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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

mercoledì 3 dicembre 2025

Dai libri al grande schermo: 10 film che hanno reso immortali i romanzi italiani


Dai libri al grande schermo: 10 film che hanno reso immortali i romanzi italiani
Il rapporto tra cinema italiano e letteratura nazionale continua a rappresentare un binomio di successo, capace di trasformare pagine scritte in immagini indimenticabili sul grande schermo.

👉 fonte: Artesettima.it

Nel tempo, numerosi registi hanno tratto ispirazione da romanzi italiani, dando vita a opere cinematografiche che hanno saputo catturare l'essenza dei testi originali pur reinterpretandoli in modi spesso innovativi. Oggi, il pubblico può apprezzare come questi adattamenti abbiano contribuito a rendere immortali alcune delle più celebri opere della narrativa italiana.
Tra i casi più emblematici c'è certamente Il nome della rosa (1986), tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Eco. Il film, con Sean Connery protagonista, privilegia l'aspetto giallo e visivo dell'indagine del frate Guglielmo da Baskerville, ambientata in un monastero medievale. Nonostante la riduzione della complessità filosofica e semiotica presente nel libro, l'adattamento è stato definito dallo stesso Eco come un "tradimento consensuale”", un compromesso accettato per valorizzare la narrazione per immagini.
Un'altra pellicola di enorme impatto è Gomorra (2008), ispirata al libro-inchiesta di Roberto Saviano. Il film, che non segue una trama lineare ma intreccia episodi diversi, restituisce con crudezza la realtà della camorra e del degrado sociale. Saviano ha partecipato direttamente alla scrittura della sceneggiatura, contribuendo a mantenere fedele l'atmosfera del suo best seller. Questo connubio tra letteratura e cinema ha dato poi origine anche a una serie televisiva di successo, che ha ulteriormente ampliato il racconto.
Nel panorama degli adattamenti televisivi, spicca la miniserie dedicata a La storia (1986) di Elsa Morante, diretta da Luigi Comencini. Pur semplificando la complessità narrativa del romanzo, l'opera conserva il racconto toccante della vita di Ida Ramundo e di suo figlio nel dramma della Seconda Guerra Mondiale. La sceneggiatura, curata da Suso Cecchi D'Amico e Cristina Comencini, ha permesso di portare sullo schermo una delle pagine più intense della letteratura italiana, anche se Morante non partecipò direttamente al progetto.
Non meno rilevante è l'adattamento di Cristo si è fermato a Eboli (1979), il capolavoro autobiografico di Carlo Levi, diretto da Francesco Rosi. Il film rimane molto fedele al racconto del confino in Lucania durante il fascismo, con una straordinaria interpretazione di Gian Maria Volonté nel ruolo dello stesso Levi. L'opera cinematografica è una testimonianza potente di un periodo storico cruciale, che ha saputo commuovere e informare più generazioni di spettatori.
La complessità linguistica e narrativa di Carlo Emilio Gadda emerge nella miniserie Rai del 1983 Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, diretta da Piero Schivazappa. La serie segue il commissario Ingravallo nelle indagini su un furto e un omicidio in un palazzo romano, ma, come spesso accade negli adattamenti televisivi, alcune sfumature del romanzo incompiuto sono state inevitabilmente semplificate. Resta comunque uno dei prodotti più significativi della televisione italiana degli anni '80.
Nel 2003, Gabriele Salvatores ha portato sullo schermo Io non ho paura, tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti. La pellicola, con sceneggiatura scritta dallo stesso Ammaniti, racconta la storia di Michele che scopre un casolare un bambino rapito dalla malavita locale. Il film ha riscosso un successo internazionale, proiettando Ammaniti tra gli autori italiani più apprezzati nel panorama letterario e cinematografico contemporaneo.
Un'attenzione particolare meritano gli adattamenti tratti da opere di Alberto Moravia. La ciociara (1960), diretto da Vittorio De Sica, mantiene lo spirito del romanzo pur introducendo qualche variazione narrativa. Il film è considerato uno dei grandi capolavori del cinema italiano e ha consacrato Sophia Loren, che ha ricevuto l'Oscar per la sua intensa interpretazione di Cesira, prima attrice a vincere il premio per un film in lingua straniera.
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