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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

lunedì 29 gennaio 2024

Giorgio Faletti: Appunti di un venditore di donne

Giorgio Faletti: Appunti di un venditore di donne

Formato: Kindle (928 KB)
Pagine: 397
Editore: Baldini & Castoldi (27 aprile 2015)
ASIN: B010VOPSPG

Data di acquisto: 30 aprile 2018
Letto dall'11 al 16 gennaio 2019

Sinossi
1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza civile, all'ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la Milano da bere degli anni Ottanta, non conosce soste. Si moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, trova il modo di sperperare la propria ricchezza. È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno sgarbo. Si fa chiamare "Bravo". Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l'amico Daytona. L'unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è un vicino di casa, Lucio, chitarrista cieco con cui condivide la passione per i crittogrammi. Fino alla comparsa di Carla che risveglierà in "Bravo" sensazioni che l'handicap aveva messo a tacere. Ma per lui non è l'inizio di una nuova vita bensì di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un'organizzazione terroristica. Un noir fosco su uno dei momenti più drammatici del dopoguerra italiano, in una Milano che oscilla tra fermenti culturali e bassezze morali.

L'incipit del libro
Io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo.
Questa poteva essere la mia presentazione. Il fatto di andare in giro con un soprannome invece che con un nome vero e proprio non significa niente. Ognuno è quello che è, a prescindere dalle scie burocratiche che si tira appresso come le stelle filanti dopo un veglione di Carnevale. La mia vita non sarebbe cambiata una virgola, qualunque nome avessi avuto da offrire insieme a una mano da stringere. Niente di più e niente di meno. Non una salita o una discesa, non un braccio di mare calmo o agitato dove affannarsi o di cui rimpiangere l'affanno. Non avere un nome era un provvido come d'ombra in cui celarsi, un volto appena intravisto, una figura appena percepita, il nulla, il nessuno. Dal momento in cui io ero quello che ero, una simile condizione racchiudeva nello specifico tutto ciò che serviva, senza opzioni e senza deroghe.
Per quanto riguarda quell'altro particolare anatomico, vale la pena di soffermarsi un poco.
Io non sono nato così…

La mia recensione
"La legge degli uomini è una linea tracciata con una mano nemmeno troppo ferma. C'è chi supera il confine e chi lo rispetta. Io ho la convinzione di viverci sopra sollevato di una spanna, senza poggiare mai i piedi da una parte o dall'altra. Non mi pongo problemi perché il mondo che ho intorno non me ne pone. Può piacere o no, ma questo sono io".
Quinto libro (datato 2010) scritto da Giorgio Faletti… e quarto che leggo di questo autore poliedrico: ho saltato Io sono Dio, ma me ne sono accorto solo in un secondo momento. Provvederò quanto prima a colmare questa mia lacuna!
In questo romanzo, più che la trama vera e propria, a farla da padrone è la bellissima ma tetra Milano degli anni di piombo (siamo agli inizi del 1978 ed al rapimento di Aldo Moro da parte delle BR). L'inizio è lento, anche perché tutta la storia è raccontata in prima persona dal protagonista… ma poi, nella seconda parte, gli eventi precipitano ed il lettore è catturato dal vortice narrativo senza che gli venga concesso un attimo di tregua.
Il pregio di Faletti è tutto nel suo stile unico e diretto (senza tanti ed inutili giri di parole). Bellissimi i continui colpi di scena (però manca la sorpresa finale che, di solito, è quella che spiazza del tutto) ed il fatto di mescolare perfettamente finzione e realtà (il sequestro Moro, gli anni di piombo ed i primi "vagiti" di Tangentopoli).
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

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