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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

giovedì 22 febbraio 2024

Ilaria Tuti: Come vento cucito alla terra

Ilaria Tuti: Come vento cucito alla terra

Formato: Kindle (1455 KB)
Pagine: 366
Editore: Longanesi (7 giugno 2022)
ASIN: B0B13TX751

Data di acquisto: 6 gennaio 2023
Letto dal 20 al 28 febbraio 2022

Sinossi
«Flora Murray e Louisa Garrett Anderson, rispettivamente anestesista e chirurga, suffragette, e amanti. La loro impresa non ha cambiato solo la storia delle donne, ma anche quella delle procedure di riabilitazione dei soldati. Scarsa la bibliografia sulla vicenda. Ed è una scrittrice italiana, Ilaria Tuti, a raccontarla per la prima volta in un romanzo: Come vento cucito alla terra». Giulia Villoresi, La Repubblica
Londra, settembre 1914. «Le mie mani non tremano mai. Sono una chirurga, ma alle donne non è consentito operare. Men che meno a me: madre ma non moglie, sono di origine italiana e pago anche il prezzo dell'indecisione della mia terra natia in questa guerra che già miete vite su vite.
Quando una notte ricevo una visita inattesa, comprendo di non rispondere soltanto a me stessa. Il destino di mia figlia, e forse delle ambizioni di tante altre donne, dipende anche da me. Flora e Louisa sono medici, e più di chiunque altro hanno il coraggio e l'immaginazione necessari per spingere il sogno di emancipazione e uguaglianza oltre ogni confine. L'invito che mi rivolgono è un sortilegio, e come tutti i sortilegi è fatto anche d'ombra. Partire con loro per aprire a Parigi il primo ospedale di guerra interamente gestito da donne è un'impresa folle e necessaria. È per me un'autentica trasformazione, ma ogni trasformazione porta con sé almeno un tradimento. Di noi stessi, di chi ci ama, di cosa siamo chiamati a essere.
A Parigi, lontana dalla mia bambina, osteggiata dal senso comune, spesso respinta con diffidenza dagli stessi soldati che mi impegno a curare, guardo di nuovo le mie mani. Non tremano, ma io, dentro di me, sono vento».
Questa è la storia dimenticata delle prime donne chirurgo, una manciata di pioniere a cui era preclusa la pratica in sala operatoria, che decisero di aprire in Francia un ospedale di guerra completamente gestito da loro. Ma è anche la storia dei soldati feriti e rimasti invalidi, che varcarono la soglia di quel mondo femminile convinti di non avere speranza e invece vi trovarono un'occasione di riabilitazione e riscatto.
Ci sono vicende incredibili, rimaste nascoste nelle pieghe del tempo. Sono soprattutto storie di donne. Ilaria Tuti riporta alla luce la straordinaria ed epica impresa di due di loro.

L'incipit del libro
La vampata sulfurea del fiammifero sembrò presagire l'apparizione del demonio. Se fosse comparso, non sarebbe stato la prima creatura degli inferi a passare di lì, quella notte. Nella mansarda l'aria era ferma e puzzava della violenza consumata, di un'umanità bestiale. Dalla finestra spalancata non entrava un alito di vento a spazzarne le tracce. Sembrava che i passi del male avessero lasciato altre impronte, là fuori. Un pianto sommesso, giù in strada, una nenia funebre, poco lontano.
Cate accese il fornelletto ad alcol, attese che l'acqua bollisse nel contenitore e sterilizzò l'ago.
Di diavoli ne aveva incontrati diversi, fino a comprendere che alcuni esseri erano tormentati da una fame che non aveva nulla a che vedere con il nutrimento. Li osservava esercitarsi con più determinazione di altri nell'arte di sopravvivere, apprendere l'imponderabile, mandare a memoria ogni errore. Con i frammenti d'ossa dei propri simili costruivano corazze, e con la potenza delle mandibole risalivano la china.
La vedova Harris apparteneva a quel tipo di esseri.

La mia (brevissima) recensione
"La professione medica rendeva il cuore duro, e quello di una donna non poteva permettersi di esserlo. Che ne sarebbe stato degli uomini, se ciò fosse accaduto?".
Teresa Battaglia, dopo averlo già fatto con Agata Primus, cede nuovamente il passo ad una nuova e straordinaria donna: Caterina "Cate" Hill.
Come vento cucito alla terra apre un'interessante finestra su uno spaccato di storia poco nota. Durante lo scorrere delle sue pagine, infatti, scopriremo il coraggio, la forza e la determinazione delle prime donne chirurgo… addirittura impegnate in territorio di guerra. Ma c'è anche, e non poteva essere diversamente, l'Amore (sì, quello con la A maiuscola) che trionfa sulla guerra.
Trama molto intensa (a tratti anche drammatica) e, diversamente da quello che ho letto in giro, assolutamente non "mielosa". La scrittura di Ilaria Tuti è coinvolgente, quasi poetica.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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