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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

lunedì 15 dicembre 2025

Lo scrittore che mette insieme Stephen King e Wes Craven


Lo scrittore che mette insieme Stephen King e Wes Craven
Jean-Baptiste Del Amo ha costruito un racconto del terrore fatto di case infestate e mostri in cui, come sempre, a fare la figura peggiore sono gli umani. Intervista all'autore che ha portato la lezione dei maestri americani dell'horror nella Francia degli anni Novanta

👉 fonte: RSI.ch

Adolescenza, horror, anni Novanta: sono gli ingredienti di La notte devastata di Jean Baptiste Del Amo. Un gruppo di ragazzini nella provincia francese, alla fine del ventesimo secolo: amano guardare film dell'orrore, non sanno che presto lo incontreranno davvero. Una vecchia casa abbandonata li attirerà a sé, seguiranno incontri molto ravvicinati con pericolosi mostri. Come spesso accade, però, in questa storia a essere orribili sono anche le famiglie, i rapporti tra le persone, che spesso sotto una patina di normalità nascondono la violenza e la follia.
Jean-Baptiste Del Amo scrive horror vero, nonostante non sia uno specialista del genere: prima di questo La notte devastata ha scritto una storia di formazione con molto sesso, ambientata nella seconda metà del Settecento, e poi una saga familiare rurale che parte dalla prima guerra mondiale. Insomma, è uno a cui piace esplorare mondi diversi, e per fortuna. Qui però ci ha messo molta della sua esperienza di vita: il racconto è ambientato negli anni Novanta, periodo in cui anche lui era adolescente, non solo i protagonisti.
Dicevamo: provincia, adolescenti, horror. Facilmente viene in mente Stephen King, e che l'impressione sia giusta lo conferma subito la citazione che apre il libro, da IT. L'ombra di King aleggia su La notte devastata, che, come ammette lo stesso Del Amo, è l'omaggio sincero di un fan.
«Ci tenevo molto ad aprire il romanzo con questa citazione di Stephen King - racconta l'autore - perché, bè, penso che sia bravissimo. Un grande narratore, un grande cantastorie. Certo, ci sono statti altri grandi scrittori horror prima di lui, come ad esempio Lovecraft, che però raccontava l'orrore in maniera diversa: Lovecraft lo raccontava come qualcosa che stava al limite, alla frontiera, qualcosa di scuro, qualcosa di indescrivibile… non era dentro la nostra vita quotidiana. Stephen King invece ha radicato l'orrore nella nostra quotidianità: nelle nostre famiglie, nelle nostre case, nella nostra routine… racconta in questo modo anche quella che è la nostra epoca: i mostri che si sono generati dalla nostra epoca e nella nostra epoca. Quindi da un lato ci tenevo a fare un omaggio a Stephen King, dall'altro a mettere bene in chiaro che io seguivo la sua di scia, e che a mio modo, voglio raccontare i miei, di mostri».

Michele R. Serra: Stephen King, ma anche Wes Craven. Nightmare è citato più volte, e il tema del sogno, dell'incubo, torna sempre, pagina dopo pagina.
Wes Craven ha fatto qualcosa di straordinario: l'idea di questo personaggio, Freddy Krueger, capace di arrivare alle sue vittime attraverso i sogni… il fatto è che tutti sogniamo, e quando sogniamo, in buona sostanza dovremmo essere al massimo della sicurezza: siamo rilassati, stiamo dormendo… ecco che lui invece fa succedere qualcosa di completamente diverso: il mostro compare, e riesce ad arrivare a questi ragazzi nel momento e nell'ambiente in cui dovrebbero sentirsi più sicuri: a casa loro, con la loro famiglia, nella loro stanza, nel loro letto. Questa idea di Nightmare è veramente geniale. E pensiamo anche al rapporto con i genitori: i genitori dovrebbero proteggerli, questi adolescenti, invece loro sanno la verità e non gliela dicono, e poi a un certo punto diventano quasi la minaccia loro stessi. C'è ad esempio una scena bellissima, in cui la madre della protagonista Nancy decide di mettere le sbarre alle finestre della casa, non rendendosi conto che così la mette ancora più in pericolo, perché non può più fuggire…

Comunque, tutto in Nightmare parla della vita in questi sobborghi americani di provincia, tutti perfettini in teoria, poi in pratica un po' meno.
Un'altra cosa che mi affascina è che Nightmare racconta l'adolescenza, e racconta una minaccia che è causata dalla generazione precedente. Freddy Krueger arriva a tormentare quei ragazzi perché vuole vendicarsi dei loro genitori, che sono quelli che lo avevano ammazzato. E non solo l'hanno fatto, ma in più non ne parlano ai loro figli, non riescono a comunicare con loro, quindi c'è un ulteriore significato simbolico, che racconta il rapporto tra gli adolescenti e i genitori. Per me è stato un film molto importante, ai tempi, poi l'ho rivisto quando scrivevo il libro, ed è validissimo ancora oggi, cosa che non accade sempre. Cioè, se uno oggi si guarda L'esorcista, si chiede come mai quando è uscito abbia fatto così scalpore. E invece Nightmare è uno di quei film che, ancora oggi, li guardi e resti assolutamente affascinato.
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