Sono i 2 romanzi preferiti da Bruce Springsteen: "Psicologicamente modernissimi"
La letteratura ha avuto un grande impatto sul percorso artistico di The Boss: ecco gli scrittori che ama di più
[fonte: Esquire]
Bruce Springsteen non è solo lettore: è anche scrittore (di libri). Nel 2014, l'autore di Born in the USA ha pubblicato un libro per bambini dal titolo Outlaw Pete, basato su un racconto che ascoltava da bambino e che ha rappresentato per lui il primo contatto con il mondo del West.
Nello stesso anno di Outlaw Pete, Springsteen ha svelato, in un'intervista al New York Times, gli scrittori che lo hanno influenzato maggiormente.
Mi piacciono i russi - ha risposto il musicista a una domanda sui suoi romanzieri preferiti - i racconti di Cechov, Tolstoj e Dostoevskij. Non avevo mai letto nulla di loro fino a quattro anni fa, e li ho trovati psicologicamente molto moderni. I miei preferiti sono I fratelli Karamazov e, naturalmente, Anna Karenina.
Sullo scaffale del cantautore c'è spazio anche per i classici moderni:
I miei preferiti attuali: Philip Roth, Cormac McCarthy e Richard Ford. È difficile battere Pastorale americana, Ho sposato un comunista e Il teatro di Sabbath. Meridiano di sangue di Cormac McCarthy rimane un punto di riferimento nella mia lettura. È la combinazione di Faulkner e degli spaghetti western di Sergio Leone che dà al libro la sua scintilla per me. Adoro il modo in cui Richard Ford scrive del New Jersey. The Sportswriter, Il giorno dell'indipendenza e Lo stato delle cose sono tutti ambientati nella mia zona e, oltre ad essere commoventi e divertenti, descrivono perfettamente la costa del New Jersey.
L'intervista (del 30 ottobre 2014, intitolata Bruce Springsteen: By the Book) è in realtà tutta imperniata sulla letteratura. Tra gli scrittori del New Jersey, lo stato americano centrale nel suo percorso artistico, The Boss preferisce anche Walt Whitman: "L'estate mi fa sempre venire voglia di prendere in mano Foglie d'erba e sedermi sulla veranda. Ne esco più felice".
Tra gli scrittori che hanno influenzato il suo percorso artistico, Springsteen ha citato Flannery O'Connor, James M. Cain, John Cheever, Sherwood Anderson e Jim Thompson: "Questi autori hanno contribuito notevolmente alla svolta che la mia musica ha preso intorno al 1978-82. Hanno fatto emergere il senso della geografia e la vena oscura nella mia scrittura, hanno ampliato i miei orizzonti su ciò che si può realizzare con una canzone pop e sono ancora oggi la pietra angolare di ciò che cerco di realizzare".

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