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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

venerdì 15 marzo 2024

Frederick Forsyth: Icona

Frederick Forsyth: Icona

Titolo originale: Icon
Formato: copertina flessibile
Pagine: 450
Editore: Mondadori (Miti Mondadori 1997)
ISBN: 8804432640

Acquistato ad agosto 1997
Letto dal - al 10 settembre 2015

Sinossi
Russia, 1999: le elezioni sono vicine e Igor Komarov, leader delle destre, si presenta come l'unico capace di ridare grandezza al suo paese, un'icona umana per il popolo russo. Ma un documento rubato dalla sua scrivania fa impallidire chi, in Occidente, ha modo di leggerlo. Se il Manifesto Nero è autentico, quell'uomo è un nuovo Hitler.
Ufficialmente le potenze occidentali non possono far nulla. Il compito di fermare Komarov è così affidato a Jason Monk, ex agente Cia che ha già combattuto il Kgb. Tornando nella città che aveva giurato di non rivedere mai più, Monk deve affrontare Ames, l'uomo che tradì i suoi amici, e il Colonnello Grishin che li fece uccidere. Ma soprattutto, deve trovare il modo di uscire vivo dallo scontro scatenatosi nel Cremlino…

L'incipit del libro
Quell'estate una pagnotta era arrivata a costare un milione di rubli.
Era l'estate del terzo anno di raccolti scarsi e del secondo di inflazione galoppante.
Era l'estate in cui nei vicoli di remote città di provincia i primi russi morivano di stenti.
Era l'estate in cui il presidente ebbe un collasso a bordo della sua limousine, troppo lontano da qualsiasi possibilità di soccorso, e in cui un anziano addetto alle pulizie sottrasse un documento da un ufficio.
Niente sarebbe più stato come prima.
Era l'estate del 1999.

La mia recensione
La prima volta che ho letto questo capolavoro della letteratura era l'estate del 1997 e Boris Eltsin era stato rieletto presidente della Russia da appena un anno; io comprai questo libro in edizione economica (era il periodo dei "Miti Mondadori") senza conoscere la trama ma affidandomi solo al peso letterario del suo autore: Frederick Forsyth. Perciò, quando lessi le 450 pagine di Icona, rimasi davvero sconvolto ma allo stesso tempo affascinato dalla storia quasi realistica in esso contenuta: tutto comincia nel 1999 con la morte improvvisa del presidente Cerkassov, successore di uno Eltsin malato ed indebolito politicamente. Si indicono nuove elezioni presidenziali, e tra i tanti candidati alla massima carica dello stato c'è anche Igor Komarov, leader di una destra innovativa di stampo occidentale. O almeno questo è quello che lo stesso Komarov vorrebbe far credere… se non fosse che, per colpa di una banale distrazione, il suo vero progetto politico viene svelato in tutta la sua crudeltà: restaurare a destra la vecchia Unione Sovietica ed eliminare tutti gli ebrei e gli avversari politici. Il vero piano politico di Komarov, dopo un incredibile giro, finisce sul tavolo dei servizi segreti americani e l'ex agente Cia Jason Monk è incaricato di recarsi in Russia e risolvere la crisi prima che sia troppo tardi. Monk, a questo punto, riattiva tutti i vecchi canali che già in passato gli avevano permesso di affrontare il Kgb. Nel frattempo, sempre con l'intento di bloccare il piano di Komarov, un influente gruppo di americani ed inglesi, lavora alla più incredibile delle soluzioni: trovare un discendente dell'ultimo zar e riportarlo sul trono di tutte le Russie.
Come avrete certamente capito, qui il genere fantapolitico sfiora davvero la perfezione con la trama (sviluppata su due differenti linee temporali) che, pur essendo inventata di sana pianta, è abbastanza credibile ed offre non pochi spunti di riflessione.
Libro scritto davvero in modo elegante che, pur trattando un tema abbastanza duro (e con scene abbastanza truculente), ne permette una lettura sciolta ed agevole. Chiudo con una mia piccola considerazione: alla trama del libro sostituite il nome di Komarov con quello di Putin… ed avrete un quadro abbastanza fedele di tutto ciò che sta avvenendo ai confini della Russia in questi anni: mi riferisco ai fatti di Ucraina, Crimea e Cecenia.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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