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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

domenica 7 gennaio 2024

Neil Gaiman: American Gods

Neil Gaiman: American Gods

Titolo originale: American Gods
Formato: Kindle (1374 KB)
Pagine: 400
Editore: Mondadori (4 aprile 2014)
ASIN: B00JH531IW

Data di acquisto: 10 agosto 2014
Letto dal 28 maggio al 4 giugno 2015

Sinossi
Appena uscito dopo tre anni in carcere, Shadow fa conoscenza con un enigmatico Mister Wednesday che gli offre di lavorare per lui. Rimasto senza risorse né famiglia, Shadow finisce per accettare. Ma ci metterà ancora qualche tempo per capire chi sia davvero il suo boss: Odino, la somma divinità del pantheon nordico, arrivato in America con una nave di vichinghi e che ora tira a campare come può. Come lo slavo Chernobog, ridotto a vivere della pensione maturata negli anni di lavoro al macello di Chicago, come l'africano Anansi, come la celtica Easter e la mediterranea Bilquis che batte i marciapiedi di Hollywood, come tutte le divinità maggiori o minori, dimenticate in un mondo che venera altri dèi, più belli e nuovi. È per muovere battaglia contro di loro che Wednesday ha arruolato Shadow, e per reclutare i compagni di lotta i due si metteranno on the road attraversando in lungo e in largo l'America più profonda. Fino al giorno della battaglia finale, uno scontro di proporzioni epiche per conquistare l'anima stessa dell'America…

L'incipit del libro
Era in prigione da tre anni, Shadow. E siccome era abbastanza grande e grosso e aveva sufficientemente l'aria di uno da cui è meglio stare alla larga, il suo problema era più che altro come ammazzare il tempo. Perciò faceva ginnastica per tenersi in forma, imparava i giochi di prestigio con le monete e pensava un sacco a sua moglie e a quanto la amava.
L'aspetto più positivo del fatto di essere in prigione, secondo lui - forse l'unico aspetto positivo - era una certa sensazione di sollievo. Sollievo all'idea di aver toccato il fondo. Non si doveva più preoccupare di essere preso, perché era già stato preso. Non aveva più paura di ciò che avrebbe potuto riservargli il futuro, perché il passato ci aveva già provveduto.

La mia (brevissima) recensione
"Aveva l'aria di un uomo che ha bevuto fino in fondo il calice dell'esistenza, e nel complesso lo ha trovato colmo di whiskey, di quello buono".
Romanzo scritto bene e dalla trama che, anche se fitta fitta di divinità, luoghi e personaggi, è comunque scorrevole. Carina anche l'idea di vedere tutti gli dei di tutte le culture (passate e presenti) alle prese con i problemi di ogni giorno come la mancanza di lavoro, la scarsa disponibilità di soldi, eccetera. Tuttavia, lo devo ammettere, è tutto il lavoro di Gaiman, così come è stato impostato, che non mi ha proprio entusiasmato e quasi scocciato: in alcuni passaggi del libro sembrava addirittura di leggere un fumetto. Ma quello che mi ha maggiormente deluso è la storia tra Shadow (il protagonista del libro) e Laura, sua moglie morta e tornata in vita per proteggerlo. Storia che, a mio avviso, poteva avere infiniti sviluppi e risvolti e, invece, è terminata in maniera abbastanza prevedibile: lei che chiede di rimorire!
📌 Voto: ⭐⭐ (2 su 5)

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