Nuovo appuntamento con la rubrica di Marco Buticchi “Il profumo delle pagine”
[fonte: Quotidiano Nazionale]
Credo di avervi già detto, da queste righe, che i miei romanzi nascono da "folgorazioni", una sorta di inesauribili passioni verso un oggetto, una persona, una situazione. Spesso si tratta di accadimenti normali, all'interno dei quali, però, sento che pulsa la forza per sostenere un romanzo. E, per scrivere pagine e pagine con la convinzione di non risultare banali, credetemi, di forza ce ne vuole, eccome!
La gestazione del mio prossimo romanzo - uscirà a metà settembre e ancora non potrei parlarne - è un po' diversa. Al centro commerciale I Granai a Roma, c'è una famiglia di librai che mette ogni stilla di passione nel proprio lavoro. Questo loro attaccamento alla professione si rispecchia nel successo che la libreria riscuote con la clientela.
Per le presentazioni delle opere, poi, dal politico di grido all'autore di successo, non ho ancora conosciuto qualcuno che non sia lusingato dall'invito a presentare alla Libreria Nuova Europa: il pubblico accorre sempre numeroso e motivato. Ormai, dopo decine d'anni di incontri, mi posso considerare un veterano.
A novembre 2024, presentavo lì il "neonato" Il Figlio della Tempesta. Al fatidico "Qualcuno, tra il pubblico, ha domande?", invece del solito momento di gelo, si alza un signore e dice: "Buticchi, conosce Hedy Lamarr? La studi, perché la vedo bene come protagonista di un suo romanzo".
A essere sincero, sapevo solo che la Lamarr era stata un'attrice di Hollywood e null'altro. Iniziando a leggere una delle sue biografie, me ne sono innamorato. Non solo per la sua indiscutibile bellezza, ma per la sua forza, la sua dignità, il suo carisma. Così, dal consiglio di Danilo (questo il nome del mio "suggeritore"), presto vedrà la luce un romanzo che ha La più bella del mondo (così era chiamata Hedy Lamarr) come protagonista.
Sapete, nella mia gavetta di venticinque romanzi, mi sono sempre recato dove mi invitavano per presentarne qualcuno. Per rispetto a chi "perde" il suo tempo con un mio romanzo tra le mani, certo. Ma anche per quanto mi ha insegnato, in tutti questi anni, ascoltare i commenti di chi mi aveva letto. Vero è che scrivere, come ogni professione, si raffina con l'esercizio, ma non potete immaginare quanta capacità regali confrontarsi con chi elogia i tuoi pregi o, ancor meglio, denuncia i tuoi difetti. Grazie, Danilo!
Nessun commento:
Posta un commento