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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

giovedì 26 settembre 2024

Christian Jacq: Kheops. Il testamento dei dei

Christian Jacq: Kheops. Il testamento dei dei. Il romanzo della piramide, vol. 2

Titolo originale: La loi du désert
Formato: copertina flessibile
Pagine: 427
Editore: Mondadori (1 giugno 1998)
ISBN-13: 9788804452850

Data di acquisto: 30 giugno 2024
Letto dal 19 al 25 settembre 2024

Sinossi
Dopo aver scoperto un complotto contro Ramses II il giudice Pazair è stato deportato per un crimine che non ha commesso e condannato a morte. Ma i congiurati responsabili del suo arresto, non hanno tenuto conto dell'amore di Neferet, la giovane donna medico che Pazair ha da poco sposato, e del coraggio del suo amico Souti.

L'incipit del libro
Il caldo era talmente soffocante che solo lo scorpione nero si avventurava nel sabbioso cortile della prigione. A più di duecento chilometri a ovest della città sacra di Karnak, in una zona sperduta tra la valle del Nilo e l'oasi di Kharga, i criminali recidivi scontavano terribili condanne ai lavori forzati. Quando la temperatura lo permetteva, essi venivano impiegati per curare la manutenzione della strada che univa la valle all'oasi, sulla quale, trainate dagli asini, circolavano le carovane cariche di merci.
Il giudice Pazair rivolse, per la seconda volta, la sua richiesta al responsabile del campo, un colosso lesto nel colpire gli indisciplinati.
- Non sopporto il trattamento di favore che mi viene concesso. Voglio lavorare come gli altri prigionieri.
Pazair, la cui giovinezza era svanita sotto il fardello delle responsabilità, era snello, assai alto di statura, i capelli castani, la fronte spaziosa, gli occhi verdi striati di marrone, e aveva un portamento distinto che incuteva deferenza.
- Tu sei diverso dagli altri.
- Sono anch'io un prigioniero.

La mia (brevissima) recensione
"Esseri viventi che abitate la terra, voi che transitate nei pressi di questo sepolcro, voi che amate la vita e respingete la morte: pronunciate il mio nome affinché io possa continuare a vivere; recitate, in mio onore, la preghiera votiva".
Prosecuzione naturale de L'inferno del giudice, il precedente primo volume della trilogia del giudice Pazair. Purtroppo, questa volta devo segnalare una trama molto monotona e quasi soporifera: sarà anche un thriller ma, pur tra complotti, incidenti ed assassinii a ripetizione, la storia è davvero molto ma molto piatta. Degni di nota solo la magnifica descrizione del paesaggio egiziano (in fin dei conti, siamo all'apice della gloria del faraone Ramses II) e degli usi e costumi dell'epoca.
📌 Voto: ⭐⭐⭐ (3 su 5)

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