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"Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". [Joël Dicker in "La verità sul caso Harry Quebert"]

giovedì 8 agosto 2024

Jon Fosse: Mattino e sera

Jon Fosse: Mattino e sera

Titolo originale: Morgon og kveld
Formato: ePub (205.3 KB)
Pagine: 85
Editore: La nave di Teseo (18 aprile 2019)
ASIN: B07Q4PB64M

Data di acquisto: 4 agosto 2024
Letto dal 6 all’8 agosto 2024

Sinossi
Un bambino viene al mondo; si chiamerà Johannes, sarà un pescatore. Un uomo ormai anziano muore; si chiamava Johannes, era un pescatore. Mattino e sera si estende tra i due estremi della vita, come tra i due estremi del giorno, tra i pensieri di un padre che vede nascere suo figlio e quelli di un vecchio che affronta le cose di ogni giorno, nel suo ultimo giorno, cose sempre identiche, riconoscibili, eppure definitive.

L'incipit del libro
Altra acqua calda Olai, dice la vecchia levatrice Anna
Adesso non startene lì impalato sulla porta della cucina, dice
No, no, dice Olai
e avverte un calore e un gelo che si diffondono su tutta la pelle e la fanno accapponare e la gioia che pervade tutto il suo essere gli preme negli occhi sotto forma di lacrime e si affretta a raggiungere la stufa della cucina e comincia a versare l'acqua calda e fumante in un piccolo catino di legno, acqua calda, sì, sarà fatto, sì certo, pensa Olai e con il mestolo ne versa ancora e sente la levatrice Anna dirgli che adesso è sicuramente sufficiente, adesso sarà sicuramente abbastanza, dice e Olai alza lo sguardo e la vecchia levatrice Anna è in piedi accanto a lui e prende il recipiente
Ci penso io a portarlo dentro, dice la levatrice Anna

La mia (brevissima) recensione
"È come se ogni oggetto fosse pesante in sé e stesse esprimendo la sua vera natura e tutto quello che è stato fatto con esso, e tutto è così vecchio, come lui, e tutto riposa sul proprio peso, ma cosa gli sta succedendo?".
Inutile girarci intorno: non mi è piaciuto! Che non fosse il mio genere ne ero già consapevole, ma ho voluto leggerlo lo stesso, giusto per "tastare" il terreno del Premio Nobel 2023.
Questo libro è molto intimista (il protagonista parla sempre in prima persona) ed usando frasi ed interi periodi con pochissima punteggiatura (e nessun punto di fine frase).
Molto poetico, lo riconosco... ma coinvolgimento emotivo nullo!
📌 Voto: ⭐⭐ (2 su 5)

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