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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

venerdì 25 agosto 2023

Corrado Augias: Le ultime diciotto ore di Gesù

[rimetto qui questo post originariamente pubblicato, in data 5 gennaio 2016, su un mio precedente sito web]

Corrado Augias: Le ultime diciotto ore di Gesù

Formato: copertina rigida
Pagine: 246
Editore: Einaudi (8 settembre 2015)
ISBN-13: 978-8806223656

Data di acquisto: 27 dicembre 2015
Letto dal 30 dicembre 2015 al 5 gennaio 2016

Sinossi
Tutto si è svolto in un pugno d'ore, diciotto o venti al massimo. Dall'imbrunire di un giorno, al primo pomeriggio del successivo. In modo convulso. Per lo più nottetempo o alle prime luci dell'alba. Il processo che ha cambiato il destino dell'uomo è stato celebrato sicuramente in fretta, ma in base a quali accuse? Secondo quale rito? Chi aveva ordinato l'arresto e perché? E soprattutto, chi aveva il potere di convalidare il provvedimento emettendo la sentenza finale? Ad essere indagate sono le ultime febbrili ore di Gesù di Nazareth, il giovane profeta giustiziato su un patibolo romano a Gerusalemme in un anno convenzionalmente datato 33 della nostra era. Vicende viste, forse per la prima volta, anche dalla prospettiva degli occupanti romani.
È questo un libro dove si entra e si esce dalla storia, dove si raccolgono e indagano i documenti, dove si commentano le fonti e le si fa parlare, e dove anche uomini e cose prendono vita. Fra queste pagine si ode il rumore della pialla del falegname, lo stridio delle ruote dei carri, il belato degli agnelli; si vedono il bianco della farina e il grigio del fumo dei camini e si percepiscono le presenze misteriose di maghi, indovini, assassini. Saggismo e gesto narrativo s'incontrano: c'è la precisione storica e c'è la vita, la passione per il mondo e il talento di raccontarlo. Molti sono i protagonisti della storia e appaiono più tormentati, sfaccettati, umani, di quanto siamo soliti considerarli…

L'incipit del libro
Nei giorni che precedono la festività, Gerusalemme e il Tempio sono gremiti di pellegrini venuti da ogni parte. Considerato che l'affollamento può facilitare il gesto inconsulto di qualche fanatico, che non ci vuole molto a mobilitare le folle mediterranee, il procuratore ha ritenuto opportuno lasciare l'abituale, piacevole residenza di Cesarea sulle rive del Mediterraneo per salire in città. Ha preso alloggio nel palazzo di Erode il Grande, passa una buona parte della giornata nel quartier generale della fortezza Antonia, dove sono acquartierate le truppe. La massiccia torre si erge a ridosso del Tempio, in pratica dominandone il lato nord-occidentale.
Come accade sempre quando grandi masse di persone si concentrano in un luogo, si nota in giro eccitamento e nervosismo, un ininterrotto viavai da e verso i vasti cortili che circondano l'edificio centrale dedicato alla divinità. Due file ininterrotte di pellegrini si accalcano e si urtano, nel caldo intenso, nella polvere sollevata da centinaia di piedi in movimento. I venditori di animali per sacrifici, più numerosi del solito, hanno aperto i loro banchetti, disteso strati di paglia dove le bestie attendono legate o impastoiate che qualcuno le acquisti per immolarle. Colombe, tortore, agnelli emettono ciascuno il suo verso in una caotica implorazione pietosa. I loro lamenti si mescolano all'alto vociare della folla. Un rombo continuo, un brontolio sopra il quale si levavano gridi o gemiti improvvisi.

La mia recensione
"Quid est veritas?". Libro a metà strada tra un documentario ed una fiction che cerca di ricostruire cosa accadde davvero durante l'ultimo giorno di vita del carpentiere Yeshua ben Joseph Ha-Nozri (Gesù di Nazareth, figlio di Giuseppe) e come, e perché, sia nata la religione cattolica… nonostante lo stesso Gesù si sia sempre dichiarato contrario alla sua fondazione!
La ricostruzione storica che ne fa Corrado Augias è davvero ben riuscita, sprizza spiritualità da tutti i pori e contemporaneamente (e per come la vedo io è proprio quello che conta maggiormente), ci restituisce tutta l'essenza umana del Messia. Altra particolarità di questo libro è che ci fa conoscere, e quasi vivere e respirare, l'atmosfera (dal punto di vista storico) che si viveva nella Palestina e nei palazzi del potere dell'epoca.
Libro che, assolutamente, mi sento di promuovere a pieni voti… anche se ho notato un madornale errore da parte dell'autore: prima ci mostra Gesù ai piedi del letto di un Giuseppe ormai vecchio e morente… e, dopo qualche pagina appena, ci dice che lo stesso Giuseppe ha assistito, camuffato tra la folla (ma riconosciuto da Pietro), alla famosa scena del "Chi volete che lasci libero, Barabba o Gesù?".
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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