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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

lunedì 18 marzo 2024

Alessia Gazzola: L'allieva

Alessia Gazzola: L'allieva. L'allieva, vol. 1

Formato: copertina rigida
Pagine: 378
Editore: Longanesi (27 gennaio 2011)
ISBN-13: 9788830429970

Data di acquisto: 30 gennaio 2011
Letto dal - al 10 luglio 2011

Sinossi
Alice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale. Ha ancora tanto da imparare e sa di essere un po' distratta, spesso sbadata. Ma di una cosa è sicura: ama il suo lavoro. Anche se l'istituto in cui lo svolge è un vero e proprio santuario delle umiliazioni. E anche se i suoi superiori non la ritengono tagliata per quel mestiere. Alice resiste a tutto, incoraggiata dall'affetto delle amiche, dalla carica vitale della sua coinquilina giapponese, Yukino, e dal rapporto di stima, spesso non ricambiata, che la lega a Claudio, suo collega e superiore (e forse qualcosa in più). Fino all'omicidio. Per un medico legale, un sopralluogo sulla scena del crimine è routine, un omicidio è parte del lavoro quotidiano. Ma non questa volta. Stavolta, quando Alice entra in quel lussuoso appartamento romano e vede il cadavere della ragazza disteso ai suoi piedi, la testa circondata da un'aureola di sangue, capisce che quello non sarà un caso come gli altri. Perché stavolta conosce la vittima.

L'incipit del libro
Il sopralluogo. L'annuale party di beneficenza organizzato da quegli iperattivi di Pediatria mi ricorda puntualmente che, in qualità di specializzanda in Medicina legale, mi trovo - senza alcuna chance di progressione verticale - all'ultimo gradino della catena alimentare della Medicina. Gli altri, ossia tutti gli altri medici, sono convinti di essere al vertice.
Imbevuti di maratone di E.R., hanno una percezione distorta della loro realtà professionale e nessuno si prende la briga di spiegare, per esempio, a uno sfigato qualunque di Pediatria che lui non ha niente a che vedere con George Clooney. Non che io abbia a che vedere con CSI, perché nel mio terrificante Istituto, il grande santuario dell'umiliazione intesa come sport, il ruolo dello specializzando, e il mio nella fattispecie, è considerato alla stregua della carta igienica. Anzi, peggio, perché almeno la carta igienica ha una qualche utilità. Non c'è possibilità che a una specializzanda del mio rango venga affidato un grosso caso di quelli che finiscono sui giornali.

📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)

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