Titolo originale: Cities of the Plain
Formato: Kindle (709 KB)
Pagine: 346
Editore: Einaudi (7 ottobre 2010)
ASIN: B005VOHYXQ
Data di acquisto: 25 maggio 2025
Letto dal 26 al 30 giugno 2025
▪ Sinossi
Primi anni Cinquanta. John Grady Cole e Billy Parham lavorano in un ranch fra il Texas e il Messico. Insieme allevano cavalli, ascoltano sotto le stelle i racconti dei vecchi cowboy, si divertono al bar o al bordello. E al bordello John Grady incontra una sedicenne così bella da cambiargli la vita. Così contesa da costringerlo a scontrarsi con il protettore-filosofo Eduardo, in un duello allo stesso tempo epico e metafisico.
Ultimo capitolo della "Trilogia della frontiera", Città della pianura parte dove arrivavano i primi due romanzi, Cavalli selvaggi e Oltre il confine. In un West sempre più al crepuscolo, la natura esplode fuori e dentro i protagonisti, splendida e spietata. E se percepire il respiro delle cose, restituirlo nella forma di una superiore sapienza, è privilegio di pochi, nemmeno quei pochi possono cambiare gli eventi: possono soltanto far sentire la misteriosa forza che tiene insieme gli alberi, gli animali e i destini degli uomini.
▪ L'incipit del libro
Si fermarono sulla soglia, pestarono gli stivali a terra per scrollare via la pioggia, sventolarono il cappello e si asciugarono l'acqua dalla faccia. Fuori, nella strada, la pioggia sferzava l'acqua stagnante facendo ondeggiare e ribollire il verde e il rosso sgargianti delle luci al neon, e le gocce pesanti danzavano sui tetti d'acciaio delle automobili parcheggiate lungo il bordo del marciapiede.
Sono mezzo annegato, maledizione, disse Billy. Scosse il cappello gocciolante. Dov'è il cowboy tutto americano?
È già entrato.
Andiamo. Si sarà tenuto per sé le più belle in carne, di sicuro.
▪ La mia recensione
"Se potessi, cavalcherei senza mai voltarmi. Andrei avanti fino a trovare un posto in cui non ci fosse traccia di nessun giorno della mia vita. Anche se mi toccasse voltarmi indietro e ripercorrere metro per metro tutto il cammino fatto. E poi ripartirei e andrei ancora più avanti".
Città della pianura, uscito nel 1998, è il capitolo conclusivo della "Trilogia della frontiera". Ho molto apprezzato i primi due volumi, purtroppo non posso dire la stessa cosa di questo: lo stile narrativo, quasi evocativo, di Cormac McCarthy c'è tutto e si riconosce sin dalle primissime battute… ma, questa volta non è riuscito a mantenere l'impatto e le emozioni dei precedenti capitoli: Cavalli selvaggi ed Oltre il confine ci avevano trasportati in un Ovest americano fatto di una sorta di poetica violenza; Città di pianura, invece, ha quasi un sentore di déjà-vu e, soprattutto, è scivolato via senza avermi lasciato addosso alcuna emozione.
I protagonisti sono gli stessi di Cavalli selvaggi (John Grady Cole) e Oltre il confine (Billy Parham): qualche anno dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in un'America che corre veloce verso il progresso e la modernità (un esempio su tutti: le automobili hanno definitivamente preso il posto dei cavalli), John, ormai diventato adulto, si innamora, ricambiato, di Magdalena, giovanissima prostituta affetta da epilessia. Ma dovrà scontrarsi con il suo protettore e le conseguenze saranno tragiche per tutti…
McCarthy ci fa rivivere i paesaggi mozzafiato di un tempo, quello dei cowboy, ormai al crepuscolo, in una sequenza di dialoghi ininterrotti e, spesso, eccessivamente lunghi. I temi trattati son tanti: il cavaliere senza macchia e senza paura che, cercando di riscattare la vita della sua amata, cerca di riscattare anche la propria, l'amore, il destino già scritto, la violenza, la perdita… Ecco, quando parlavo di cose già lette è proprio a questo che mi riferivo: tutti questi temi l'autore statunitense li ha già esplorati, e decisamente meglio, in altre sue opere.
Il ritmo narrativo è estremamente e volutamente lento, quasi pigro; per giunta, interrotto da estenuanti pipponi filosofici. Tutti i personaggi son circondati da un'aura decadente e tragica, in special modo John Grady Cole: pur essendo il fulcro del romanzo, non si riesce proprio a "tifare" per lui. Io, e scusate la franchezza, avrei preferito un finale meno strappalacrime!
In conclusione, Città della pianura è un romanzo che va comunque letto sia per "chiudere" la trilogia, sia perché è una pietra miliare della produzione di McCarthy e sia perché è una nostalgica riflessione sui tempi andati dei cowboy.
📌 Voto: ⭐️⭐️⭐️ (3 su 5)