad un lungo elenco dei misteri irrisolti della storia italiana dalla fine della guerra in poi (cattura di Mussolini, Gladio, P2, Brigate Rosse, assassinio di Aldo Moro, morte di Papa Luciani e stragi varie), intrecciandoli tra loro in modo davvero inverosimile o surreale. Che dire? Non mi sento proprio di consigliarne la lettura…
📌 Voto: ⭐⭐ (2 su 5)

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