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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

martedì 2 settembre 2025

5 romanzi che hanno fatto la storia del Premio Strega


5 romanzi che hanno fatto la storia del Premio Strega

[fonte: Agenda Online]

Ci sono libri che non sono solo da leggere, ma da attraversare. Romanzi che diventano specchi del loro tempo, capaci di raccontare l'Italia meglio di qualsiasi cronaca. Il Premio Strega, con la sua lunga storia, ha consacrato molte di queste opere indimenticabili, trasformandole in pietre miliari della nostra letteratura. Ogni pagina è un frammento di memoria collettiva, ogni storia un viaggio dentro le passioni, le ferite e i sogni di un Paese in continua trasformazione.
Il Premio Strega è molto più di un semplice riconoscimento letterario: è un vero e proprio specchio della cultura italiana, capace ogni anno di accendere il dibattito intorno ai romanzi più significativi del panorama editoriale. Nato nel 1947, il premio fu ideato da Maria Bellonci e dal marito Goffredo, con il sostegno dell'imprenditore Guido Alberti, produttore del famoso liquore Strega - da cui prende il nome.
L'idea alla base era chiara: promuovere la narrativa italiana contemporanea in un momento storico in cui il Paese usciva a fatica dalla guerra e cercava nuovi linguaggi, nuovi autori, nuove identità culturali. Sin dalle prime edizioni, il premio si è imposto come uno spazio di confronto tra letteratura e società, tra stile e contenuto.
La premiazione si svolge ancora oggi a Villa Giulia, a Roma, nel mese di luglio, e ogni anno coinvolge un gruppo di votanti chiamato Amici della domenica, formato da intellettuali, scrittori, giornalisti, editori e artisti.
Ma al di là dei vincitori di stagione, quest'anno ha vinto la 79ª edizione Andrea Bajani con il romanzo L'anniversario (edito da Feltrinelli e disponibile su Amazon) alcuni romanzi hanno lasciato un segno più profondo: per la loro forza narrativa, per il coraggio dei temi affrontati, o per l'impatto culturale che hanno avuto nel tempo.
Ecco allora 5 romanzi che hanno fatto la storia del Premio Strega, veri pilastri della letteratura italiana.

▪️L'isola di Arturo - Elsa Morante
Con L'isola di Arturo, Elsa Morante diventa la prima donna a vincere il Premio Strega, nel 1957. Il romanzo è ambientato a Procida, isola luminosa e remota, vista attraverso gli occhi di Arturo, un adolescente abbandonato a se stesso, cresciuto tra fantasie eroiche, solitudine e disillusioni. La storia, in apparenza semplice, diventa un ritratto struggente del passaggio dall'infanzia all'età adulta, dove il mito del padre e la scoperta della sessualità si intrecciano in un percorso di crescita doloroso e poetico.
Lo stile della Morante, intenso e lirico, dà vita a un mondo sospeso, incantato e crudele al tempo stesso. L'isola di Arturo è un romanzo di formazione di rara bellezza, e uno dei testi fondamentali della letteratura italiana del Novecento.

▪️Il Gattopardo - Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Un caso editoriale unico: Il Gattopardo, rifiutato da diversi editori in vita, viene pubblicato postumo nel 1958 e vince il Premio Strega nel 1959, diventando uno dei romanzi italiani più letti e tradotti al mondo.
Il principe Fabrizio di Salina, aristocratico siciliano in decadenza, osserva il tramonto della nobiltà e l'avanzata della borghesia all'indomani dell'Unità d’Italia. Con uno stile elegante e disincantato, Tomasi di Lampedusa racconta il cambiamento con lo sguardo di chi sa che "tutto deve cambiare perché tutto resti com'è".
Un affresco storico e psicologico di rara bellezza, diventato simbolo stesso della decadenza e della trasformazione sociale.

▪️La ragazza di Bube - Carlo Cassola
Mara, una giovane donna toscana, s'innamora di Bube, ex partigiano. Ma la realtà dell'Italia post-bellica è dura, e l'ideale romantico si scontra con la prigione, l'attesa, la delusione. Cassola sceglie una scrittura sobria, quasi scarna, per raccontare un'Italia minore, lontana dagli eroismi ufficiali, fatta di scelte difficili e silenzi. Il romanzo commosse, ma anche divise la critica per la sua semplicità e per il suo sguardo disincantato sulla Resistenza.
Carlo Cassola, scrittore e intellettuale schivo, fu spesso criticato per la sua letteratura disarmata. Ma La ragazza di Bube resta una delle narrazioni più sincere sull'Italia del dopoguerra che trionfa al Premio Strega nel 1960.

▪️Il nome della rosa - Umberto Eco
Thriller medievale, romanzo filosofico, noir erudito: Il nome della rosa di Umberto Eco è una sfida al lettore e un successo mondiale. Nell'anno del Signore 1327, il frate francescano Guglielmo da Baskerville indaga su una serie di misteriosi delitti in un'abbazia benedettina. Tra biblioteche labirintiche, eresie e giochi logici, Eco fonde il giallo con la semiotica e il pensiero medievale.
Un romanzo colto e avvincente, capace di conquistare lettori di ogni tipo. La vittoria allo Strega del 1981 ne sancì l'ingresso immediato tra i classici contemporanei.

▪️La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano
Nel 2008, La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano si impone come uno degli esordi più sorprendenti della letteratura italiana contemporanea, tanto da vincere il Premio Strega, rendendo Giordano il più giovane autore a ottenerlo.
Il romanzo segue le esistenze parallele di Alice e Mattia, segnati da traumatiche perdite infantili: lei resta zoppa in seguito a un incidente sugli sci; lui è perseguitato dalla scomparsa della sorella gemella, probabilmente. Insieme rappresentano due "numeri primi gemelli" - vicini ma separati per sempre da un ostacolo incolmabile - una potente metafora per solitudine, incomunicabilità e incomprensione.
Pubblicato da Mondadori nel 2008, ha venduto oltre un milione di copie in Italia, ricevendo unanimi consensi, oltre al successo allo Strega. L'anno successivo è stato trasposto in film, diretto da Saverio Costanzo con un cast tra cui Alba Rohrwacher e Luca Marinelli.

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