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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

giovedì 1 agosto 2024

Marilù Oliva: L'Eneide di Didone

Marilù Oliva: L'Eneide di Didone

Formato: copertina flessibile
Pagine: 266
Editore: RCS su licenza Solferino (gennaio 2022)
ISBN: -

Data di acquisto: 18 luglio 2024
Letto dal 27 al 31 luglio 2024

Sinossi
Didone ha conquistato con l'astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l'ha cinta di mura, l'ha dotata di leggi. Ma è assediata dall'avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d'amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell'Eneide di Virgilio. Ma c'è una voce da cui non l'abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l'una è la guida agguerrita di Didone, l'altra è l'amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d'ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l'inesauribile potenza del mito. E delle donne.

L'incipit del libro
Rimiro questa nuova terra solleticata da palmizi e fronde che venti gentili fanno ondeggiare. M'incantano i cieli moltiplicati dall'oro del sole e le volte violacee dei tramonti a strapiombo sul mare. Siamo approdati qui in fuga da Tiro: ho riconosciuto la meta al primo sguardo, immaginando all'istante che in questo posto le nuvole non avrebbero mai riposato troppo tempo. Ho riconosciuto simili a me le asperità di questi posti e i contrasti degli orizzonti. Mi sono incantata di fronte alla spiaggia che sfuma nel verde acqua, alla laguna blu cobalto oltre la quale rocce vetuste e un isolotto creano un porto naturale. Ma sopra ogni cosa amo l'altura che non mi stanco mai di calpestare, misurare, vagliare. La ottenni con l'astuzia e già la prima trattativa mi rese leggenda.

La mia (brevissima) recensione
"Mentre gli uomini sono autorizzati a divertirsi, noi donne restiamo esclusiva proprietà del marito, anche se questo è estinto. Ho infangato il mio ruolo di vedova. E la mia reputazione, per cui tutti mi innalzavano alle stelle. Credi davvero che i Tirii passeranno sopra la mia infedeltà?".
Una ricostruzione dell'Eneide di Publio Virgilio in chiave femminista e, soprattutto, una rielaborazione della storia che a me è piaciuta molto: offre alla leggenda una donna libera, combattiva e saggia.
Penso che l'autrice abbia voluto fare una rivoluzione al femminile, conferendo a Didone una dignità che gli è stata negata da Virgilio (che la fa morire suicida dopo aver passato una notte d'amore con Enea).
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)

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