Titolo originale: Portnoy's Complaint
Formato: copertina flessibile
Pagine: 220
Editore: Einaudi (29 aprile 2014)
ISBN-13: 978-8806220037
Data di acquisto: prestito
Letto dal 14 al 22 aprile 2025
▪ Sinossi
Alex Portnoy ha trentrè anni ed è commissario aggiunto della Commissione per lo sviluppo delle risorse umane del Comune di New York. Nel lavoro è abile, intransigente, stimato. Il libro riporta il monologo di Alex che, dall'analista ripercorre la sua vita per capire perché è travolto dai desideri che ripugnano alla "mia coscienza e da una coscienza che ripugna ai miei desideri".
▪ L'incipit del libro
Mi era così profondamente radicata nella coscienza, che penso di aver creduto per tutto il primo anno scolastico che ognuna delle mie insegnanti fosse mia madre travestita. Come suonava la campanella dell'ultima ora, mi precipitavo fuori di corsa chiedendomi se ce l'avrei fatta ad arrivare a casa prima che riuscisse a trasformarsi di nuovo. Al mio arrivo lei era già regolarmente in cucina, intenta a prepararmi latte e biscotti. Invece di spingermi a lasciar perdere le mie fantasie, il fenomeno non faceva che aumentare il mio rispetto per i suoi poteri. Ed era sempre un sollievo non averla sorpresa nell'atto dell'incarnazione, anche se non smettevo mai di provarci; sapevo che mio padre e mia sorella ignoravano la vera natura di mia madre, e il peso del tradimento, che immaginavo avrei dovuto affrontare se l'avessi colta sul fatto, era più di quanto intendessi sopportare all'età di cinque anni. Credo addirittura di aver temuto che, qualora l'avessi vista rientrare in volo da scuola attraverso la finestra della camera o materializzarsi nel grembiule, membro dopo membro, da uno stato d'invisibilità, avrei dovuto per questo morire.
▪ La mia recensione
"Dottor Spielvogel, questa è la mia vita, la mia unica vita, e la sto vivendo da protagonista di una barzelletta ebraica! Io sono il figlio in una barzelletta ebraica… solo che non è affatto una barzelletta!".
Lamento di Portnoy, quarto libro di Philip Roth, è un vero e proprio viaggio nella psiche di Alexander (Alex) Portnoy, unico sfacciato protagonista (ed unica voce narrante) di tutto il romanzo. Una psiche che definire contorta e travagliata è dir poco… Infatti, avremo a che fare con un personaggio tormentato dal sesso a trecentosessanta gradi (praticamente, lo troveremo sempre o che si masturba o che si scopa il "messianico buco ebreo" di turno: son parole sue, eh 🤣), ed alle prese con una forte impronta ebraica, una madre asfissiante ed un padre quasi assente.
Tutto il romanzo è prolisso, spassoso, provocatorio e volgare allo stesso tempo. Il flusso narrativo di Alex Portnoy (nel libro c'è solo lui che si rivolge al suo analista) è un fiume in piena; e proprio per questo, non lo nascondo, alcune parti fanno calare la concentrazione.
Leggetelo, ne vale davvero la pena perché il monologo di Alex Portnoy lascia il segno e, pur datato 1969, è ancora e più che mai attualissimo.
📌 Voto: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)